Ambiente e Natura

Il coraggio di ricominciare e… quello di non fare sconti

di Giuseppe Mazzella di Rurillo

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Una bella lezione di vita quella fatta dal famoso psichiatra, psicologo, sociologo Paolo Crepet, 67 anni, un lungo percorso culturale, sabato 17 febbraio all’ Hotel Re Ferdinando di Ischia invitato dall’Opera Pia Iacono-Avellino Conte presieduta da Celestino Vuoso.
Crepet è stato chiamato per fare un’iniezione di speranza e di fiducia in se stesso al popolo dell’isola d’Ischia colpito dal terremoto del 21 agosto che ha riguardato soprattutto la comunità civile di Casamicciola, in misura minore quella di Lacco Ameno e solo marginalmente quella di Forio.
Una sala gremita di circa 400 persone. Nessun partito politico oggi in piena campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento, dove ci dovrebbe essere la “sovranità popolare”, sarebbe capace di suscitare un simile interesse, una simile attenzione.
Qual è il segnale? Una profonda sfiducia nella politica – a tutti i livelli – ed una ricerca della “società civile” di trovare risposte e soluzioni in se stessa. Nessun aspirante “parlamentare” presente. Solo Cittadini consapevoli quasi a testimoniare che una società “sociale” è molto più avanti di una società “politica” o meglio “partitica”.

Il terremoto ha colpito soprattutto Casamicciola.
Casamicciola – è stata colpita per la tredicesima volta nella sua storia e 134 anni dopo il terribile terremoto del 28 luglio 1883 in cui perirono 2333 persone su una popolazione di circa 4mila abitanti.
Il bilancio del terremoto del 21 agosto 2017, ore 20.57, IX grado della scala MCS nell’area epicentrale di La Rita-Purgatorio, la scossa di soli 6 secondi mentre quella del 1883 fu di tredici secondi, è stato in termini di vite umane per fortuna molto basso. Solo due morti. Ma i danni causati dal terremoto sono stati enormi: circa 2600 persone sfollate, oltre 700 fabbricati colpiti direttamente da un “serpente” che ha toccato tutta Casamicciola e Lacco Ameno e Forio nelle località Monterone e Panza.

Casamicciola non ha più un edificio pubblico agibile: inagibili 5 plessi scolastici della scuola dell’obbligo, i due istituiti superiori. Inagibile perfino il fabbricato dove aveva sede il Municipio e che avrebbe dovuto essere anche un Museo Civico dove consegnare la Memoria e l’Insegnamento dei 12 terremoti precedenti ma anche i segni della voglia e della capacità di Rinascita. Non ha più nemmeno l’Osservatorio Geofisico che fu costruito dal Regno d’Italia nel 1885 e la sua storica “scientifica” e “burocratica” dovrebbe essere posta come “emblema” della “particolarità italiana” o “italiaca” .

800 bambini senza la scuola, 300 ragazzi senza il loro Istituto, ma circa 3mila persone senza la casa. Una casa costruita con mille sacrifici e mille sofferenze senza un Piano Regolatore Generale perché lo Stato – che all’Italia risponde oltre la monarchia e la repubblica – dal 1886, cinque anni dopo il sisma del 1883, aveva dato la “baracca definitiva” ai terremotati del secolo decimonono. Altro esempio “ italiaco”.

Christian Wilhelm Allers: “La bella Napoli” (1893) – “Casamicciola” 10 anni dopo il terremoto

Se ci fosse stata questa premessa “statistica”, la lezione di Crepet sarebbe stata ancora più efficace.

Infatti una “società civile” solidare può fare – come ha fatto – moltissimo per “l’emergenza” – l’eterno vocabolo italiano che da provvisorio è diventato definito (le baracche di Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, resistono da 134 anni!), – ma può fare molto poco se l’ordinamento giuridico della Repubblica non fa la sua parte. Se non dà ai paesi colpiti dal terremoto una “regola” che gli urbanistici chiamano “piano regolatore generale”.

