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Epicrisi 173. Quel silenzio che dice più delle parole

di Luisa Guarino
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Da diversi anni a questa parte, secondo una delle tante mode di carattere linguistico che si alternano nel nostro Paese, alla parola silenzio si associa spesso l’aggettivo assordante. E mi sembra proprio questo tipo di silenzio il protagonista della settimana che si è appena conclusa, sbocciata a fine aprile e diventata subito maggio.

A partire dallo scritto segnalato da Sandro Russo con il titolo Dite qualcosa di sinistra… Dite qualcosa [2], che prendendo spunto dalla messa al bando della plastica nelle isole Tremiti in base a un’ordinanza del sindaco, vuole sollecitare anche la nostra isola a prendere una posizione al riguardo. Ma, al di là del titolo, che fa finta di giocare ancora con altre due parole, destra e sinistra, quello che Sandro vuole sollecitare è una qualunque presa di posizione, un pronunciamento qualsiasi: un segno di vita insomma.

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Su questo solco si inserisce perfettamente Francesco De Luca con Cosa dire? [5], in cui accenna a un’aria di attesa: “Sul sito domina il silenzio” dice, e non è quello dei redattori né della Posta dei lettori, che anzi questa settimana fa registrare due simpatici interventi (leggi qui [6] e qui [7]). E anche Vincenzo Ambrosino coglie da par suo la palla al balzo per suggerire: “Diciamo qualcosa di civiltà sociale ed economica” prospettando provocatoriamente un manifesto marziano [8] in cui si affrontino alcune tra le problematiche che immobilizzano l’isola, a cominciare dal Pai.

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L’apoteosi arriva senza mezzi termini con il parere espresso da Sang’ ‘i Retunne in E s’i ciucce nun ràgliene? [10]. La regola vorrebbe che un asino che non raglia “o sta faticando o sta mangiando”. Troppo semplice, commenta il prode Giggino: c’è una terza ipotesi, “che stia dormendo doce doce“. E qui torniamo a quel benedetto silenzio…

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A proposito di notizie riguardanti l’Amministrazione, più nebulosamente da un comunicato pubblicato sul sito dalla “Casa dei Ponzesi” (leggi qui [12]), e più chiaramente da un articolo riportato nella rassegna stampa di ieri 05/5 (leggi qui [13]), apprendiamo di un’ennesima diatriba a proposito dell’apertura al pubblico delle due cisterne nella prossima estate, messa in dubbio dalla minoranza, e in primis da Piero Vigorelli. Immaginiamo che questa polemica proseguirà: solo il tempo ci darà modo di sapere chi ha ragione.

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Qualche buona notizia arriva sul fronte sportivo, con il successo della Gaeta Handball 84 [15], seconda alla Jarun Cup, categoria Under 16, come racconta con entusiasmo Antonio Viola; e con la notizia che Ponza nel mese di luglio ospiterà un Camp estivo di basket per giovani cestisti. La kermesse è organizzata dalla Ac Sports Events e vedrà, a metà strada tra sport e spettacolo, la partecipazione del gruppo Da Move, che si è esibito di recente addirittura davanti a Papa Francesco.

Vorrei concludere comunque nominando ancora una volta la figura di Pierino [16], ricordata lo scorso 29 aprile, a poco più di un anno dalla sua scomparsa, con la presentazione di un libro a lui dedicato. Una presentazione [17] – ci informa Enzo Di Giovanni – che non ha suscitato grande interesse e non ha registrato molte presenze. Nell’unico commento all’articolo, Vincenzo Ambrosino rimprovera Enzo di non esprimere a chiare lettere la sua delusione: un sentimento che, dice lui, potrebbe scuotere le coscienze e suscitare una reazione diversa.

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Eppure, forse Vincenzo non se n’è accorto, quella delusione è in ogni parola, in ogni sillaba: si fa tangibile, e chi non la coglie è perché non vuole coglierla. In “Perché” mi ha colpito in particolare il passaggio in cui Enzo dice: “Il libro che potete trovare a Ponza se avete voglia di cercarlo”. Già, perché basta “avere voglia di cercare” per “poter trovare”: vale per il libro, sarebbe potuto valere per Pierino. E per tutte le persone e le cose che invece non vogliamo vedere.

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Pierino Coppa. S. Silverio