Ambiente e Natura

La scomparsa di Ermanno Olmi, Michele Serra e Terra Madre

proposto da Sandro Russo

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E’ morto qualche giorno fa (il 5 maggio) ad Asiago, Ermanno Olmi. Aveva 86 anni.
Regista tra i più originali, autodidatta, pioniere nel campo del documentario, creatore di un linguaggio personale e fuori da ogni schema, fin da opere come Il tempo si è fermato (1958), I recuperanti (1969) e La Circostanza (1974); sperimentatore incessante ha portato per la prima volta al cinema il dialetto come lingua (L’albero degli zoccoli; 1978) e i grandi miti della tradizione cristiana (Camminacammina; 1982). Fino ai più recenti: Centochiodi (2007); Torneranno i prati (2014).
Olmi è stato spesso accostato dalla critica a Pasolini non solo per la sua attenzione all’universo degli umili e per il recupero delle dimensioni tradizionali e territoriali, ma anche per la dimensione artigianale del suo lavoro, essendo spesso, oltre che regista, anche operatore e montatore dei suoi film.

Da la Repubblica di ieri 8 maggio, ho tratto questo commento di Michele Serra dedicato a Olmi.

Di Olmi si dica ogni bene possibile. Ma si dica anche che se ne va, se non da sconfitto, da inascoltato, come chiunque, oggi, veda nella terra e nella natura la via della salvezza.
Nei Centochiodi, il suo testamento, l’uomo abbandona il Libro (anzi lo crocifigge, con furore antidogmatico) per fuggire verso l’argine, il fiume, la luce muta e benedicente dell’aria aperta. Non è il Verbo, è il silenzio che salva.
Ne L’Albero degli zoccoli la maledetta miseria è sempre attribuita alla prepotenza umana, mai alla terra che regge i destini e amministra i giorni.
La terra era per Olmi l’evidente manifestazione del sacro, ciò che unifica e ordina. Fece anche un film-seme, Terra Madre, che solo a vederlo germoglia.
Nel mondo urbanizzato non solamente per densità di abitanti, anche nella mentalità e nei sensi, la terra è rimossa e negletta. I media ne parlano a stento, quando la siccità fulmina i campi e asseta le metropoli o quando contadini in rivolta rovesciano il latte davanti ai palazzi, o bloccano con i trattori le vie dove passano i telegiornali.

In campagna elettorale non una parola profonda è stata spesa su ambiente e agricoltura. Non esiste stagionalità — la catena dei supermercati ha rotto la catena del tempo — e non esiste visione olistica delle attività umane, ognuno fissa lo sguardo solo sulla parte che gli compete.
Olmi si batté, da artista, per ridare vastità allo sguardo. Nel mio piccolo Gotha personale ora sta al fianco di Rigoni Stern, Tiziano Terzani, Thoreau, Jack London e Walter Bonatti.

[Da: L’Amaca di Michele Serra in la Repubblica dell’8 maggio 2018]

Perché il lascito di Ermanno Olmi e il commento di Michele Serra ci riguardano da vicino è presto detto…

Tra i primi di marzo e la fine di aprile 2013 Mimma Califano pose mano – su Ponzaracconta, di cui era al tempo redattrice – ad una ricerca sul recupero della antiche tradizioni di Ponza che diedero luogo a sei articoli, con un’appendice / aggiornamento nel 2016 [Cerca nel sito – antica cultura contadina isolana] sui cambiamenti intervenuti negli anni successivi [leggi qui].

La serie rimase ‘in sospeso’, dopo aver informato su alcune novità – l’avvento dell’agricoltura industriale, le preoccupazioni concernenti da “biodiversità”, l’introduzione dei diserbanti e degli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) – e sulle problematiche connesse, tra cui l’avvento sulla scena mediatica, dell’organizzazione Terra madre molto critica nei confronti delle tendenze dominanti e dell’impiego delle risorse (alimentari).
Tanto per rimanere in argomento, è solo di una settimana fa (2 maggio 2018) l’annuncio di un taglio di almeno il 5 % dei fondi agli investimenti agricoli comunitari.

