Ambiente e Natura

I care… Ho a cuore…

di Sandro Russo

 

I care… – in contrapposizione al “Me ne frego” di derivazione fascista – due parole prese in prestito da Don Milani (era la frase scritta su un cartello all’ingresso della scuola di Barbiana) sono state il fulcro di diverse campagne (umanitarie e anche politiche) di sensibilizzazione al bene comune, in America fin dagli anni ’30 del secolo scorso, e in Italia.

Sono periodicamente angustiato dall’impossibilità delle persone di buona volontà a cambiare le cose: leggi qui, era l’aprile 2012.


Mi sono passate per la mente due recenti notizie  – il fenicottero di Ponza e lo squalo azzurro di Scauri – passate sul sito e sulla stampa, entrambe seguite con molta attenzione. E una terza sul giornale di oggi…

…un fenicottero rosa a Ponza (leggi qui)

…un piccolo squalo azzurro a Scauri (leggi qui)

In entrambe le notizie l’interessamento dell’uomo c’è stato, accudente e solerte, ma non è valso ad evitare la morte degli animali, come a dire che è troppo tardi… che il controllo degli eventi – come specie umana -, ci è sfuggito di mano. Come se fossimo stati capaci di innescare una sequenza perversa di eventi cui non è più possibile mettere rimedio, con tutta la buona volontà di un pentimento tardivo.

…una nidiata di pigliamosche a Ponza

…una talpina sfuggita ai gatti, a Lanuvio

Infatti la terza notizia è un po’ meno edificante… E’ rimbalzata sulla stampa per diversi giorni e sempre mi ha suscitato un senso di frustrazione e di rabbia.

La riporto da “la Repubblica” di oggi 18/9, a pag. 19:

Caccia al via tra le polemiche gli animalisti: strage dopo la siccità
La stagione / in campo oltre mezzo milione di doppiette

Roma. Per i 570mila cacciatori italiani e per milioni di prede è partita ieri la stagione della caccia, mai come quest’anno osteggiata dalle associazioni animaliste preoccupate per la fauna decimata da incendi devastanti e dalla siccità. «Cinquecentomila animali potranno essere uccisi ogni ora, più di 12 milioni al giorno», dice il coordinatore dei Verdi, Angelo Bonelli: «Regioni e governo avevano gli strumenti per fermare questa carneficina, ma non hanno fatto nulla». «In un Paese dove si ferma tutto, solo la caccia non si ferma mai», ironizza Michela Vittoria Brambilla. Nel primo giorno di doppiette all’opera un cacciatore 69enne è morto a Davagna, precipitando in un burrone; un altro si è sparato in un ginocchio a Pontevico, nel Bresciano [cfr. file .pdf in fondo all’articolo].

A volte la semplice associazione di notizie produce il significato. In questo caso è più che evidente!

Da ‘la Repubblica’ del 19.09.2017. p.19.pdf

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top