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L’attenzione mondiale ai terrazzamenti. “Cipro, Grecia, Italia, Francia, Svizzera e Spagna a fine aprile Da sempre sul sito ci interessiamo dei terrazzamenti – a Ponza: ’i parracine – i muri a secco costruiti dall’uomo fin dai tempi più remoti e in tutto il mondo. L’attenzione alle parracine di Ponza non è recente; periodicamente sorgono iniziative per proporle a monumento da salvaguardare, segnatamente i muri a secco edificati in epoca borbonica dai coloni ischitani e torresi insediati a partire dal 1734 Ponza: parracine in località “sopra Tre Venti” È con piacere perciò che segnaliamo l’articolo, da ‘la Repubblica’ on-line (qui sotto in file .pdf) che riprende il nuovo interesse su scala mondiale al tema dei muri a secco e segnala varie iniziative in proposito, inclusa la presentazione del docu-film “Uomini e pietre” di Michele Trentini.
. Da YouTube il trailer “Contadini di montagna” di Michele Trentini. Dedicato al paesaggio terrazzato della valle di Cembra, vincitore del Premio Speciale del Touring Club Italiano, presentato a Expo2015 . . Immagine aggiunta da Enzo Di Fazio (vedi commento) Particolare dell’aerofotogramma realizzato durante il volo del 1936. Zona della Piana di Le Forna e collina dello Schiavone (dal libro “Pontio l’Isola di Pilato” di Vincenzo Bonifacio – Ed. VianelloLibri)
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Noi di Ponza, almeno quelli di una certa età, abbiamo molto confidenza con le parracine e con i terrazzamenti visto che li abbiamo frequentati, da giovani, quando si facevano epiche vendemmie e i filari di viti adornavamo i muri a secco di tutta Ponza fino quasi ad arrivare a mare. Oggi molti di quei terrazzamenti sono scomparsi e non si notano nemmeno più, per fortuna alcuni stanno riprendendo vita grazie al recupero dei vitigni autoctoni e al buon periodo che sta attraversando la cultura del vino.
Per dare un’idea di come fosse ricca Ponza di questi terrazzamenti ho ricavato dal libro “Pontio l’Isola di Pilato” di Enzo Bonifacio un aerofotogramma realizzato durante un volo sull’isola per effettuare dei rilevamenti (era il 1936). Questo documento che riporto in calce all’articolo di Sandro ritrae una zona della Piana di le Forna e collina dello Schiavone e mostra bene la struttura dei terrazzamenti e come, utilizzando questo sistema, si riuscisse a rendere coltivabile ogni pezzetto di terra, fosse anche prossimo al mare.