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La Comunicazione al vaglio

di Francesco De Luca

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Ho assistito al Consiglio Comunale del 16 ottobre scorso e, per cercare di capire meglio le dinamiche comportamentali correlate con le dichiarazioni, ho rispolverato un testo universitario sulla Comunicazione di Massa, sul quale studiai.

Ebbene, passando al vaglio quanto visto e sentito, sulla scorta dei principi esposti nel libro, mi sembra di poter affermare che una parte dei Consiglieri abbia manifestato segni evidenti di sindrome da carenza di potere. Ossia, essi si palesavano come privi di qualcosa. Lo hanno manifestato con un fare iperattivo, smanioso, esuberante. Ma anche contenuto. Repressi, nella loro smania, da una forzatura. Anzi, in qualcuno, è stata tanta compressa la foga da sbottare in un tracotante pugno sul tavolo. Così da avvalorare la tesi che una continenza eccessiva tracimi spesso in arroganza. Il soggetto, in particolare, non tollera la continenza, non la padroneggia con signorilità.

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Un’altra evidenza mi si è mostrata palese in altri Consiglieri. E cioè una impreparazione al ruolo. Come se essi, chiamati a rappresentare idee e tesi, fossero impreparati. Hanno farfugliato, si sono arrampicati sulla parete scivolosa dell’impreparazione.

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Ora, senza voler attribuire importanza eccessiva a quella seduta consiliare, tuttavia è possibile sviscerare considerazioni sui comportamenti da tenere, per non ricadere sugli errori evidenziati.

La raccomandazione più semplice che viene da rivolgere agli impreparati si concretizza in un invito a coordinare meglio gli interventi, in modo da presentare un fronte di tesi amalgamate. La qual cosa metterebbe al riparo da letture distorte come quella che potrebbe giudicarli inadatti al ruolo. L’impreparazione può essere colmata, non è una lacuna insuperabile.

La raccomandazione per chi è affetto da sindrome da mancanza è quella di digerire la nuova funzione. La tracotanza non migliora il proprio stato. Non solo, ma peggiora, anche qui, qualche lettura distorta come quella che potrebbe giudicarli incapaci di adattarsi al nuovo ruolo. E’ buona educazione non battere il pugno sul tavolo quando non si è in casa propria.

Sono considerazioni personali. A me sono servite, anni fa, a superare l’esame e oggi a portare un po’ di chiarezza nella mia analisi.

Nel Consiglio Comunale vengono trattati temi e decisioni che influiranno sul ‘bene comune’. Se lo dimenticano i Rappresentanti del popolo, sarà la gente a soffrirne.