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I miei ottomila… Visioni di un futuro possibile

di Sandro Russo

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I traguardi raggiunti certo fanno piacere e danno sprone a continuare con lena e rinnovato entusiasmo, ma temo che la partita più grossa sia ancora da giocare.

Parto da lontano – lontano dall’amato scoglio, ma già sappiamo che l’isola non è un mondo a parte (“nessun uomo è un’isola…” ecc…) – ma persone ben più sagge e avvertite di noi hanno lanciato un allarme di quelli che non si può far finta di non aver sentito…

Così Walter Veltroni su la Repubblica di domenica scorsa (12/11/2017):
“Ho l’impressione – ha osservato – che la sinistra in Europa non veda l’effetto anni ’30. Ho in mente l’immagine del corteo che c’è stato in Polonia ieri: 3 chilometri, pieno di gente, all’insegna di parole d’ordine come ‘cacciamo gli ebrei e gli immigrati’. In Polonia si sta affermando una destra nazionalista – continua Veltroni – In Italia questi movimenti li abbiamo visti a Ostia: è il segno che si sta facendo strada un populismo di destra intollerante, base su cui si sta costruendo la destra europea”.  “Se la sinistra perde la sua forza sociale lascia spazio a forze che cavalcano la rabbia”. “Non esiste sinistra che non faccia i conti con le situazioni di emarginazione, precarietà, dolore. La sinistra è questo. È la sua funzione storica”.

Altri hanno fatto un paragone tra l’Italia odierna e la Germania di Weimar, il periodo con cui viene normalmente indicato il Reich tedesco (tra il 1919 ed il 1933), di grande tensione e conflitti interni nonché di grave crisi economica, che si concluse con l’ascesa al potere di Adolf Hitler e del “Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori” nel 1933.


…E questo è il famoso filmato (di pochi giorni fa) dell’aggressione al giornalista di Ostia…

 

 

Si dirà – Ma che ci azzecca con gli ottomila articoli di Ponzaracconta?

Ponzaracconta per sua stessa ammissione non è mai stata neutrale.
Ha contribuito – per il poco o tanto che è riuscita a fare – a mettere fuori gioco un sindaco che alla prova dei fatti è risultato non gradito alla maggior parte della popolazione.
Ha scritto Luisa Guarino nel suo articolo sugli “Ottomila” da ‘Direttora’ del sito: “La comunità isolana si è liberata di quell’atmosfera pesante e gravata dal sospetto, dalla supponenza e dalla strafottenza”.

Di che colore fosse l’impostazione dei rapporti politici e interpersonali dell’ex “sultano”, non è un mistero. Basta far mente locale alla persona cui – mutatis mutandis – ha scelto di far da ventriloquo. Lo stesso personaggio che siede a dirigere i lavori di una nota formazione politica, insieme ad una esponente di punta della passata amministrazione, e che ha avuto parole non proprio di apprezzamento per Ponzaracconta…

Il fatto è che Ponza è per natura “nostalgica”! Lo so bene io che ho avuto una mamma ponzese che dopo essere stata figlia della lupa, piccola italiana e poi giovane italiana, è rimasta emotivamente legata a quell’atmosfera, e ha continuato a votare MSI (’u missine…’ u missine!), con grande costernazione di mio padre, socialista da sempre.

Così la mia personale interpretazione della mission di Ponzaracconta per gli “oltre-8000” è quella di continuare a scuotere le persone, a proporre un allargamento della visuale e a conoscere meglio oltre le apparenze, prima che sia troppo tardi, perché i segni prodromici di una involuzione della vita associativa sono tutti presenti…

Mi rivolgo alle anime buone di ogni colore, ai tiepidi ex-democristiani sempre ottimisti, ai libertari di buona volontà, ai tanti delusi della sinistra e a quelli che con la “politica” non hanno mai voluto avere a che fare, ai giovani in cui non ho mai smesso di credere…

A tutti chiedo si svegliarsi, di scrivere, di partecipare, di impegnarsi di più…

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari 
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei 
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali, 
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti, 
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me, 
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

[Bertold Brecht (1932); leggi qui]

Queste parole, pur illuminate e profetiche di Bertold Brecht, non cambiarono poi granché gli eventi successivi; noi in più sappiamo quel che seguì a quell’allarme non ascoltato…
Nel nostro piccolo – ciascuno con il suo minimo contributo – facciamo il possibile perché quella (brutta)  Storia non abbia a ripetersi!

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