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Refolo indagatore

di Francesco De Luca

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Me ne stavo rintanato sotto un arco che si apre nella viuzza a fianco della Chiesa del Porto. Quella che si inerpica ascendendo il colle della Madonna. Avevo scorrazzato fra le alte cime dei due alberi e la lanterna della cupola. Le ombre già dominavano tutto, anche i rapporti umani rinserrati nelle case, quando ho sentito canti melodici solleticarmi i ricordi. Avevano l’intreccio suadente e, soprattutto, evocavano un passato giovanile.

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Ho girato un po’ per trovare lo spiffero che mi desse l’accesso e mi sono trovato in chiesa. Il suono proveniva dall’armonium suonato da Giovannino che guidava le voci di un gruppo di donne e uomini. Qualcuno ancora tossiva per i fumi dell’incenso da poco agitato nel turibolo da don Ramon, in onore dell’Ostia sacra con la quale ha benedetto i fedeli.

Ma certo… che smemorato… s’era da poco concluso il rito della Novena in onore della Madonna Immacolata.

Ella infatti era là, sotto il baldacchino innalzato da Luigi. Bianco e celeste, i due colori dominanti. Un addobbo semplice ed efficace. Il coro stava limando i preparativi per l’otto dicembre, festa dell’Immacolata.

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Il fervore più solerte, da me avvertito, suggeriva che qualcosa di inconsueto si attende.

Mi intrufolo nei parlottii e vengo a sapere che quest’anno per la ricorrenza sarà presente mons. Luigi Vari, l’arcivescovo, incuriosito dalla pratica votiva che vede una processione di uomini girare per il paese annunciando con canti la dedica dell’intera giornata alla devozione mariana.

C’è dell’altro. Per l’occasione il Comune ha invitato Ambrogio Sparagna e il suo gruppo a tenere un Concerto. Il musicista ha colto l’occasione per presentare alla comunità isolana il documentario Lascia stare i Santi. Il video implicò, due anni fa, lo stesso Sparagna, a venire a Ponza e a riprendere la processione mattutina. Si trattava infatti di realizzare un progetto della Regione volto a filmare le pratiche religiose confuse con le usanze profane, che si rappresentano nei paesi del Lazio.

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Da quanto ho capito giorno 7 e giorno 8 dicembre la comunità isolana sarà sollecitata a considerare la sua devozione mariana con più attenzione.

Questa devozione mariana trova in don Luigi Dies (1912 – 1973) il suo ideatore e promotore.

La pratica devota si data negli anni ’40 allorché, giovanissimo, don Luigi, divenuto parroco, capì che il suo mandato pastorale doveva essere seminato soprattutto nell’animo dei giovani. E a loro presentò, quale incarnazione dei valori cui aspirare, la Vergine Maria nella espressione dell’Immacolata Concezione.

Purezza, bellezza, dedizione: questi gli ideali. Il tutto misto a canti, a incontri, ad una amicizia pervasiva.

“Il culto bimillenario di Maria SS. nell’isola di Ponza” (tipografia di Casamari; 1958) è il libricino dove don Luigi teorizza che Ponza, ove è attestata la presenza del culto di Mitra, sia stato il luogo dove la comunità dei cristiani subì numerosi martiri e affermò il culto di Maria, madre di Gesù. Scrive a pag. 5: “I nostri relegati dei primi secoli del cristianesimo, vittoriosi sul gruppo degl’iniziati mitriasti, forse da loro stessi convertiti, hanno celebrato in quello stesso speleo i misteri cristiani e certamente avranno introdotto, in una delle sinassi natalizie, chi sa di quale anno, ciò che Roma aveva introdotto, cioè il culto della natività di Gesù secondo la carne”. Lo attesta, dice don Luigi, confortato dal giudizio del prof. Maiuri, la trasformazione del mitreo in Ponza in un luogo di culto cristiano.

Da qui don Luigi diede inizio ad un processo di marianizzazione dell’isola. La pratica di inneggiare alla Madonna per le strade del paese aveva l’intento di sollecitare tutti a dedicare l’intero giorno alla devozione.

Chesta è santa – ’sta iurnata – è ’a Madonna Immacolata
Arricuordete oi Punzese chito è ’u iuorno l’otte ’i mese
Oì Mado’ chesta iurnata ie te l’aggio cunsacrata

Frotte di bambini, ragazzi, giovani, maschi e femmine, furono affascinati da questa visione di religiosità mariana. Tanto che don Luigi sognò la consacrazione dell’isola a Maria. Cantò: Ponza è tua, Silverio l’ha detto.
Fece balenare agli occhi dei fedeli l’immagine di Maria sovrana, regina dei Ponzesi.

Nel 1955 spronò tutte le famiglie della parrocchia a donare un’offerta per realizzare una corona che sancisse il dominio di Maria nei cuori dei Ponzesi

Il 20 giugno di quell’anno in piazza Pisacane don Luigi pose sul capo dell’Immacolata una corona d’oro. Fu l’atto celebrativo della consacrazione a Maria.

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Io sono un leggero refolo. Sono lontano dai gravami della fede. La mia inconsistenza frivola mi permette di origliare e riportare. Ho un debole per i canti, questo sì. Rimarrò perciò nella grande cupola. Voglio sentirmeli tutti i canti per la Madonna Immacolata.