Crepet ha dato fiducia: “il terremoto è un evento non una sventura”. Poteva accadere ed è accaduto dopo 134 anni nell’isola “vulcanica” di Ischia. Ma tutta l’Italia è area sismica. “Le case italiane debbono resistere al grado 8.2 della scala Richtner”. Siamo un Paese antico e pieno di “borghi”. Ma in Friuli dopo il terremoto del 1976 hanno ricostruito tutto e perfettamente, mentre la stessa cosa non è stata fatta in Sicilia nel Belice. Dal Belice sono passati 50 anni. Perché?

Crepet è stato categorico: “Bisogna togliere le macerie. Le macerie ricordano la “scossa”. Minano la mente e lo spirito e diventano macerie “dentro” di noi”.

Ha citato Sant’Agostino: “la speranza richiama alla dignità. E’ fatta di indignazione e coraggio”. Dobbiamo avere l’una e l’altra per “ricominciare”. Se non “ricominciamo” noi moriamo con il terremoto. Sono morti molti anziani “dopo” il 21 agosto. E’ quello che si chiama “stress post-terremoto”. Gli anziani che hanno perso la loro casa, il loro quartiere, hanno sentito la fine. Il mondo per loro era finito.

Ed allora? Crepet ha una ricetta: “Tu cittadino ti devi sentire attivo. La prima cosa che bisogna fare dopo un terremoto è ripristinare i “luoghi fisici” dell’aggregazione sociale. Quindi le scuole, i circoli, le associazioni. Luoghi dove la gente si incontra e cerca di superare l’angoscia e discute delle soluzioni”.
“Da solo l’uomo non è niente – ha detto Crepet – dobbiamo essere tutti in “relazione”.

Dobbiamo ripartire dalle piccole cose come quella nave che aveva una goccia di olio sulla prua che invece di un danno era una virtù perché navigava più veloce. Nella ricostruzione non dobbiamo essere “furbi”. Lo “sciacallo” fa parte del mondo animale non di quello umano.

Noi ad Ischia “siamo una perla straordinaria del mondo”. Dobbiamo fare Comunità. Questa è la strada “Maestra”. Ma non dobbiamo “ fare sconti a nessuno”.
Chiaro riferimento ai politici, alle classi “ dirigenti” dei nostri Municipi chiusi ed incapaci di affrontare l’ “Evento”.
Chi ha cervello e cuore ha capito.

 

Casamicciola, 17 febbraio 2018

In condivisione con “Il Continente” – agenzia di stampa per il rinascimento di Casamicciola e l’isola d’Ischia.
Giuseppe Mazzella – direttore responsabile

1 Comment

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  1. Rinaldo Fiore

    18 Febbraio 2018 at 12:30

    Mi sono emozionato nel leggere Crepet: ha perfettamente ragione, come ha ragione Zecchi quando ha detto che bisogna dare amore per amare…
    Sono stato ad Ischia pochi anni fa, ci tornerò perché la mia vita è assieme. La nostra vita è assieme, da soli non esistiamo e non è un caso che la vita si manifesti per l’amore o l’unione di due persone, il minimo necessario per essere assieme.
    Stare in pensione mi ha obbligato a riflettere , a riflettere sulla vita attuale e passata come non l’ho mai fatto, forse perché la memoria dimentica facilmente.
    Dagli studi del liceo e dell’Università e poi della filosofia dell’agopuntura ho imparato che la formula N/ D è dinamica perché quando l’uno aumenta l’altro diminuisce e/o aumentano tutti e due e la risultante K va da zero all’infinito: insomma la vita è tutta qui. Nulla esiste solo come N o D, tutto esiste e vive nella relazione tra N e D; i valori assoluti non valgono un fico secco, solo la relazione ha valore e questo in tutti gli ambiti dello scibile umano…

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