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Storie della nostra emigrazione… Non sempre fu “sogno americano”

riceviamo in redazione dalla Associazione Culturale “Ambasciatori della fame” di Pescara, e volentieri pubblichiamo
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Storie della nostra emigrazione… non sempre fu “sogno americano” 

Nella tragedia mineraria di Benwood, nel 1924, morirono tre giovani originari, molto probabilmente, di Ponza: Gaetano, Raffaele e Silverio Vitiello.

Ricostruiamo la storia dei tre Vitiello che invece del “sogno americano” trovarono la tragedia.
Provenivano, con ogni probabilità, dall’Isola di Ponza (LT), frazione di Le Forna. Morirono, il 28 aprile del 1924, nella tragedia mineraria di Benwood in West Virginia.
Questa storia merita di essere onorata e fatta conoscere anche a distanza di anni.
La storia dei Vitiello parla di sofferenza e voglia di riscatto di uomini che, come tantissimi altri, cercarono nell’emigrazione una soluzione. In questo caso, purtroppo, offesa dalla tragedia.

Gaetano, Raffaele “Ralph” e Silverio detto “Samuel” Vitiello arrivarono nella piccola cittadina di Benwood poco più che un villaggio di minatori. Gaetano, suo fratello Raffaele e il loro cugino Silverio “Samuel” giunsero ad “Ellis Island” nel 1907 a bordo della nave “Perugia”. Trovarono lavoro in miniera con la “Wheeling Steel Corporation Mine”.
Va ricordato che nel 1907 a Monongah, a pochi chilometri da lì, si era verificata una delle più grandi tragedie minerarie della storia (sul sito digita – Monongah – nel riquadro CERCA NEL SITO, in Frontespizio: 10 articoli).
Il lavoro della miniera consentì ai Vitiello di sollevare il livello di vita delle loro famiglie. Anche se, va detto, le condizioni di lavoro erano infami: sicurezze inesistenti e le ore di lavoro, a volte, arrivavano anche a 14.

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Poi la mattina del 28 aprile del 1924 la tragedia. Un’esplosione di gas provocò la morte di tutti i 119 minatori. La notizia scosse l’opinione pubblica americana. Ci furono interrogazioni, denunce ed indagini. Da queste ultime emersero, inizialmente, tutte le responsabilità della proprietà.
Successivamente, come sempre, si tentò di accreditare la tesi della “fatalità”. Rimasero le strazianti condizioni dei sopravvissuti. Mogli e figli a cui, all’improvviso, erano venuti a mancare i cari e il sostentamento da loro procurato. Finiva così, tragicamente, la vita ed il “sogno americano” di Gaetano, Raffaele e Samuel Vitiello.

Oggi a Benwood, sorge una stele in ricordo di quell’evento ed il nome del minatori di Ponza è ben visibile. Ricordali anche nella loro terra ci sembra doveroso.

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 La stele di Benwood (cliccare sull’immagine per ingrandirla)

Gaetano nacque probabilmente nel 1887 da Luigi e Teresa Aprea. Sposò nel 1908 Concetta Calisi ed ebbe tre figli: Silverio (Sylvester) “Banjo” Vitiello (6 giugno 1909 – 13 agosto 1996), Mary Vitiello Balderson (1922 – 1972), Joseph Vitiello (1924 – 1990) e ancora un’altra figlia.
Poche le notizie su Raffaele, figlio di Luigi e Teresa Aprea, che non risultava essersi sposato.
Silverio “Samuel” era sposato ed era figlio di Antonio (giunto anche lui nel 1907 sulla nave “Perugia” e ad “Ellis Island” risultò avere 49 anni) e Angelina Aprea.

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Ritaglio di un giornale dell’epoca, con la notizia della tragedia

Inviato da Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”
Pescara, 22 novembre 2017

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Giuseppe Pellizza da Volpedo: Ambasciatori della fame (1891-’95); costituisce la prima tappa del percorso che condurrà poi alla realizzazione finale de Il Quarto stato (1901) – Nota e immagine proposte della Redazione