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Lettera aperta sulla questione dei pontili

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Riceviamo sulla posta del sito, e pubblichiamo, la seguente lettera firmata

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E’ iniziata la campagna elettorale, che ci porterà ad eleggere il sindaco di Ponza, che vede contrapposti il Sindaco uscente Vigorelli  con il prof. Ferraiuolo, anch’egli sindaco negli anni ’80.

A tal proposito, ho ritenuto opportuno scrivere questa lettera aperta, da condividere con i miei concittadini ed i tanti amici che ci stimano, al fine di rendere pubbliche quelle che sono le nostre posizioni ed idee relative ai programmi esposti in campagna elettorale dal sindaco uscente Vigorelli.

Si è reso necessario ciò in quanto, come spesso accade in campagna elettorale, i pontili e gli ormeggi nel porto di Ponza calamitano l’attenzione, le aspettative e gli interessi di molti…

Credo che sia pacifico e sotto gli occhi di tutti asserire che con l’attuale amministrazione comunale sia in corso una vera e propria colonizzazione romana – atta a preparare il terreno all’insediamento di imprenditori esterni – facendo leva e facilitata dall’ innato istinto di noi ponzesi che, bravi nelle divisioni e spaccature,  per causa della ‘uallera (invidia) perdiamo il seme della ragione.
La campagna elettorale è partita all’insegna della legalità, ristabilendo le regole deviate dall’infausto passato.

La mia domanda è: – C’è riuscito in questi cinque anni?
Probabilmente no, visto la nuova candidatura, probabilmente il disegno prevede altro…

Sono state molte le aziende e gli imprenditori vessati in questi anni; alcuni di questi rappresentavano il fiore all’occhiello dell’isola di Ponza, grandi o piccoli che siano, sono stati tutti cancellati!

Ricordo le testuali parole: “Erano un mostro di illegalità“.
Sicuramente vi erano illegalità e su questo non vi è dubbio… ma puo’ essere mai che non si è potuto trovare una soluzione amministrativa?

Io credo che una sana amministrazione, vicina al cittadino, avrebbe dovuto avere un dialogo costruttivo invitandolo con i propri tecnici ad un confronto  e trovare una soluzione per il bene di tutti… Invece vi è stata solo una vera e propria escalation di atti a decretarne la cancellazione.

Molti di queste attività hanno rappresentato un vero e proprio business per l’intera isola di Ponza e, nella fattispecie, è chiaro il riferimento a Frontone.
Oggi recarsi su quella spiaggia, abbandonata, sporca e priva dei più elementari servizi è un vero e proprio pugno nello stomaco! Complicato pure procurarsi una bottiglina d’acqua.

E’ evidente l’incapacità comunale nel creare un polo attrattivo che poteva somigliare vagamente a quello esistente.
Le Attività demaniali gestite da ponzesi man mano stanno scomparendo a favore di nuovi imprenditori non locali.

Ritengo questa politica scellerata e molto rischiosa, perchè gli imprenditori locali pur tra mille schermaglie hanno sempre convissuto in modo pacifico, senza mai andare sopra le righe, cosa che questo nuovo insediamento potrebbe compromettere.
Noi imprenditori ponzesi, gestori di piccoli punti d’ormeggio nel porto di Ponza, abbiamo rischiato di scomparire, prima a causa dei sequestri nel 2008, e poi con tutta una serie di iniziative della attuale amministrazione volte a studiare quale via intraprendere per “estinguerci”… Vuoi che sia il nuovo piano regolatore portuale, vuoi che siano le imminenti scadenze del 2020, vi è solo l’imbarazzo della scelta.
La scrupolosa attuale amministrazione locale, ci ha invitati a non effettuare investimenti, in previsione della scadenza delle concessioni fissata per il 2020.
Questo mi sembra il modo corretto di essere vicini al cittadino…

E qui entra in gioco l’astuto sindaco Vigorelli che facendo leva sulle divisioni tra ponzesi orienta i suoi progetti per passare in mani straniere le attuali attività.
Siamo stati descritti ai nostri concittadini fornesi come quelli che hanno impedito lo sviluppo di Le Forna perchè “sono avidi come le iene”.

Quando ci sono stati i sequestri di queste attività molti ponzesi hanno esultato, un po’ come è successo dopo la delibera contro le linee Pilato oppure contro l’abbattimento del ristorante Rifugio dei Naviganti”.
Ma la stessa cosa è successa anche quando ai pescatori venivano confiscate le reti e intrappolati in leggi sempre più ristrettive. Così come è successo quando a Frontone è stata sequestrata l’attività “Frontone Village e Techila Cafè”, per non dimenticare le attività distrutte a Ponzesi a Chiaia di Luna, a Lucia Rosa e la distruzione dell’originalità dell’attivitá “Il Cantiere” e non oso immaginare in quanto hanno esultato per Ponza in Tavola accantonando e sottraendo le attivita’ dell’Associazione Cala Felci

Noi Ponzesi purtroppo non siamo solidali tra noi e questo l’attuale sindaco lo ha capito molto bene, giocando, agendo ed amplificando inasprendo sempre più questo sentimento.
Ma come si fa a non capire che un imprenditore ponzese, con tutti i suoi difetti, non potrà mai fare danni irreversibili come al contrario potrebbe farli un esterno con enormi risorse economiche?