‘Terra Madre’ è una rete di comunità del cibo impegnate, ciascuna nei propri contesti geografico e culturale, a salvaguardare la qualità delle produzioni agro-alimentari locali. Le comunità condividono i problemi generati da un’agricoltura intensiva nociva per le risorse naturali e da un’industria alimentare di massa, che viene ritenuta responsabile dell’omologazione dei gusti. Entrambe costituiscono un pericolo per l’esistenza stessa delle piccole produzioni.
Il movimento costituisce un tentativo di dare voce e rappresentatività a contadini e produttori di tutto il mondo, coordinati da Carlo Petrini e dalla Associazione ‘Slow Food’. A partire dal 2004 il movimento tiene  un convegno biennale in ottobre, a Torino, in concomitanza con il ‘Salone del Gusto’.

“Qualcuno era arrivato con i suoi fagioli nel sacchetto, qualcun altro con il riso e l’orzo. Semi cresciuti in Messico, in Perù, in Cina. Uguali nel nome, diversissimi per aspetto, colore, sapore. Scuri, chiari, rugosi… Come i volti di chi li aveva piantati, innaffiati, raccolti. Contadini di tutto il mondo, uniti” [Giuseppina Manin, da ‘Ermanno e i contadini’ – Corriere della Sera; 2009].

[da “Giardini di guerra e di guerriglia“, un articolo di Sandro Russo
sul Magazine di Omero – Scuola di Scrittura in Roma, del maggio 2010] 

Guarda caso, in appendice a quell’articolo, avevamo scelto per illustrare il movimento Terra Madre, un documentario realizzato per l’occasione proprio da Ermanno Olmi (2008)

Prodotto da Slow Food e Cineteca di Bologna, presentato al Festival del Cinema di Berlino nel febbraio 2009, il film è dedicato al Forum di Torino del 2008 e alle storie di alcuni dei partecipanti. Contiene inoltre dei racconti di vite esemplari – ai limiti della follia –  sotto il profilo della coerenza ecologica. Il film – coordinato da Ermanno Olmi –  si avvale della collaborazione di Maurizio Zaccaro, per le riprese indiane, e di Franco Piavoli, che ha registrato “Foglia per foglia come crescono le colture sotto i monti Lessini”.

 Immagini dal film ‘Terra Madre’: risaie in India e battitura manuale del riso

Altre immagini dal film. Sopra: un contadino al lavoro nel suo piccolo podere. Sotto: tra le mani callose di un coltivatore, alcune varietà di mele. Da sin.: mela selvatica; mela ‘Musetto’; mela ‘Gran Alessandro’ o ‘Prussiana’

Chiudiamo, ancora sul docu-film Terra Madre, con le parole di Ermanno Olmi, un’altra grande anima che ci ha lasciati

“Al Forum di Terra Madre ho riconosciuto i contadini come li ricordavo nelle nostre campagne, al tempo della mia infanzia. I volti dei contadini si somigliano in ogni angolo del mondo. Sono volti su cui si riconoscono le medesime tracce di vita, così come le fisionomie dei paesaggi con i campi arati, le colture, i pascoli”. (…).
“…E noi cittadini metropolitani, che viviamo inscatolati nelle nostre città, senza più i colori e i profumi delle stagioni, forse, in un giorno molto prossimo, se ci capiterà di passare accanto a un orto dove un nonno e una bimba colgono i frutti maturi, allora potremo ancora riconoscere la vera casa dell’uomo”.

Guarda qui da YouTube il relativo trailer:

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1 Comment

1 Comment

  1. Letizia Piredda

    9 Maggio 2018 at 15:51

    Grazie Sandro,
    per questo ricordo di Ermanno Olmi, grande anima della terra e dei contadini, di cui il mondo ormai si è dimenticato.
    Purtroppo è vero quello che dice Serra, Olmi è rimasto inascoltato, come tanti grandi uomini, ma ci piace pensare e sperare che il suo messaggio continuerà a smuovere la terra e a dare frutti.

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