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Epicrisi 170. Dal Lanternino a Punta Incenso

 di Rita Bosso

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Mi scuso con alcuni collaboratori del sito: questa mia epicrisi prende spunto esclusivamente dagli articoli che riguardano l’isola e i giovani in modo particolare.
Sono reduce da tre giorni sull’isola faticosi e ritempranti, ho trascorso molte ore con gli studenti di Ponza, sono ancora immersa nei colori, nei suoni, negli odori che questa stagione regala.
Immagino quali emozioni debbano provocare nella piccola Sofia che, per la prima volta, vede uccelli [2] dalle strane forme e dai colori sgargianti, apprende nomi e proverbi [3], comincia a capire che la vita è migrazione, è volo, è cura delle radici.

Tra qualche anno Sofia parteciperà a Papà, portami a pesca’, la bella manifestazione che si è svolta sabato 7 aprile, giunta alla terza edizione; si allenerà con Giosuè Copp [4]a, mister entusiasta, severo quando è necessario esserlo, che mette al primo posto l’aspetto educativo: un giocatore lo vedi dal coraggio dall’altruismo e dalla fantasia, canta De Gregori.

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Vorrei tranquillizzare Silverio Guarino [7]: l’anno scorso, a maggio, dunque in età sceriffea, accompagnai un gruppo di studenti partecipanti al progetto APPonza. All’ennesimo slalom tra deiezioni di cani i ragazzi proposero, quale tema per la app dell’anno successivo, la cacca-localizzazione.

A proposito di dicunt e di dicitur: una signorina di mia conoscenza traduceva con Ammieza ‘a piazza diceno (se era a Sant’Antonio) e con A Sant’Antuono diceno (quando si trovava in piazza).

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Gli studenti dell’Istituto Pisacane di Ponza hanno dato un valido contributo al completamento delle app di APPonza, il progetto di alternanza scuola-lavoro realizzato dal liceo Volterra di Ciampino e dalla Pro loco, attenta a promuovere la conoscenza del territorio.
Quest’anno abbiamo lavorato al periodo borbonico, realizzando tre app: Il Porto a Colori, una guida al centro storico; Le Forna; Historica, che conduce alla scoperta degli angoli più nascosti del porto attraverso una caccia al tesoro [9].

Gli alunni di Ponza hanno accolto gli studenti di Ciampino; i due gruppi si sono ben amalgamati, hanno cooperato nella fase di geolocalizzazione, sono stati a Forte Papa e alla Cisterna del Comandante, hanno partecipato alla caccia al tesoro, sono andati a cena insieme. La preside Annamaria Masci e la vicepreside Angelida Costanzo hanno reso possibile questa esperienza di cooperative learning.

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Abbiamo avuto guide eccezionali: Sandrone Vitiello ci ha fatto da cicerone a Le Forna, Silverio Lamonica ci ha consentito di visitare i Cameroni, di fare una passeggiata virtuale lungo la Via del Confino – grazie ai pannelli di APPonza 2017, conservati in una saletta – e ha illustrato la vicenda dell’affondamento del Santa Lucia; il bravissimo Salvatore Scotti, studente del Pisacane, ha fatto da guida alla visita della Cisterna di via del Comandante che Tommaso Andreozzi ha tenuto aperta per l’occasione.

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Mi hanno accompagnata due miei colleghi [12], Patrizia, insegnante di storia e filosofia, e Massimo, insegnante di informatica. La proposta di realizzare le app su Ponza borbonica è stata per Patrizia un invito a nozze, i grandi temi del programma di storia e di filosofia del quarto anno ci stanno tutti, tra il Lanternino e la Punta Bianca, basta saperli leggere.

Seduti a un tavolino del bar Onda Marina, chiacchieriamo e sgranocchiamo patatine. Qualche decennio fa, al balcone del secondo piano era affacciato Cesare Rossi, un pezzo di storia del fascismo, un esempio di potente che cade in disgrazia… ma fino a un certo punto, sa troppe cose per non essere trattato con riguardo; o forse è semplicemente un ultra-cinquantenne che  si riposa dopo una vita avventurosa, sposa la donna che gli è sempre stata al fianco e la porta qui, nella casa di Sant’Antonio. Affacciati al balcone, Cesare e Margherita osservano l’incanto dei colori, pensano a ciò che è stato e a quello che sarebbe potuto essere, a quello che potrebbe ancora essere… sono qui, sopra le nostre teste, bisbigliano, lui ha richiesto le ennesime tremila lire e probabilmente le riceverà, lei pensa alla cena da preparare.

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Patrizia non  crede alle mie parole, controlla su Wikipedia; lo stesso accade quando, affacciate a un muretto di corso Umberto, le racconto di Nenni e di Mussolini separati da pochi metri di mare.
Le storie di confinati sono storie di uomini e di donne che hanno camminato su questi basoli, hanno litigato, amato, discusso, hanno cucinato e mangiato; le loro vicende sono qui, intorno a noi, intrappolate nelle viarelle, nelle scalinatelle, se solo sappiamo ascoltarle, rispettarle e tramandarle.

Cara Sofia, crescerai bellissima e creativa, buon sangue non mente.
Imparerai a volare, a nuotare e a tenere i piedi saldamente piantati a terra.
Quest’isola è tua, dei tuoi amichetti di passeggino e pazienza se non avrete una Caletta in cui imparare a nuotare, un grottone di Chiaia di Luna da attraversare e  un Pizzopapero da scalare.
Quest’isola è di Salvatore, di Siria, di Benito, di Silverio ma anche di tutti i ragazzi del mondo.
Sarete bravissimi, amerete questa terra che è abituata agli alti e bassi, sa che allo splendore della Roma Imperiale con ville, cisterne, murenari e mitrei, segue un Medio Evo di spopolamento e di inerzia.
Vi metterete al servizio dell’isola, della sua storia e della sua natura, anziché chiederle di mettersi al vostro servizio, di appagare i vostri piccoli narcisismi, i protagonismi, gli egocentrismi.
Leggerete i versi [14] di chi ha saputo cogliere la dimensione più profonda e autentica dell’esistenza.
Vi interesserete alla storia dell’isola [15].
Sarete inclusivi, generosi, accoglienti e cooperativi; lo siete già stati in questi giorni con i vostri coetanei ciampinesi.
Spicciatevi a crescere, c’è bisogno di voi.