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Parliamoci in modo diretto…

di Vincenzo Ambrosino
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Ci sono stati in questi giorni su Ponzaracconta molti equivoci. La mia volontà di raccogliere l’invito di Gennaro ad aprire un dibattito post elettorale – utilizzando prima il “coccodrillo di Vigorelli” e poi una mia richiesta agli amministratori comunali di elevare il tono politico con un convegno programmatico – è stata da una parte stroncata e dall’altra ignorata.  
Comunque la necessità che l’amministratore comunichi bene la sua azione politica, la necessità di parlare di politica per la risoluzione dei nostri problemi, rimane, per me, fondamentale.
Per cui ci riprovo in forma diretta ponendo pubblicamente agli amministratori, a cominciare da Gennaro, delle domande  che spero verranno accolte nel giusto spirito e risposte con entusiasmo.
Caro Gennaro Di Fazio,
per questa tornata elettorale non volevo votare ma mio suocero di 92 anni, quella domenica, mi ha buttato giù dal letto e mi ha detto: “Vince’, accompagnami devo votare per il dottore!”
Ordine perentorio, per cui l’ho accompagnato. Ho dovuto fare anche la fila al seggio che mi ha costretto a guardarmi in giro e a fare delle riflessioni.
Ho pensato a quel vecchio  davanti a me che quotidianamente viveva la sua vita fuori dal contesto sociale ed economico, che passava il suo tempo nel suo giardino e sulla poltrona davanti alla stufa (che costa 46 euro) a vedere trasmissioni televisive berlusconiane, che da tempo non aveva più al suo fianco la moglie e in parte le sue figlie, che dopo aver lavorato una vita “sull’acqua salata” aveva visti ripagati i suoi sacrifici, da questo Stato liberista, con una pensione da fame (600 euro al mese); bene questo vecchio uomo sul “viale del tramonto”, malgrado tutto, aveva sentito il dovere, non credo civico – ma morale e di riconoscenza verso un suo percorso umano – di votare il suo compaesano, dottore, Gennaro Di Fazio”.
Ho pensato: “Se quest’uomo trova un solo motivo per votare perché non posso trovarlo anche io? Per cui ho votato!
Il mio voto è stato indirizzato al cambiamento per Senato e Camera e alla opportunità di Scopo in Regione.
Gennaro hai preso 488 voti e più della metà di questi voti non sono voti del PD, non sono voti di consenso a Zingaretti, non sono voti di riconoscimento al tuo  impegno politico negli anni passati: sono consensi dati alle tue doti umane e soprattutto professionali.
Come hai visto con questi consensi non puoi raggiungere obiettivi più ambiziosi!
Chi non ti ha votato cioè il 70% dei reali votanti, ha motivato direttamente e indirettamente la sua scelta, con affermazioni che possono essere tradotte in domande che a mio avviso ti impongono delle risposte.

Gennaro, qualche amico, in tempi non sospetti, preoccupato dalla mancanza di candidature credibili, ti ha invitato a fare il capolista alternativo a Vigorelli ma tu hai cortesemente rifiutato per improrogabili impegni professionali. Cosa è cambiato nel giro di pochi mesi nei tuoi impegni personali per convincerti a cambiare idea e addirittura accettare di entrare in lista non come capolista?
Gennaro, quando tu hai aderito alla “casa dei Ponzesi”, di fatto a Ponza il destino di quelle elezioni era già stato scritto: solo Vigorelli pensava che potesse ancora vincere quelle elezioni. Comunque, dopo avere preso molti consensi personali, che dovevano accrescere le tue responsabilità, ti sei in parte dileguato. Come spieghi questo comportamento che ha deluso molti cittadini di Ponza?
Caro Gennaro vista la tua – definita da molti elettori – “de-responsabilizzazione” nell’assumere incarichi di primo piano al Comune, qualcuno ha concluso che la tua candidatura al Comune era stata strumentale per la successiva candidatura in Regione. La loro risposta elettorale è stata consequenziale: non votando una persona che aveva fatto calcoli politici personali e li spacciava per interessi pubblici! Che cosa puoi dire a questi tuoi concittadini per convincerli che hanno sbagliato a pensarla in quel modo?
Caro Gennaro tu comunque hai fatto una campagna elettorale per la Regione, parlando di candidatura di Scopo. Hai affermato che Ponza era isolata (quindi hai implicitamente riconosciuto che – nei precedenti cinque anni – Zingaretti aveva dimenticato l’isola) per cui, in incontri pubblici, incoraggiato anche dalla presenza del Sindaco e di molti amministratori, hai sostenuto che per rompere questo isolamento bisognava eleggere un ponzese. Ma valutando i tuoi 488 voti (pochissimi rispetto ai 1281 della casa dei ponzesi), devi ammettere che molti amministratori di maggioranza non ti hanno fatto votare. Come spieghi questa insensibilità di parte della tua maggioranza di non comprendere l’importanza della tua candidatura che rimaneva “di Scopo”?
Se non l’hanno compresa la tua maggioranza come hai potuto affermare che ti aspettavi che la comprendessero quelli dell’opposizione?
Ci sono stati degli errori da parte tua nella presentazione della tua candidatura che non ti hanno permesso di ottenere quel plebiscito di voti utile per consentirti di diventare consigliere regionale?

Caro Gennaro al di là della tua mancata elezioni tu rimani uno “Zingarettiano” convinto, un uomo comunque dell’area Democratica. A mio avviso rimani l’unica carta che questa amministrazione ha da giocare per rompere quell’isolamento di cui si parlava. Non penso che bisogna per forza essere eletti per continuare la battaglia politica per la propria comunità. Inoltre  è evidente che  per accrescere i propri consensi oltre alla riconosciuta dedizione professionale per i ponzesi, bisogna che si inizino a seminare azioni politiche che producano risultati reali per la comunità isolana.
Come credi di continuare il tuo impegno politico nei prossimi quattro anni, al di là di cariche dirette, per ottenere risultati concreti per la tua isola?
Nota
L’immagine di copertina, “Eugène Delacroix  Le 28 juillet. La Liberté guidant le peuple (1830)” è stata scelta dalla redazione