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Isola di corsari e pirati (parte prima)

di Francesco De Luca
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Ponza e le sue isole sono stati luoghi che hanno visto i predoni del mare veleggiare in lontananza, talvolta blandamente toccare le sue coste e talaltra incidere dolorosamente il corso della loro vita.

Il racconto delle vicende inerenti a questo tema inizia nel nono libro dell’opera di Tito Livio, Ab urbe condita, dove è scritto (prima deca, libro nono, 28, anno 441): Volsci Pontiam insulam sitam in conspectu littoris sui incoluerunt, ossia I Volsci invasero l’isola di Ponza, posta di fronte al loro litorale. A significare che furono i Volsci il popolo che si impose sull’isola determinando, presumibilmente, la prima stabile popolazione.

Prima i Volsci e poi i Romani. Essi, durante la guerra sannitica, vinsero gli Ausoni, alleati dei Sanniti, e ne occuparono le terre portandosi fino all’arcipelago, al fine di sorvegliare le rotte del Tirreno. Insicure già allora. Seguì una vera e propria urbanizzazione dell’isola testimoniata da “ville, cisterne, acquedotti, trafori, sepolcri”, come ha scritto Amedeo Maiuri (studioso fra i più autorevoli delle vestigia romane). In sintonia con quanto anche altrove il dominio romano realizzò.

Il bacino mediterraneo era divenuto infatti mare nostrum.

La stanzialità della popolazione fu troncata bruscamente nell’ 813 (per altri 812). Leone III, papa, (795- 816) scrive a Carlo Magno il 7 settembre dell’ 813 (Apollonj Ghetti): “Porro et hoc relatum est nobis, quod quadriginta naves de ipsis Mauris venerunt in insulam, quae Pontias vocitatur, ubi monachi residebant, et praedaverunt eam ” – Inoltre ci è stato riferito che quaranta navi di quei Mori vennero nell’isola, che chiamano Ponza, abitata da monaci, e la depredarono.

La stessa notizia è riportata dallo storico Michele Amari nella sua opera “Storia dei Mussulmani in Sicilia”: “Di mezz’agosto, con quaranta legni saccheggiarono Ponza; indi Ischia per tre dì, e poi si ritraevano con grossa preda di prodotti agrari e altri prigionieri, uccidendo i propri cavalli per dar luogo sulle barche al bottino ”.

Il Tricoli (Monografia – pag. 126) correda la notizia con una nota illuminante: “Ponza nuova era edificata presso Subiaco nello stesso Stato Pontificio, mercé i favori del Pontefice che volle ricoverare ed associare una quantità d’isolani, con un monistero abbadiale di monaci salvatesi ancora essi dal ferro, o dalla schiavitù saracena. Ed era poi elevata a Municipio, col nome di Ponza”. Chiamato anche Piani di Arcinazzo e oggi Arcinazzo Romano.

Le isole ponziane rimasero alla mercé di chi solcava il Mediterraneo. Per il mondo cristiano erano principalmente Arabi, detti anche Barbareschi (da Berberi), Saraceni (abitatori delle tende), Mori (da Mauritania).

Le loro navi (galee e fuste) piccole e maneggevoli, scorrazzavano, depredando. Eseguivano una guerra mirante ad impedire i traffici tra le città dell’Occidente cristiano e quelle dell’Oriente musulmano. La strategia attuata era simile ad una guerriglia praticata in mare, con attacchi improvvisi e rapide fughe, a terra con incursioni veloci. Massacri, incetta di persone e vettovaglie, e fuga. Fu chiamata ‘guerra di corsa’ e i praticanti nominati ‘corsari’. Agivano per conto degli stati costieri. A differenza dei ‘pirati’ che operavano per l’esclusivo loro tornaconto. Ma soltanto in teoria. In pratica ‘corsari’ e ‘pirati’ erano accomunati dalle stesse pratiche di vita e di lotta.

Nel bottino, grande importanza aveva la schiavitù. Degli uomini e delle donne. La forza muscolare degli uomini generalmente veniva obbligata ai remi delle galee, la gentilezza femminile veniva costretta ai lavori domestici, ai postriboli o agli harem.

La brutalità era conseguente alla celerità delle operazioni. Tutto veniva coniugato con l’astuzia, l’inganno, l’efferatezza. E ciò si avverava sia che fossero Mori sia Cristiani. Nelle cronache dell’epoca erano descritti come figuri abietti, sanguinari, Mori e Crociati.

Dall’Oriente il fervore religioso islamico era in espansione. Dal 600 d.C. all’800, dalla penisola arabica i Musulmani si espansero nei territori dell’Africa settentrionale e, nel senso opposto, verso l’impero bizantino.

L’Occidente era diviso fra l’Impero, il Papato, le città marinare.

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Toulon suleymanname. La più antica rappresentazione di Tolone

 

[Isola di corsari e pirati. (1) – Comtinua]