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La Z di Zannone

di Silveria Aroma

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Z zzz no, non mi sto addormentando; sto cercando.
Ecco, trovato! Zannone.

La cucina con le mattonelle bianche a decori azzurri, almeno nei miei ricordi, la luce che entra dalla finestra, la donna anziana in piedi accanto al focolare prepara il caffè, l’uomo più giovane, seduto, parla con gli altri del gruppo.
Non c’è sonoro, solo immagini – per me – che mi perdo nei gesti delle mani e nella luce che rimbalza ovunque.

Fuori, attorno alla casa, tutto è ordine; il verde, macchiato di terra chiara, tuffato nell’azzurro del mare sembra si possa racchiudere in un cerchio, un cerchio di bellezza che toglie il fiato.

Una psichiatra austriaca (e adorabile amica), pittrice per diletto ha organizzato una mostra subacquea. Ricci pennellati, pesci policromi e alghe immobili fanno bella mostra di sé nelle acque antistanti il Varo.
Il mio snorkeling dei ricordi speciali.

[2]

Improvvisamente l’attenzione di noi tutti si concentra in un solo punto.
Nonna Caterina (la mia nonna calabrese) è riuscita a farsi imprigionare da una sedia pieghevole rivestita come le classiche sdraio.
Da lì in poi non si è più smesso di ridere. Ancora oggi – decenni più tardi – riusciamo a ridere tornando con la mente a quell’episodio.
Molte volte dopo quel giorno ho percorso i sentieri sotto il bosco di lecci, con qualche amico o con un gruppetto di visitatori.
La volta più memorabile è quella in cui feci da guida – improvvisata – ad una comitiva di turisti, avevo ventitré anni.
Cosa c’è stato di particolare?
Nulla, ero solo al settimo mese di gravidanza.
Beata gioventù spensierata!

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Nel giugno del 2012, grazie al protocollo d’intesa Comune-Parco, ci venne data la possibilità di partecipare ad un corso di formazione per guide naturalistiche. Non ricordo più quello che necessitava per rientrare nel numero chiuso, ricordo, però, che ai richiedenti ponzesi era data la priorità.
Ore di lezione in una sala del museo, e ore di lezione all’aperto.
La parte più intensa del corso, la più incantevole, si tenne a Zannone.

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La meraviglia nella meraviglia.

Ma non era già più l’isola di un tempo.
Niente più asino a ricevere carezze e bocconcini consolatori.
Chiuso e dimenticato il minuscolo museo, anche San Silverio sembrava più ombrato.

[5]

Sulla scia entusiastica del corso partì l’idea di una collaborazione tra studentelli (noi) e il parco. Ciascuno, singolarmente, prese in carico un lavoro su Zannone, piccoli elaborati da proporre per un’ipotetica guida, unico vincolo tematico era l’isola.
Giorni di entusiasmo poi il vuoto.

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Forse era davvero tempo di lanciare un messaggio forte, un grido di dolore, che risvegliasse la coscienza di tutti – e dico tutti! – ricordandoci che Zannone non è solo una sagoma in mezzo al mare ma un patrimonio da tutelare, un posto unico al mondo, dove una natura senza eguali – pennellata di colori maestosi, cantata dalle diomedee e svolazzata da una allegra farfalletta – sposa il divino.

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Tutte le foto sono dell’Autrice (NdR)