Ambiente e Natura

Leccornia, frivolezza o sfondone

di Francesco De Luca

 

E’ una facezia, per essere in sintonia col clima festoso.

I rotondi, i nostri cari pesci, fiore all’occhiello della cucina popolare ponzese sono denominati nella lingua italiana zerri.
In latino la famiglia ittica è la Centracanthidae, distinta fra zerro ovvero spicara maris e zerro musillo in latino centracanthus cirrus (da noi volgarmente detto mussuolo: nella foto).

Il dialetto, si sa, segue strade sue, orecchia, rincorre assonanze, storpia. Lo zerro si è trasformato in zero e da qui il passo a rotondo è davvero piccolo.
Tutto questo per dire cosa ?

Il 24 novembre 1251 (milleduecentocinquantuno) il notaio Guarnerio Ossatener ebbe il suo bel da fare. Era stato invitato dall’abate del monastero di S. Teodoro in Gaeta e per lui redasse un documento in cui Giovanni, l’abate, per nome della Curia vescovile gaetana, concedeva e locava in perpetuo l’isola di Palmaria con tutti i diritti e le ragioni tanto in pescherie quanto in altri proventi a “don Pietro Spinello abate, a don Giovanni Lordemanno priore e a don Giovanni Bartolomeo Fino cellerario del Monastero di S. Maria dell’isola di Ponza ” (Apollonj Ghetti – L’arcipelago pontino – Palombi editore – Roma 1968 – pag 112 ).

A questa donazione cosa si doveva dare in cambio? “Trecento cerri secchi da corrispondere il giorno dell’Ascensione o pochi giorni dopo, se allora la barca del monastero (quello di Santa Maria in Ponza – nota mia) per alcun caso non potesse venire a Gaeta e un tinozzo di fichi secchi nel mese di ottobre”.

“Cerri”? E cosa sono? Apollonj Ghetti (lo storico) commenta: i cerri dovevano essere una qualche specie di pesci. E infatti si precisa che, se non fossero stati reperiti i cerri, i monaci di Ponza dovevano corrispondere il valore di stima degli stessi in altri pesci.

Il documento è contenuto nel Codex Barberiniano latino della Biblioteca Vaticana (cc 12-15 ).

Cosa sono i cerri? Sono i nostri rotondi , sono sicuro. Ma, che ne sia sicuro io non vuol dire proprio niente. Storicamente ininfluente. Però a me l’interpretazione non dispiace. Anzi. Che i rutunne abbiano un loro posto codificato nella storia di Ponza mi solletica molto, ancor più… che non i rutunne arrustute.

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