di Vincenzo Ambrosino
Io non avrei votato quel deliberato, non lo avrei votato perché la mia idea di isola – forse diversa da chi vuole farsi eleggere amministratore a Ponza – passa da una forzatura contro-culturale: bisogna sì fare gli interessi dei cittadini ponzesi residenti ma anche indirizzarli a capire che la protezione dell’ambiente è per l’isola una risorsa insostituibile.
Era quest’ultimo che doveva controllare, stimolare, affinché l’Ente Parco non diventasse un carrozzone burocratico inutile senza risorse economiche e senza mezzi: dove non si controlla, non si investe, non si fa quello che per legge si doveva fare.
I Parchi non nascono per essere sognati o maledetti ma per essere vissuti da persone, animali e piante; in definitiva, da esseri viventi che vogliono rispettarsi.
Lo slogan “Riprendiamoci Zannone” non lo ha riempito di contenuti ambientalisti che soli potevano far cadere i sospetti di operazioni politiche finanziarie speculative.
Ma nessuna Amministrazione ponzese ha dimostrato di essere legittimata a fare questo, tantomeno quella di Vigorelli!
Zannone era la speranza di far partire una nuova idea di turismo: turismo verde, culturale, educato, intelligente. Questo non è stato fatto in quarant’anni; per questo, chi più e chi meno, ha fallito!
Io non voglio riprendermi Zannone, io non mi sento padrone di niente! Io voglio che Zannone, come idea e come territorio, aiuti a far crescere una nuova cultura nei ponzesi: una cultura che comprenda l’importanza della natura, una cultura della conservazione e valorizzazione e non del consumo fine a se stesso.
Io ritengo che non basta che la nostra amministrazione riprenda contatti istituzionali civili con quelli dell’Ente Parco, per trovare accordi di “breve respiro” tipo pulizia e controllo (questi contatti possono mostrare il fianco agli attacchi demagogici dell’opposizione); al contrario bisogna coinvolgere il Ministero dell’Ambiente in un progetto organico per vedere finanziata la protezione dell’ambiente, il ripristino del controllo, la ristrutturazione della villa comunale, il museo e di conseguenza la didattica e soprattutto la fruizione turistica.
Quindi bisogna coinvolgere in questa azione politica certamente il Ministero dell’Ambiente.
Se Zannone dovesse uscire dal Parco del Circeo, a perdere sarebbe la politica ambientale in generale e per Ponza una nuova prospettiva di governo del territorio.
Quindi chiedo che si apra un vero dibattito e che lo slogan “Riprendiamoci Zannone” si riempia di contenuti che coinvolgano la politica ambientale del Ministro dell’Ambiente ma anche quella della Regione Lazio, dell’Ente Parco e delle Comunità interessate, per fare in modo che tutti decidano se condannare la politica ambientale sul Parco Nazionale del Circeo oppure ridare nuovo vigore a questa politica ripensando organizzazioni e finanziamenti.