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L’albero della libertà. (15). La consorteria

di Francesco De Luca

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“Fra’ – esordisce zi’ ’Ntunino – tu fai parte della consorteria?”.

“Che? Ma cosa ti viene in mente? Di quale consorteria parli?”.

“Tu fai parte della cricca, lo sanno tutti, – continua ’Ntunino – e con questi nuovi stai pure tu nella consorteria”.

“ Zi’ ’Ntuni’ il caldo ti dà alla testa. Usi la parola ‘consorteria’ a sproposito. Ma di molto..! Perché consorteria è una parola costruita dal latino cum sorte, ossia sorte comune. Infatti per il marito la moglie è la consorte giacché divide con lei la stessa sorte, la stessa vita. Quando poi un gruppo di persone si organizza per operare al fine di garantire e rendere floridi i loro affari questa è una consorteria. Si opera insieme, con strumenti diversi, per tutelare i propri interessi.

La consorteria ha diverse caratteristiche. I membri infatti operano in settori produttivi diversi ma tutti concorrono a realizzare un processo in cui tutti loro guadagnano. Non hanno idee diverse e manifestano la stessa volontà. Ripeto non hanno idee diverse e manifestano la stessa volontà. Quella di ingrossare i loro affari e, di conseguenza, il potere.
La consorteria è guidata da un capo. Fa da capo chi ha maggiori interessi in gioco. Non permette democrazia perché non ammette dissenso all’interno.

Le Amministrazioni pubbliche possono nascondere consorterie? In condizioni normali NO. Le Amministrazioni sono compagini di persone libere, non condizionate e non indirizzate a tutelare i loro interessi. In condizioni normali le Amministrazioni perseguono il fine supremo del bene pubblico e, in subordine, qualche digressione personale (non dovrebbe avvenire ma la realtà quotidiana ci dice che è realistico qualche devianza).

In condizioni normali. Ove fossero viziate, le Amministrazioni camuffano consorterie? SI’. E allora sono espressioni di capitali economici.

Abbiamo avuto, nella nostra esperienza amministrativa di Ponza espressioni di consorterie economiche? SI’. La risposta è SI’. Nel recente passato amministrativo del Comune di Ponza ci sono state Giunte che hanno servito potentati economici volti a insediarsi sull’isola per dirigerne il percorso affaristico”.

Zi’ ’Ntunino mi guarda allibito. Ha preso coscienza della corbelleria con cui mi ha accolto.

Mi rivolgo a lui: “Hai capito come è subdola la consorteria? E tu… mi hai incluso in quella schifezza..!”

Mi guarda bonario. Vuole essere perdonato e dice: “A questo serve l’albero della libertà. E’ un invito costante a tenere sotto osservazione le condizioni in cui il nostro operare si muove. Può sembrare normale l’andamento della vita relazionale mentre, al contrario, essa è minacciata nella sua libertà da volontà consortili che asserviscono la vita politica (anche di Ponza) al raggiungimento dei loro interessi”.

Non posso dargli torto, e perciò considero un incidente quanto avvenuto e benedico la fortuna di avere un paladino tanto attento della libertà.