Ambiente e Natura

Si dice che a Ponza…

di Silverio Guarino

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Nell’amata lingua latina, il “si dice” viene tradotto o all’impersonale passivo “dicitur” o al personale attivo “dicunt” (dicono). In ogni caso il “si dice” sta a indicare una sorta di brusio vocale che, per opera di pochi e poi di molti, diventa una notizia che va sulla bocca di tutti. Vera o falsa che sia.

Manco dall’”amato scoglio” da cinque mesi (era in occasione della ricorrenza dei defunti, quando avevo anche provato a riunire, senza successo, i donatori di sangue di Ponza per provare a fare una sezione Avis comunale). Le persistenti condizioni avverse meteo-marine dei fine settimana hanno rappresentato da allora la scusa per non attraversare più il mare con i mezzi attualmente a disposizione.

Ma da Ponza arrivano le notizie che vado ad esporvi e che rendono sempre più simile ad una metropoli il nostro “amato scoglio”.

Le cacche dei cani.
Sembra che siano aumentate per numero, volumi, odori, colori e caratteristiche organolettiche. Ma i cani dei ponzesi sono “da caccia” o “da cacca”?
Io personalmente, senza andare a Ponza, ho dovuto “buttare” un paio di scarpe per aver acciaccato una “merda” di cane la sera delle elezioni, quando sono andato a votare a Latina il 4 marzo. Nel buio della scarsa illuminazione ho avuto un incontro ravvicinato con le deiezioni di cani mai raccolte dai loro padroni. E il fato ha voluto ricordarmi queste elezioni in questo modo (mio cugino Placido si sarebbe fatto amputare il piede con tutta la scarpa!). Isola di Ponza come le città metropolitane.

I parcheggi e le locazioni “selvagge” delle autovetture e dei mezzi di locomozione. Dovunque e comunque. Come nelle grandi città.
Cacche di cani e parcheggi “selvaggi” possono essere espressione di un “balzo in avanti” della leggerezza dei residenti (questa volta solo dei residenti) verso una moda metropolitana. Ponza come le città del “continente”, insomma, niente di originale.
E “si dice” che ciò possa avvenire perché manca l’azione dello “sceriffo”, tanto odiato ma ora tanto auspicato (“Quando c’era lui…”).

Cari compaesani, ma avete ancora bisogno di uno “sceriffo”? Non vi è bastato il passato? E non pensate che dovete essere voi gli “sceriffi” di voi stessi? Con il dare il buon esempio uno all’altro.

E mentre mi complimento con l’iniziativa “Raccoglimi!” della Associazione AttivaMente Ponza relativa alla prossima giornata del 14 aprile, invito tutti ad un’altra iniziativa: “Non sporchiamo!”
Da buon medico la lezione è sempre la stessa: “Meglio prevenire che curare”.

E quando “si dirà” che tutto ciò avverrà?
Risposta: è come quando si decide di smettere di fumare: da subito! Da adesso! Basta poco! Il bene è contagioso.


Nota
Le vignette di Altan che illustrano l’articolo sono una scelta della Redazione, indipendente dall’Autore

1 Comment

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  1. vincenzo

    11 Aprile 2018 at 19:11

    Caro Silverio mi sei molto simpatico e non lo dico con ironia, ma siccome nessun avrà da dirti qualcosa di amichevole provo a dirtela io.

    I cani c’erano in numero maggiore qualche anno fa quando tu giocavi nell'”amato scoglio” ma a quell’epoca gli sparatori erano legittimati a tenere sotto controllo i loro cani solo quando gli servivano e solo in quel caso non cagavano nelle piazze o nelle vie ma in tutta la campagna circostante. Ti ricordo tra l’altro che di quei tanti cani in libertà solo pochi mangiavano crocchette per cui puoi immaginare la digestione.

    Quando c’era lo “sceriffo” si rispettava “il cane per il padrone” per cui il problema non è stato risolto: nessuna sceriffata può risolvere problemi culturali.

    Tu sai che solo una cultura consumistica fa comprare e vedere gli oggetti non certo una sana cultura del riciclo. Per cui quando qualcosa si rompe dopo si aggiusta e quando si sporca certo si lava non si getta.
    Con questo non ti voglio dire che non hai ragione: i cani vanno tenuti a guinzaglio e quando sporcano il padrone deve con paletta e sacchetto pulire. Ma io credo che questa verità è stata rivolta in modo “ecumenico” a tutti i ponzesi per cui trova il tempo che trova e suscita anche “battute” del tipo: “Silverio dovresti saperlo che la merda porta fortuna!”.
    Meglio se ti rivolgevi al Sindaco dicendogli: “Sindaco, si dice che l’amato scoglio è pieno di cacca; se è vero vedi di provvedere perché Ponza ha da offrire ai turisti altri faraglioni!”.

    Anche per quanto riguarda i parcheggi hai ragione ma impariamo a segnalare questi problemi direttamente a chi è deputato a risolverli, altrimenti continuiamo a generalizzare colpevolizzando tutto e tutti con il risultato che le cose restano invariate nel tempo.

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