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La moria delle lanaperle. A questo punto dovrebbe scattare l’allarme!

di Nino Baglio

 

Nel mare di Ponza sta avvenendo qualcosa di assolutamente anomalo: è la moria di organismi marini che si nutrono filtrando l’acqua del mare.
Le prime ad essere colpite, diversi anni fa, furono le ostriche. Ve ne erano a migliaia, popolavano l’intera isola ma nell’arco di due anni sono letteralmente scomparse e non si sono più riprodotte. Ora se ne trova solo qualche sporadico esemplare, ma comunque sempre di piccole dimensioni.
Il fatto destò qualche scalpore, più che altro tra i numerosi sub che restavano colpiti nel vedere i fondali pieni di gusci vuoti. Si pensò che la causa fosse da attribuire ad un evento naturale, a qualche batterio, visto che le ostriche furono le uniche ad esserne colpite.

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Purtroppo, dopo pochi anni, parlo di quattro anni fa, il “fenomeno” si è ripresentato. Questa volta ha colpito un animale, del genere tunicato, il Microcosmus sulcatus, meglio noto col nome di “limone di mare”. Anch’esso è letteralmente scomparso dai nostri fondali. Non se ne è parlato molto, perché in pochi sapevano della sua esistenza.

[2]

Lo scorso anno il “fenomeno” ha colpito ancora. Lo ha fatto in modo particolare a Ponza isola, risparmiando Palmarola. Ha quasi completamente distrutto l’Arca di Noè, nota da noi come sfunnoli. Il fondale si presentava letteralmente coperto di gusci vuoti. Alla base degli scogli, prima che le mareggiate li disperdessero, vi era un tappeto formato da centinaia di gusci di questo bivalve (leggi qui l’articolo relativo [3] del luglio 2016).

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Arca Noae o sfunnolo

La moria non è passata inosservata, stavolta. Io stesso ho segnalato la cosa alla Capitaneria di Porto di Ponza, ma per quanto mi consta, nulla si è mosso. Si è mosso, invece, un amico di Ponza, il prof. Adriano Madonna, noto biologo marino, il quale a titolo del tutto gratuito, preoccupato del fenomeno, è venuto in acqua predisponendo una documentazione fotografica ed effettuando prelievi per gli esami di laboratorio.
Purtroppo, per varie difficoltà operative, i risultati non ci hanno aiutato a chiarire il mistero.

E siamo ai nostri giorni. Il mollusco che sta soffrendo e che in alcuni tratti di mare (vedi zona il Fortino, il Core ed altre) sta scomparendo, è la Pinna nobilis; ben nota a Ponza col nome di lanaperla; il suo guscio caratteristico è presente in molte case di ponzesi:

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Due lanaperle morte adagiate sul fondo (foto dell’Autore)

Nuotare sulle zone più colpite e notare fra la poseidonia i gusci privi oramai di vita, è una sofferenza indescrivibile.
Ancora una volta, il prof. Madonna ci viene in aiuto. Ha a disposizione dei campioni da analizzare. Ma siamo sempre in ambito di volontariato.

A questo punto, viste le dimensioni che ha assunto il fenomeno, diventa indispensabile l’intervento delle autorità preposte alla tutela dell’ambiente per uno studio di ampio raggio. Dobbiamo capire per poter intervenire.
Se non si interviene e se la causa delle morie, come qualcuno paventa, fosse di natura chimica, il mare di Ponza, una volta ricco di vita, servirà solo per il raffreddamento dei motori marini…

 

Aggiornamento
Recentissimo lavoro scientifico – pubblicato su Frontiers in Marine Science del 17 luglio 2017 – segnalato dal sig. Macali (che ringraziamo vivamente) in Commenti del 3/09:
Pinna nobilis. A Mass Mortality Event…pdf [6]