Ambiente e Natura

Il nostro museo

di Silverio Lamonica

 

Della realizzazione di un museo a Ponza si iniziò a parlare, in maniera concreta, a metà degli anni ’80, quando il Comune di Ponza fruì di un contributo regionale di circa venti milioni di vecchie lire. Allora ricoprivo la carica di Sindaco e, per affrettare i tempi (erano state appena consegnate al Comune una quantità di anfore romane reperite sui fondali di Ponza) affidammo a trattativa privata ad una ditta i lavori per ristrutturare una parte dei Cameroni, già adibita a lavanderia di un albergo, attualmente sede della sala consiliare e, a lato, a museo della nave Santa Lucia (meritevole iniziativa della maestra Mirella Romano).
La procedura eseguita nell’affidamento dei lavori non fu ortodossa, per cui fummo denunciati, condannati in prima istanza e poi assolti in appello perché dimostrammo, carte alla mano, che i lavori eseguiti erano congrui rispetto ai costi. Tanto è vero che – se non sbaglio – da allora quei locali sono stati oggetto solo di ordinaria manutenzione. Rischiammo, e molto, per una iniziativa che ritenemmo (e ritengo) più che meritevole.

Il problema del Museo è stato affrontato dalla passata amministrazione Vigorelli che incaricò il prof. Padiglione a realizzarlo, fui entusiasta quando l’allora sindaco mi invitò a collaborare ed ebbi un incontro con il professore. Purtroppo la faccenda non ebbe seguito.

Quest’anno ho ricevuto la delega al Museo e ai Beni Archeologici dall’attuale sindaco Ferraiuolo e assieme stiamo seguendo una procedura – nei termini di legge – per rendere disponibili i locali occupati.

Per ora è stata individuata una stanza adibita a deposito della cartellonistica stradale della Pro Loco, tra giorni il materiale sarà spostato in altra sede e il locale – opportunamente imbiancato – ospiterà la mostra dei confinati politici, successivamente verrà arricchita, con l’apporto di tutti, di altra preziosa documentazione.

Non abbiamo trovato stanze adibite ad incontri o attività di associazioni teatrali, ma solo depositi di materiale e attrezzature delle medesime. Operano nei locali per esercitazioni: la banda musicale e la scuola di musica per i bambini, oltre alla chiesa cristiana evangelica (adi).

Ho già scritto su facebook e qui lo ripeto: “nessuno vuole sfrattare nessuno” e saranno adottate misure per venire incontro alle necessità delle varie associazioni, di cui sono il primo a riconoscere il notevole apporto alla vita culturale e sociale del paese, tanto è vero che in più occasioni ho elogiato, proprio su questo sito, le loro iniziative (leggi qui e qui).

Di “’A Priezza” si è abbondantemente parlato su questo sito e se ne sono tessute le lodi (che io condivido appieno), come pure della Banda Musicale e della Scuola di Musica per bambini.

Non mi sono ancora messo in contatto con loro per realizzare il Museo, ma lo farò appena saranno disponibili i locali. Anzi, lo faccio adesso, con questo articolo, a proposito della saletta appena disponibile da adibire alla memoria del confino, spero vivamente di avere un riscontro positivo.

Forse potrò sembrare troppo provinciale, ma io sono del parere che il museo di Ponza debba essere realizzato – in prima persona – dai ponzesi, perché modestamente, ne abbiamo le capacità.

Carissimi concittadini, il locali denominati “I cameroni dei confinati” sono un luogo della memoria, proprio perché hanno ospitato in oltre tre secoli di storia non solo condannati comuni, ma soprattutto i patrioti napoletani del 1848, i cui nomi sono incisi nella lapide all’ingresso del nostro comune, i deportati libici, slavi e montenegrini e poi gli ex confinati politici a cui dobbiamo dare un giusto doveroso tributo, non possono essere adibiti ad altri scopi, sia pure lodevoli, né tantomeno a deposito.
Facciamo tutti uno sforzo di buona volontà.

2 Comments

2 Comments

  1. silverio lamonica1

    19 Ottobre 2017 at 14:40

    Una doverosa precisazione.
    La stanza individuata e che sarà presto disponibile, non fu utilizzata dalla Pro Loco, ma da “L’Arcipelago Isole Pontine” per deposito della cartellonistica a suo tempo acquistata e che la Pro Loco si era impegnata a istallare nei vari punti dell’isola ove era possibile.
    Anzi la Pro Loco si è impegnata a mettere a disposizione almeno un operaio per liberare ed imbiancare il locale, appena individuato.

  2. polina ambrosino

    19 Ottobre 2017 at 20:40

    Leggendo questo articolo ho pensato due cose: 1) il fatto di essere tua nipote e di far parte del Nuovo Teatro Ponzese ha fatto sì che si glissasse platealmente sulla nostra esistenza o 2) il fatto che abbia scritto io la risposta al precedente articolo ha reso noi del Ntp delle persone da non meritare risposta?!? Spero di ottenere un chiarimento in merito. E soprattutto voglio precisare che noi delle attività teatrali (noi e la priezza) utilizziamo le stanza per il nostro materiale, indispensabile per le messe in scena, ma ci prepariamo anche le scenografie e spesso ci facciamo le prove, ovviamente nei periodi precedenti la data dello spettacolo. Quindi non è vero che usiamo i locali solo come deposito. Inoltre, sia nella mia risposta su Ponzaracconta, sia nelle varie risposte su facebook, ho precisato che noi siamo felici che si faccia il museo, avendo presentato tempo addietro, ed Enzo di Giovanni, vostro redattore, lo sa molto bene, un progetto validissimo per la gestione del museo e quindi non esiste dire che noi non lo vogliamo. Noi ci siamo offesi per la definizione scritta da un fantasma della redazione che definisce di infima lega le motivazioni che giustificano l’uso dei locali. E, purtroppo, io personalmente, ma non solo io, sono rimasta male per non averci minimamente citato nell’articolo. Eppure mi sembrava che anche i nostri spettacoli siano stati di tuo gradimento. Grazie lo stesso.

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