Ambiente e Natura

Annunciazione! Annunciazione!

di Silveria Aroma

 

Annunciazione! Annunciazione!
In una celeberrima scenetta del 1977, una di quelle che restano nel cuore (da rivedere a fondo pagina, da YouTube), Troisi, con un maccaturo rosa sulla testa, prova a raccontare la vita di un’umile famiglia di pescatori – la casa è umile ma onesta con i suoi problemi di lavoro continuamente interrotto da flauto e tromba suonati maldestramente da un Decaro cherubino e un Lello Arena nei panni di Gabriele arcangelo intento – appunto – ad annunciare:
Tu Mari’, Mari’… fai il figlio di Salvatore.
– Chille Gabriele vene cca, sbatte i piedi pe’ terra e se ne va – questo il commento di Troisi nei panni di un’improbabile Maria.

Un po’ come succede a me che mi ritrovo seduta – con un cappello in testa – e cerco di fare il punto della situazione (famiglia, lavoro, varie ed eventuali). Sistematicamente irrompe un tale; sbatte i piedi sul pavimento virtuale delle notifiche, stona una tromba alfabetica e fa:
– Tu Silvè, Silvè… sei bravina ma non ti applichi, e io ti devo trascinare!
– A me!? Ma se ci’ho pure i capelli corti! Ah già, quello è lo strascino.

Vuoi provare a spiegare che hai altri impegni??! gno gno, (a)gnottatìll’!
Conviene dargli corda e corda (e corda)… e prima o poi dovrà inciampare nella matassa!
– Ora che hai un po’ di tempo libero… riesuma i tuoi scritti, su!
– Eh… èrene muòrte!? …Ma se pisolavano appena!
Chi ha fatto la spia?

Non mi posso neanche riposare un momento.
– Il grande fardello – ops! fratello – is watching me!
No, no, non ero io. Ti sbagli. Hai sbagliato palazzo, dotto’!
– Scusate! …Avimm’ sbagliate casa
– E’ scème Gabriele. Hanno sbagliato tutto, Signore! – spiega un magistrale Troisi al telefono con l’Altissimo.

Io non spiego, continuo – Penelope ma raminga – a filare e sfilare parole, e quello – bubbolio del tuono lontano – insiste cercaiuolo in questo gioco delle parti che è parte della commedia.
 

Perché ogni cuore ha una memoria tutta sua
si vede sempre dove strappi via una pagina
come ti fissa una fotografia di ieri (Baglioni, Mai più come te).

Ed è lì che abita il ricordo di un mio libricino di poesie che dieci anni or sono si piazzò finalista al Premio Carver (Fragili Trasparenze; Aletti 2007).

E “riesumiamo” frammenti di vari scritti, va’..!

 

Tu nella mia vita
sei lo scirocco d’agosto
il freddo di febbraio
la pioggerellina insistente
che non bagna la terra
il sole avvolto
in una coltre di nebbia.

Tu nella mia vita
solitudine e amarezza
una casa al risveglio senza caffè
una scarpa bucata

tu nella mia vita…
scusa potresti amare un’altra?

Il calendario è spaginato
tempo perduto
l’ardente attesa riduce l’amore in cenere
fredda, le lacrime sono estinte
le hai bevute tutte
il desiderio migra verso sud
in cerca di calore
la solitudine diventa pace
silenzio:
il sogno è cristallo infranto
la gabbia è aperta
l’ultimo treno ha deragliato.

Il futuro è un mare oscuro
promette quiete
minaccia tempesta,
ci avvolge nel suo buio
distanti dalla costa ci trafigge
nel chiarore di un’alba senza tempo. 

Il silenzio, l’ombra è tardi: urla!

 

Da YouTube. Massimo Troisi (La Smorfia) – Annunciazione! Annunciazione!

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