Attualità

Allora contiamocela tutta

di Sandro Vitiello

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Non ci giro intorno e non uso troppe parole.

Lo scritto di Vincenzo (leggi qui) è la somma di tanti luoghi comuni.
Una montagna di chiacchiere che non vanno da nessuna parte.

Tutte le generazioni o quasi – forse quella dei paninari no – hanno avuto l’ambizione e la velleità di cambiare il mondo, di riscrivere le regole.
Tutti dicono di ridistribuire la ricchezza, persino l’arcimiliardario Trump.
Tutti vogliono maggiori diritti e democrazia.

I giovani di cui parla Vincenzo pagano il prezzo di una crisi che sicuramente porta alla responsabilità di una classe politica che nel nostro paese si è auto-preservata, che ha costruito modelli elettorali che favorivano le consorterie e chi più ne ha più ne mette.
Altrettanto sicuramente i guai per il nostro paese e per le sue categorie sociali più deboli nascono anche fuori dai nostri confini.
La globalizzazione dice niente?
Il fatto che le industrie manifatturiere se ne siano andate nell’est europeo o in Cina, in India e via discorrendo, non induce a qualche riflessione più approfondita?

Io non mi straccerò le vesti nel difendere la classe politica che fino a qualche mese fa ha governato l’Italia ma di verginelle in giro non ne vedo poi tante.

Vogliamo raccontarcela tutta?
Questi nuovi leader da dove arrivano?

Salvini è figlio politico di Bossi.
Quello di “Roma Ladrona”.  E i quaranta e passa milioni di euro di finanziamento pubblico sputtanati nei conti privati di questa gente?
Il loro programma? Una somma di slogan che possa far credere ai poveri che i loro guai sono colpa degli extracomunitari, dei gay, del mancato insegnamento della religione a scuola, di quelli che vogliono la libertà di non vaccinare i propri bambini ecc.

Il Movimento Cinque Stelle?
Beppe Grillo e la famiglia Casaleggio.
La piattaforma Rousseau come esempio di democrazia? Ma ci pigliamo per il culo?
In ogni contesto in cui c’è stato dibattito vero all’interno del Movimento Cinque Stelle la discussione si è risolta con l’accettazione di decisioni prese da un ristretto gruppo di persone. Chi ha provato a dissentire si è visto indicare la porta.
Pizzarotti, uno dei pochi sindaci grillini capace, è stato buttato fuori dal movimento malgrado avesse espresso dubbi pieni di buon senso. Si è ripresentato candidato sindaco a Parma con una lista civica ed ha vinto. Forse aveva ragione lui.

Io credo che i giovani abbiano diritto ad essere incazzati, a ribellarsi quando il mondo preclude loro la possibilità di provare a cambiare.
Io dico che i giovani abbiano diritto ad un’utopia, altrimenti non si è giovani.
Io dico anche che i giovani debbano provare a costruire un loro progetto e non affidarsi a certi cattivi maestri.
Io dico però che essere giovani non è garanzia di progresso.
Erano giovani anche quelli che portarono Mussolini al potere.

Guardiamoci attorno.
Mentre si fa un gran dibattere sul reddito di cittadinanza, sulla flat tax, sull’uscita dall’euro e sulla solidarietà alla Russia di Putin nel nostro paese le organizzazioni neofasciste vivono il loro momento di gloria.
Alcuni dettami fondamentali della nostra costituzione sembra siano diventati obsoleti.
Tanti diritti e libertà di espressione per alcune componenti importanti della nostra società civile per qualcuno sono diventate inaccettabili.

Se i giovani sono capaci di dare risposte concrete al bisogno di maggiore benessere e partecipazione della nostra nazione io sarò ben felice che questo avvenga e se ne avrò la possibilità darò volentieri una mano.
Se però dietro a questo legittimo bisogno di cambiamento c’è la lunga mano di quanti – come quasi cento anni fa – cercano di riscrivere la storia d’Italia, è bene si sappia che non finirà in una passeggiata.

