Ambiente e Natura

Epicrisi 135. Torniamo a vivere Ponza

di Giuseppe Mazzella

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La settimana si apre con un quesito: Frisio chi era costui? Ovviamente la domanda è retorica, dal momento che il “fondatore” di tutti gli scogli che ne portano il nome, apparteneva ad una famiglia napoletana omonima anche se con la j lunga.
Quello che sorprende Silveria Aroma, non è tanto la ragione del toponimo, ma la verve dei bambini che, utilizzando la prominenza isolana sul mare come trampolino, ripetono all’infinito il rito del tuffo. Quasi una cartolina d’epoca che fa sperare che non tutto è perduto.

Sulla stessa linea di riscoperta di una sensibilità che appare sempre più fuori moda, se non avversata, Silverio Guarino che, recuperando le antiche radici di ospitalità, invita tutti e soprattutto i bambini ad educarsi all’accoglienza. Silverio invita anche a partecipare al rito, questo sì un rito molto sentito, della vendemmia, che per una società contadina sobria rappresentava un tempo uno dei momenti di grande socialità e piacere di stare insieme.

Di vigne si parla anche a proposito di quelle di Punta Incenso, delle quali Biagio Vitiello fa riscoprire altre magie e altre storie.

Paolo Iannuccelli ci ricorda ancora una volta la figura di Cilorma, ponzese trapiantato in Sardegna, dotato di capacità guaritrici, in grado di curare alcune malattie della pelle con la semplice saliva e… tanta fede.

Della tragedia dei naufragi scrive Franco De Luca, raccontando, a seguito di un fugace incontro al Poliambulatorio, la storia di Gennaro, sfortunato ma coriaceo, la cui vita, segnato nell’anima e nel volto, rappresenta bene la dura vita del pescatore isolano.
Di sensibilità quasi umana ci parla in un nitido e breve ritratto di momenti isolani, Lucia Galli, che dipinge la vita randagia di un cane, Bianchino che, stanco di solitudine, sente la necessità di adottarla, accompagnandola al mare per tutto il periodo della sua vacanza: della serie anche i cani ponzesi sono ospitali.
Sul filo delle cose belle e non di tutti i giorni l’eclisse di luna che ha interessato anche la nostra isola, dotandola di ulteriore fascino, come è possibile ammirare nelle bellissime e suggestive immagini.

E passiamo all’attualità più stringente. Rita Bosso ci racconta del programma delle “sere d’estate”, la rassegna di eventi promossi quest’anno, che vedono al centro il prepotente recupero della nostra identità e che offrono a tutti, turisti e non, la vera immagine di Ponza e delle sue tradizioni. Così come è stato rinnovata la tradizionale manifestazione delle bancarelle dei bambini, svoltasi a Le Forna con ben 27 protagonisti, orgogliosi di presentare i loro originali prodotti.

La settimana non è stata però solo rose e fiori. A cominciare dal dissalatore di Ventotene, di cui Enzo Di Fazio e Sandro Russo paventano i possibili sviluppi negativi – una questione che interessa anche Ponza – in cui, al di là della tecnica di rimpiattino di responsabilità tra amministrazione e Acqualatina, sarà presto affrontata la questione nel merito in un incontro allargato: il desalinizzatore è conveniente? Quale è il suo reale impatto sull’equilibrio marino, in una zona fra l’altro tutelata da vincoli molto ferrei? Esistono delle alternative possibili economicamente convenienti e meno dannose per l’ambiente? Gli avvoltoi si aggirano sulle possibili prede, dove gli interessi sono alti e gli affari sicuri.

Come appare essere stata Ponza negli ultimi tempi, almeno a sentire zi’ ‘Ntunino, scarpe grosse e cervello fino. Nell’albero della libertà, Franco De Luca, racconta di un Zi’ ‘Ntunino molto preoccupato dei risvolti che stava prendendo la passata amministrazione, tesa a mettere le mani sui gioielli di famiglia comunali. Sarà un pensiero cattivo, ma ha una sua logica e merita un momento di riflessione. Certo il cambio di guardia amministrativo comporta sempre qualche sussulto – e in questo caso più di uno -, dal momento che noi ponzesi abbiamo scelto di recuperare le nostre radici e di valorizzarle, cercando di opporci a moduli che non ci si confanno, anzi snaturano la nostra identità, la cui tutela non solo deve essere un impegno per tutti, ma è la sola garanzia di un futuro che possa continuare ad appartenerci.

In questa estate rovente, tanto per non farci mancare niente, abbiamo avuto anche noi il nostro bel black out elettrico. Gran parte dell’isola e in particolare la frazione di Le Forna è rimasta al buio per troppe ore, con disservizi che si sono riverberati anche sulla rete fognaria a causa del blocco delle pompe, proprio in coincidenza di un fine settimana particolarmente affollato.
I danni economici e di immagine sono stati notevoli. La società elettrica, la S.e.p., titolare della produzione e della distribuzione, richiesta dall’amministrazione, presenterà una relazione scritta nella quale chiarirà le cause dell’interruzione di energia e indicherà in che modo intenderà affrontare eventuali future criticità. Ponza, infatti, vive di turismo che purtroppo al momento si sviluppa solo su poco più di due mesi di attività, e non può permettersi defaillance del genere.

Con tutti i problemi resi ancora più impegnativi da settimane meteorologicamente caldissime, non poteva mancare il bastian contrario Giggino che si annoia e non si dà pace. Ponza, infatti, appare ai suoi occhi come pacificata: una cosa impensabile e per lui insopportabile. Di qui il suo desiderio di ricorrere alle alte sfere per scatenare la guerriglia: una minaccia o una preveggenza?

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