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Noi vogliamo il porto di Cala dell’Acqua

riceviamo dal Comitato Samip ‘2012’ e pubblichiamo
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IL PORTO A CALA DELL’ACQUA

Noi vogliamo il porto di Cala dell’Acqua.

Vogliamo un porto che si integri con il territorio circostante; e anche per questo è stato costituito il Comitato di Quartiere SAMIP 2012 .
Questo è un acronimo dei Soci Fondatori, ma vuole appunto ricordare la Società Mineraria che ha gestito questo territorio, lo scavo e la trasformazione, dal 1935 al 1975 (Savelli, Pianeggiani, sindaco Sandolo, avvocato Sandolo, sindaco Mario Vitiello).

Il porto dunque si deve integrare con il territorio di Le Forna, deve costituire quelle entità che mancano e non sostituire quelle che già esistono; non deve regalare niente, non deve fare l’elemosina, deve fare i giusti profitti; la popolazione tutta ci deve egualmente guadagnare e non essere penalizzata.

Il porto sorge su un’area demaniale concessa dal Demanio Marittimo per 50 anni, ma occupa altresì gli spazi di terra che sono di proprietà del Comune, senza i quali il porto non potrebbe assolutamente esistere.

Perciò ci deve essere una gestione alla pari tra il Concessionario del porto e il Comune.

Un porto così strutturato: la parte di banchina di accesso “A” con i primi 2 o 3 pontili (degli oltre 20 presenti) siano destinati al Comune per permettere lo svolgimento di tutte quelle attività tuttora esistenti ovvero il noleggio delle barche, il trasporto ai luoghi deputati, l’ormeggio dei diportisti e dei pescatori;

dal terzo pontile in poi tutto privato ma ….

(Porto Pubblico) Se la scogliera frangiflutti sarà costituita da elementi ad andamento subverticale a picco nella parte esterna si potrà pensare di far attraccare in questa parte esterna, e solo con condizioni di tempo buono, le navi che portano solo persone, sia aliscafi che navi crociere; oltre che le navi cisterne deputate al trasporto dell’acqua potabile per le quali sarà predisposto l’ormeggio.

In questo caso, e solo in questo caso, si dovrà studiare come far arrivare sulla banchina A le persone che sbarcano contemporaneamente dalla nave.

Percorrere tutto il periplo del porto e per di più su pontili galleggianti è assurdo. Ci vuole un collegamento più breve tra il Faro Verde e il Faro Rosso. Un ponte girevole è la soluzione forse più economica ma soggetta a manutenzione; un ponte fisso sarebbe troppo alto in quanto dovrebbe consentire il passaggio degli natanti con alberi notevoli e perciò poco praticabile; un passaggio con tunnel sottomarino potrebbe essere una soluzione da studiare. Meglio sarebbe il raggiungere la scogliera frangiflutti su un banchinamento fisso, nel qual caso si potrebbe arrivare anche al Faro Verde con macchine e tutti i problemi sarebbero risolti.

Il banchinamento “A” di cui si è detto andrebbe dal Faro Rosso al deposito dove oggi sono collegate le manichette della cisterna: dovrebbe essere largo il più possibile perché lo spazio a terra è indispensabile. In esso trovano posto il distributore di carburante, uno spazio destinato all’alaggio dei mezzi, la biglietteria, un bar, il rivenditore del ghiaccio. Non ci dovrebbe essere assolutamente il cantiere che può trovare posto lontano dal porto e servito dai mezzi destinati al trasporto delle barche.

Un cenno sulla geometria del porto. La parte che genera il porto e che lo caratterizza è la scogliera frangiflutti: essa dovrebbe partire dalla punta della Montagnella dove già esistono gli scogli emersi a poca distanza da essa, e con andamento curvilineo, per consentire una minore resistenza alle mareggiate, procedere verso l’interno.

Inoltre ci dovrebbe essere un banchinamento “C” alla base della scogliera, alla Punta della Montagnella;
…e un banchinamento “B” a terra dello Scoglio della Cantina.

Ponza 13 maggio 2017

Ing. Aniello Aprea

 

Documento originale in file .pdfSamip 2012. Il porto di Cala dell’Acqua. 13 maggio 2017 copia [2]

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