4 Comments

4 Comments

  1. Rinaldo Fiore

    18 Maggio 2018 at 08:28

    Caro Sandro Vitiello,
    senza sapere nulla della lettera di Vincenzo e leggendo ora la tua risposta, ti dico che la soluzione ai problemi di questo nostro amato Paese c’è: naturalmente la tempistica non è né può essere quella che vorremmo ma… in qualche modo bisognerà pure cominciare.
    Intanto lasciamo che Salvini-Di Maio facciano il loro governo, esprimendo in quel loro modo ruvido, nei fatti, le loro ipotesi di azione.
    Io sono un attento osservatore-attore delle cose nostre e ogni giorno vedo cose positive, accanto a quelle numerose negative incancellabili neanche con una bacchetta magica.
    Qualcuno ha detto “la bellezza ci salverà”, ecco io credo che la bellezza già ci stia salvando, certo non mangiamo la bellezza ma l’importante è che il timone venga tenuto dalla “bellezza”.
    Ieri sera di fronte a spettatori della mia età – cioè anziani -, e a pochi giovani sorridenti e a tre o quattro bambini, abbiamo recitato per più di una ora una serie di scenette di autori ben noti… grande ed emozionante successo, commozione finale.
    In questo mese di maggio ho assistito o sono stato a conoscenza di attività culturali che hanno coinvolto decine di persone: in tutto il Lazio – e sicuramente in tutto il Paese – il seme della cultura è stato piantato e sarà questo seme a generare lo spirito nuovo che ci salverà.
    Quando ho visto lo spettacolo di bimbi e ragazzi che affrontavano per un’ora Baudelaire con il sorriso negli occhi, guidati da Maestri di valore, e quando ho visto la “Cantata per i bimbi morti di mafia” e quando mio nipote mi ha abbracciato prima e dopo la mia esibizione a teatro di scenette, che lui conosceva a memoria per “averci dato una mano” nel leggere il copione durante la preparazione… ebbene ho pensato che il seme della cultura già fruttifica.
    Quale sarà il passaggio dal seme alle buone leggi applicate io non lo so ma ricordo come isole vulcaniche delle ere storiche siano state vitalizzate da “semi” provenienti dal mare e portati dal vento per arrivare fino a noi.
    Diamo tempo al tempo e crediamo fermamente e agiamo: la cultura, cioè noi vinceremo la battaglia per un giusto e nuovo Paese; la verità storica di quello che siamo la conosciamo ora tocca a noi creare la nuova verità fatta di atti concreti permeati di spirito libero e di amore…

  2. Silverio Tomeo

    18 Maggio 2018 at 10:04

    La Lega (prima del Nord e adesso nazionalista) è il più vecchio partito della cosiddetta seconda Repubblica, ha governato anni con Berlusconi e con gli ex missini sdoganati, governa tuttora con quell’alleanza Regioni, Province, Comuni. Quindi non vedo alcun “giovanilismo” nella Lega di Salvini, a tutti gli effetti un partito sovranista, di destra, xenofobo, lepenista.
    Nei 5 stelle c’è di tutto, certo, ma sta prevalendo l’affluenza al governo, comunque sia, ed è naturale.
    Le affinità con la Lega superano le differenze, si vede. Nel Sud i 5 stelle hanno preso percentuali pazzesche, con la gente che li votava in massa neppure conoscendo i candidati, e almeno in questo si tratta di un voto non clientelare ma di protesta. Nel Sud la Lega di Salvini ha sfondato annettendosi vari ras del ceto politico inquisito, dalla Sicilia alla Calabria sino alla Puglia. Per un paio di anni ci avevano provato con i neofascisti di CasaPound, con cui tuttora sono in ottimi rapporti. Tramite Borghenzio, da anni la Lega coltiva alleanze con neofascisti, e non sono chiacchiere ma evidenze pubbliche e documentate. Andando oltre la destra e la sinistra, grazie anche alla poca consistenza della sinistra, si trovano tutti ben piazzati sulla destra xenofoba, sovranista, nazionalitaria, autoritaria. In quanto alla “democrazia diretta” via web, con la piattaforma Rousseau, si tratta di sciocchezze, nulla a che fare con la democrazia partecipativa delle persone in carne ed ossa.

  3. Rita Bosso

    18 Maggio 2018 at 10:25

    – Ha una paternità politica imbarazzante (ma pure quella biologica…)
    – Ha fatto uso “improprio” di 40 milioni: ma non erano 31 miliardi (salvataggio banche)?
    – È espressione di poteri forti (magari fosse la famiglia Casaleggio)
    – Aborre il dibattito interno al partito: vedi formazione liste elettorali
    – Ha fatto dell’età anagrafica il proprio punto di forza, si è presentato come “rottamatore”, perennemente in maniche di camicia (arrotolate), ma “essere giovani non è garanzia di progresso”.
    Credo di aver capito di chi stai parlando, diavolo di un Sandrone!

  4. vincenzo

    18 Maggio 2018 at 11:25

    Condivido le conclusioni di Sandro Vitiello: nessuno si piega davanti a questi giovani, nessuno svende i propri valori dopo averli difesi in tanti anni di vita, dopo tutto siamo in democrazia e molti di noi sono andati a votare dopo anni di non voto. Il voto non è come una volta congelato da preconcetti ideologici, oggi e molto fluttuante.
    Circa 2 milioni di voti del Pd sono passati ai cinque stelle, e domani potrebbero non essere espressi oppure andare da qualche altra parte.

    Salvini come Di Maio devono rispondere agli italiani che li hanno votati non sulla scorta di una investitura ideologica ma sulla scorta della promessa di cambiamento di quelle regole del gioco che hanno fatto soffrire il popolo italiano.

    Quindi non servono più spiegazioni introspettive, psicologiche, storico culturali. C’è un fallimento di una intera classe dirigente la quale ha avuto tempo per fare e ha fallito, gli Italiano lo hanno capito e hanno votato altro.

    Vedete anche il fatto di presentare l’accordo di governo alla gente può essere una cazzata per i professionisti storici della politica, ma è un’altra novità….

    Se poi nella pratica di governo non produrranno questo cambiamento saranno finiti e molto presto.

    Eduardo De Filippo disse: dopo la merda è meglio una pernacchia”.
    Bena la merda è durata vent’anni, poi è arrivata la pernacchia vediamo cosa esce fuori adesso.

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