I pontilisti nel porto di Ponza sono nove – erano dieci: uno è stato colpito e affondato – siamo in concorrenza tra di noi per cui non ci sono monopoli – prendiamo manodopera ponzese. Siamo stati capaci nel tempo di inventarci un’offerta di ormeggio senza creare strutture pesanti; i pontili alla fine della stagione scompaiono da mare.
Siamo stati capaci di ormeggiare imbarcazioni senza protezioni dai marosi solo grazie alla nostra grande competenza di uomini di mare. Intorno alle nostre attività si è creato un indotto commerciale nuovo di cui ha beneficiato l’intera isola.

Ma anche la ditta Pilato ha fatto la sua storia continuando nel tempo a mantenere in vita il trasporto interno sull’isola. Dovrà migliorarsi – come tutti d’altronde – ma la ditta Pilato merita rispetto e solo un regolare Bando Pubblico può definire il suo destino.

Come anche tutti gli imprenditori ponzesi vanno rispettati e salvati perchè il lavoro dei ponzesi è sacro e da salvaguardare in questa isola.
Al contrario il nostro Sindaco parla da una parte dei malloppisti e li individua nei pontilisti ponzesi e poi esalta i privati che vengono dall’esterno.

Pensate al porto che si vuole costruire a Cala Dell’ Acqua.
Il Nostro Sindaco – questa operazione economica della società Marina di Cala dell’Acqua – la sta facendo passare come un operazione di beneficenza.
Questo dice il nostro Sindaco: questi imprenditori spenderanno circa 40 milioni di euro che non sono bruscolini, costruiranno un porto con circa 500 posti barca, 80 regalati al Comune di Ponza, ristoranti e cantieri dati in gestione ai ponzesi, pagheranno le tasse per cui nuove entrate per il Comune, daranno posti di lavoro per tutto l’anno: è un affare per Ponza.
Le nostre strutture sono capaci di ospitare al massimo 25 imbarcazioni; per il Sindaco di Ponza siamo degli avidi speculatori .
D’altro canto, questi Signori che vengono da Milano con societá serbe e dintorni, gestendo – per cinquant’anni in sicurezza –
circa 420 imbarcazioni,  sono per il nostro Sindaco dei benefattori.

C’è qualcosa che ci sfugge e che non torna… in questo ragionamento, e molti ponzesi non la capiscono.
Questi imprenditori esterni vengono a fare un grosso investimento a Ponza per cui grossi profitti; diciamo che venderanno la metà dei posti barca, quindi circa 200 posti barca a una media di 200 mila euro l’uno (cosa già confermata da diversi nostri clienti a cui si sono rivolti per le adesioni) per un totale di 40 milioni d’euro…
Con la vendita di metà dei posti barca disponibili coprono le spese; il resto, altri 200 posti barca più affitto di ristoranti e cantieri, è guadagno.
Totale profitti per 40 milioni di euro nelle loro tasche… dai soli posti barche.

Ma mentre a noi nel porto di Ponza vengono affidate semplici concessioni a cinque anni a questi consegnano una concessione a cinquant’anni, più un pezzo del nostro territorio che viene sottratto ai ponzesi e che non tornerà mai piu nella nostra disponibilità.
Noi siamo etichettati come malloppisti e gli altri intascano milioni di euro, comprando la nostra isola.

Non sono contro il porto a Cala dell’Acqua, sono contro la speculazione politica che sta facendo il nostro Sindaco mettendo un ponzese contro l’altro, permettendo la penetrazione di imprenditoria esterna sull’isola a discapito della imprenditoria locale.
E lo stesso discorso si potrebbe fare per i campi boa.

Per fare grandi investimenti occorrono grandi superfici e strutture organizzate. Sarebbe sano consegnare nelle mani dei tanti imprenditori locali fornesi piccole concessioni demaniali di specchi acquei per espletare la loro attività che, non per colpa loro, si ritrovano a fare in modo illegale da diversi decenni. Sarebbe così garantita  la possibilità di lavoro nel rispetto delle regole e scongiurate le invasioni nemiche.

La salvezza dell’isola è realizzare ciò, facendo delle razionali zonizzazioni degli specchi acquei, tenendo presente la realtà esistente del tessuto imprenditoriale isolano e regolarizzarli come è giusto che sia.

Credo che il loro scopo non sia arricchirsi ma essere riconosciuti e legalizzati come è avvenuto da diversi anni nel porto di Ponza. Solo cosi potremmo evitare l’estinzione e la colonizzazione.

Basta divisioni e invidia tra ponzesi perchè il nostro Sindaco ha la cura per la nostra ‘uallera: sostituire gli imprenditori ponzesi con quelli esterni.

Firmato Umberto Ciccio Nero