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Epicrisi 118. Ponza sta per scegliere il suo futuro

di Giuseppe Mazzella
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Settimana di inizio primavera con tempo perturbato, non solo dal punto di vista climatico, con sullo sfondo il rombo dei tuoni non lontani della prossima tornata elettorale.
Eppure il sito l’aveva inaugurata con le belle foto floreali che Cristina Vanarelli [2], col cuore a Ponza, ci aveva mandato dalla sua casa in collina di Rocca Priora.

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La domenica era, poi, stata festeggiata con un lusinghiero risultato della nostra società di calcio [4].
E la settimana era proseguita con gli interventi di Sandro Russo e Luisa Guarino sulle testimonianze del dialetto (leggi qui e qui [5]), che a Ponza per fortuna è preservato in moltissime testimonianze di poeti locali e costituisce un’eredità culturale da tramandare alle future generazioni.

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Alle buone notizie si era, poi, aggiunto il riconoscimento assegnato a Cala Feola [7] come una delle 15 spiagge più belle d’Italia.
Altra iniziativa lodevole quella promossa dall’Associazione Lavica [8]a Ventotene, tesa a monitorare il nostro mare e a realizzare – commenta il biologo marino Adriano Madonna – “un punto di raccolta di eventuali organismi marini non nativi”.
Ad incrinare la calma, per la verità solo apparente, alcune perplessità manifestate al gemellaggio Ischia-Ponza, con la con la riproposizione del video realizzato da Giuseppe Mazzella di Rurillo e da Gianni Vuoso, Il viaggio di Mattia [9], che hanno voluto sottolineare ancora una volta non solo il profondo legame tra le due isole, ma la necessità di mettere rapidamente in campo iniziative tese a favorire scambi culturali ed economici.

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A seguire arriva la brutta notizia del ricorso al Capo dello Stato da parte della società Marina di Ponza (in Rassegna Stampa [11] del 7 aprile) che ha perso la gara per la costruzione del porto di Cala dell’Acqua, fatto che ritarderà certamente la realizzazione dell’importante infrastruttura.

Quello che, però, sta tenendo banco, ormai da varie settimane, anche con momenti convulsi, sono i lavori per la preparazione delle liste elettorali. All’amministrazione uscente capeggiata dal sindaco Vigorelli, dovrebbe contrapporsi una lista unitaria, per la costruzione della quale si stanno incontrando non poche difficoltà; dovute a mentalità diverse, a interessi seppur legittimi che contrastano con altri interessi, vecchie ruggini, antiche antipatie.

Sang’ ’i Retunne [12], ci dà un quadro allarmante e colorito di quello che sta accadendo. Ma è soprattutto Vincenzo Ambrosino che, con le sue cronache minuziose (leggi qui [13] e qui [14]), sta cercando di raccontare il magma convulso in cui l’isola si dibatte da settimane.

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È arrivato, infatti, il tempo delle scelte e i ponzesi appaiono oggi più avvertiti e coscienti del momento importante che si sta vivendo. I dibattiti e gli incontri si susseguono senza sosta, e questo favorisce la crescita di una coscienza civica più matura; le generazioni si confrontano, le problematiche vengono analizzate, sono indicate le priorità. Tutta l’isola partecipa come non mai.
Di questo intenso confronto, un piccolo merito credo vada anche al nostro sito, a volte criticato aspramente e spesso ingiustamente, per aver saputo tenere alta la fiaccola dell’attenzione sui tanti problemi irrisolti.
Quello che appare sempre più chiaro è che Ponza debba essere il luogo dove una comunità possa vivere civilmente, in un regime di economia a misura familiare, quale è nella sua tradizione, e non soccombere a potentati economici che, oltre a comprimere o far scomparire inevitabilmente le attività tradizionali, ne possano snaturare l’identità. Franco De Luca lancia un accorato allarme con il suo Non è più tempo di giocare [16].

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E’ arrivato, infatti, il tempo delle scelte e se falliremo saremo solo noi i responsabili.
I ponzesi, hanno capito che se Ponza perde il suo spirito che ne ha fatto la fortuna non solo turistica, sarà condannata ad una morte civile inesorabile, trasformandosi in uno dei tanti – direi anche banali – villaggi turistici sparsi per l’Italia, che nulla offrono ad una vera vacanza non solo del corpo, ma dello spirito.