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I novant’anni di Topolino e i nostri fumetti

proposto da Sandro Russo
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Leggo dal giornale di ieri (la Repubblica del 16 genn. 2018. L’articolo è in fondo, in file .pdf) dei novant’anni di Topolino e il pensiero corre a come passa il tempo e a come il “topastro” ci ha fatto compagnia nei nostri anni verdi.

Naturalmente da bambini e da ragazzi noi leggevamo l’avventura per l’avventura; ancora da venire i tempi delle analisi critiche del personaggio; ma fa un certo piacere realizzare – e l’articolo bene lo puntualizza – come Mickey Mouse abbia incarnato e difeso i valori della middle class americana (che con qualche decennio di ritardo sarà anche la piccola borghesia italiana post boom economico).

Un ulteriore motivo di compiacimento di questa conferma risiede nel fatto che a me Topolino non è mai piaciuto! Gli preferivo di gran lunga le avventure di Paperino (Donald Duck) e Qui Quo Qua (Huey, Dewey and Louie) alle prese con lo zio Paperone (Scrooge McDuck); tutti contro la Banda Bassotti (Beagle Boys); anch’essi superati (nel gradimento personale) dall’apparizione di Paperoga (Fethry Duck), che letteralmente mi conquistò. E nelle storie di Topolino trovavo irritante anche la figura di Pippo (Goofy), mentre mi era simpatico il furfante Pietro Gambadilegno (Peg Leg Pete) e la sua compagna Trudy; meno per l’infido Macchia Nera.

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Le letture più intense, da ragazzi, erano naturalmente estive e la sede erano i tavolini e le seggiole di vimini del Ristorante Zi’ Capozzi in Piazza, dove ci si riuniva con Luisa e Silverio (Guarino), Franco Zecca (il padrone di casa) e vari ospiti occasionali.

Ma quella di Topolino fu (per noi) una breve stagione. Sempre dall’America arrivavano Nembo Kid (allora ancora non si chiamava Superman), e Batman & Robin. Che se la battevano ad armi pari con i fumetti nostrani, Il Monello e l’Intrepido, quest’ultimo senz’altro il mio preferito, con una serie di personaggi di cui ancora ho ricordi molto vividi: Chiomadoro di Mayabar, Roland Eagle, Mike Mount (da pronunciare rigorosamente com’erano scritti!) e Liberty Kid…

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[5]L’inizio di una delle avventure di Roland Eagle (cliccare per ingrandire)

Meno frequentati nel nostro giro erano quei fumetti lunghi (vere strisce) con i personaggi che si chiamavano Blek Macigno, “Il grande Blek”, Salasso e Doppio Rum.

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Forse c’erano già l’Uomo mascherato e Mandrake? Chissà?
– Aho! E chi sei, Mandrake?! (si pronunciava così com’è scritto, non all’americana Mandreik!).

La stagione di Diabolik, Kriminal e Satanik era ancora da venire e neanche c’erano ancora (che io ricordi), Tex Willer e i suoi pards (di Bonelli e Galeppini): il figlio Kit (frutto del grande amore per Aquila della Notte, la bellissima donna navajo, purtroppo scomparsa), il fratello di sangue Tiger Jack e il più anziano Kit Carson (Capelli d’argento), il “vecchio gufo” o il “vecchio cammello”:
– Su, preparami una bistecca alta tre dita e una montagna di patatine, e non scordare un boccale di caffè nero e bollente… Corpo di mille pipe!

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Ah! Che tempi!

[8]Walt Disney (1901-1966) posa con le sue “creature” negli anni Trenta

L’articolo da la Repubblica del 16.01.18, a firma di Stefano Massini: Buon compleanno Mickey Mouse [9]