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La mia idea di isola. (2). Appunti per gli amministratori. Il Sindaco

di Vincenzo Ambrosino
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Quali sono le competenze di un Sindaco?

Il Sindaco come funzionario dello Stato: emana atti in materia di ordine e sicurezza pubblica, svolge funzioni in materia di polizia giudiziaria, vigila sulla sicurezza e l’ordine pubblico, adotta Ordinanze contingibili ed urgenti in caso di pericolo per l’incolumità dei cittadini, in caso di emergenza (traffico e/o inquinamento) ordina la modifica degli orari di uffici e servizi, pubblici o privati.

Il Sindaco come rappresentante legale del comune: è il soggetto abilitato a manifestare la volontà dell’Ente.

Il Sindaco come capo dell’amministrazione comunale: ha una responsabilità politica, in ottemperanza della quale il Sindaco deve provvedere all’attuazione del programma e una responsabilità amministrativa e giuridica.
In primo luogo il Sindaco dovrà saper distinguere di volta in volta il suo ruolo di “sovrintendente” da quello di gestore, dovrà in un ambito tutt’altro che preciso saper distinguere le proprie funzioni politiche da quelle dirigenziali facendo di volta in volta far valere anche le responsabilità altrui; tutto ciò sul presupposto che egli non è il solo e unico titolare dei poteri di indirizzo e di controllo. Per far questo, sarà necessario che il Sindaco si “circondi” di uno staff adeguato, preparato ed efficiente.

Nomina e revoca gli assessori: Il Sindaco è libero di nominare i propri assessori fra i soggetti facenti parte del Consiglio, oppure prenderli dall’esterno; la nomina degli assessori è un atto meramente “politico”.

Conferisce incarichi dirigenziali: il Sindaco nomini i responsabili degli uffici e dei servizi, attribuisca e definisca gli incarichi dirigenziali e quelli di collaborazione esterna.

Nomina negli enti e società: il Sindaco, sulla base degli indirizzi stabiliti dal Consiglio, provveda alla nomina, alla designazione e alla revoca dei rappresentanti del Comune presso Enti, Aziende ed istituzioni.


Quante cose deve saper far bene un Sindaco ma a mio avviso, per interpretare bene il suo ruolo in questo momento e in questa isola, deve soprattutto sempre chiedersi: “Che sto facendo e per chi lo sto facendo”.

Tutti genericamente amiamo Ponza: ma molto spesso dimentichiamo che quest’isola è la casa dei ponzesi che hanno scelto di viverla.

L’amano i Ponzesi emigrati in America, che portano dentro una forte nostalgia dell’isola in “bianco e nero” prima dell’avvento della televisione a colori. Questi ricordano un paese che li vedeva bambini oppure giovani e ricordano quegli abitanti che vivevano in un altro modo.
L’amano i Ponzesi che per motivi di lavoro o d’altro stanno sparsi per l’Italia e dintorni. Penso alla comunità che vive all’isola d’Elba o in Sardegna oppure in Francia. Questi sono più vicini e hanno per l’isola (fisica) un amore fortissimo ma si portano dietro un’ inquietudine, dipendente dalla loro esperienza sull’isola che li fa diventare aspramente critici con i residenti.
L’amano i ponzesi che svernano l’inverno in continente: questi, sono quelli che evitano di più di entrare in competizione con le problematiche (isolane) che comunque continuano a vivere ma cercano di esorcizzarle concentrandosi solo su quelle legate all’aspetto economico-commerciale quindi al periodo estivo per cui all’isola turistica.
L’amano i ponzesi residenti per tutto l’anno e questi sono, inconsapevolmente, i più infelici. Un amore indefinibile, che li incatena alla loro terra ma che non può essere nostalgia, perché la vivono quotidianamente, che non può essere neanche rabbia con qualcun altro perché hanno delle quotidiane responsabilità, ma non può essere neanche condivisione di una esistenza, perché non ne sono capaci.
Ma l’amano anche i forestieri non residenti che hanno una casa a Ponza: e questi amano l’aspetto naturalistico, vacanziero e vorrebbero che fosse strutturata secondo il loro piacere di vivere. Questi- salvo alcune eccezioni – si sono fatti un giudizio sui residenti che può essere riassunto in “Dio perdona loro perché non sanno quel che fanno!”
L’amano i vacanzieri: e questi amano ovviamente l’aspetto naturalistico e hanno il diritto di chiedere ai residenti: servizi, accoglienza, cortesia.
L’amano i legislatori continentali: che imbastiscono leggi vincolistiche che non vengono comprese e accettate dai residenti.

Qualcuno potrebbe dire: tutto questo che c’entra con il Sindaco?

Ponza è la Casa dei Ponzesi, da almeno 250 anni: è giunto il momento di dare ai Ponzesi la consapevolezza di vivere in una casa ben definita, dove c’è un giardino sempre più fragile e dove c’è una famiglia che ha bisogno di capire come si vive: in pace, in armonia… e permettetemi di dire una parola: con amore!
E a chi si deve pensare per iniziare a fare tutto questo se non al “capo della Casa”? Se non al “Capo Famiglia”? Se non al “Sindaco”?

Ecco, un Sindaco che sa applicare nelle sue funzioni le terminologie recupero, valorizzazione, salvaguardia, reinterpretazione, rivalutazione, invenzione, rivelazione, rinascita: quello è il Sindaco che ha la mia stessa idea di isola.

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