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Tiriamo fuori quei quadernetti neri!

di Adriano Madonna
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Ogni famiglia “antica” ha da qualche parte uno di quei quadernetti neri. Ho letto il bellissimo racconto di Enzo Di Fazio che ricorda sua madre, e poi il commento di Luisa Guarino (leggi qui [2]).
In entrambi c’è una dolce reminiscenza del “quadernetto nero”, un simbolo del tempo che è stato, una memoria cara della famiglia di una volta.
Ci si scriveva tutto quanto si voleva ricordare “prima il tempo cancelli le tracce” e le ricette di cucina erano gli scritti ricorrenti.

Erano ricette con la “R” maiuscola, come quella della pastiera che preparava la mamma di Luisa e Silverio e che il prof. Dante ha imparato ad eseguire (anche lei, Dante, ha dichiarato guerra allo zucchero? Faccio parte anche io della lotta, altrimenti la glicemia non perdonerebbe!).

Cerchiamoli, dunque, quei quadernetti neri sui quali si scriveva spesso a matita e facciamone il più bel ricordo della nostra storia. Tra le pagine ci sono i sentimenti semplici della bella famiglia italiana. C’è un pezzo di noi, della nostra fanciullezza.

Tra quelle pagine a righe e a quadretti spira un vento leggero che si chiama giovinezza e che a noi, vecchi ragazzi di un tempo, riporta alla mente qualcosa del libro “Cuore”.

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