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San Giuseppe, storie di una festa

  di Martina Carannante

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Stiamo arrivando in prossimità dei giorni della festa di San Giuseppe, i preparativi fervono già dall’inizio di febbraio quando si è ricostituito il nuovo-vecchio comitato. Subito si sono dati tutti da fare e il presidente Silverio Mazzella ha preso in mano la situazione in prima persona; dai lavoretti di routine per impermeabilizzare ed imbiancare la Chiesa, alle luminarie.
Dall’entrata della festa al palco è stato tutto  ordinato e preparato in tempi record. Il rione di Santa Maria ha ripreso vigore e si è risvegliato dal torpore degli ultimi anni. Sarà che è casa mia, sarà che il tempo passa e riaffiorano i ricordi, ma passeggiare sotto le tese di luci che dalla via nuova illuminano tutto il rione è un’emozione unica.

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La festa di San Giuseppe non è stata sempre come la vediamo oggi, o come l’abbiamo vista negli ultimi anni, ma ha avuto un continuo crescendo che vi andrò a raccontare.

Facendo riferimento alla festa di San Giuseppe non possiamo non ricordare una figura emblematica e molto devota che ha tramandato ai suoi alunni l’amore e l’importanza di tale ricorrenza: il maestro Scotti.
Egli insegnava a Santa Maria e ogni anno, il giorno dell’entrata della festa, preparava la sua scolaresca all’evento; tutti sistemati e in fila prendevano parte alla funzione religiosa e alla piccola processione che portava il Santo in trionfo dalla Chiesa alla spiaggia.

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Un rito importante era la raccolta della mortella. Dalla pianta di mirto (Myrtus communis) venivano raccolti, cinque giorni prima della festa, i rami più teneri e venivano intrecciati sapientemente; la mortella veniva stesa dal sagrato della Chiesa alla Via Nuova, l’odore inebriava tutta la contrada e tutti i paesani si rendevano conto che la festa era imminente. Con le nuove normative e la maggior attenzione alla flora e fauna locale, il rito della mortella è stato ridimensionato al solo sagrato della Chiesa.

Mi raccontava Maria ‘i Teresa che prima (più di 60 anni fa), la processione di San Giuseppe era, se si può dire, “più breve”, perché non passava per la Via Nuova, ma si svolgeva tutta all’interno della contrada (dai Conti, alla spiaggia).
San Giuseppe, a differenza degli altri Santi, aveva la sua illuminazione, fatta a tese di luci (così come San Silverio aveva i suoi pali e i suoi archi e non venivano affittati e cambiati di anno in anno).
Lo stesso principio venne accolto qualche anno fa dai ragazzi di Le Forna che organizzarono la Festa dell’Assunta, attrezzando tese di luci proprie ed artigianali per rendere meno dispendiosa e  più durevole e caratteristica la festa.

Anche il palco non era così come lo vediamo oggi. Esso si faceva con bidoni di latta e tavoloni, era molto piccolo, ma adornato di bandierine e mortella. I fuochi pirotecnici si sparavano da ‘u Turone (fino a circa 40 anni fa) ed il Gran Pavese era lunghissimo, partiva dalla Chiesa e arrivava fino alla strada principale.

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La svolta del comitato organizzativo e della festa c’è stata circa vent’anni fa con l’assunzione della direzione dei festeggiamenti da parte di Bartolomeo Mazzella e Rosario Porzio.  Per rinnovare il palco e non chiedere sempre aiuto alle ditte edili, vennero comprati tutti gli accessori per fare il palco grande, sicuro e soprattutto durevole nel tempo. Appena dopo l’Epifania si passavano a rassegna tutte le luminarie in modo tale da aggiustare ciò che era rotto o mal funzionante; a fine febbraio si mettevano le tese di luci;  normalmente questa pratica avveniva l’ultima domenica di febbraio, prima di andare a Le Forna per festeggiare San Silverio dei Pescatori. Quando si montavano le luci era l’inizio della festa, le signore dei Conti e delle varie zone del rione portavano le zeppole e caffè per gli uomini che si prodigavano ai lavori di sistemazione.

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Bartolomeo fece molto per il comitato festeggiamenti, era un grande lavoratore e riusciva a coinvolgere tutti. Furono sue le idee di fare la zeppolata il giorno della vigilia della festa e di mettere in palio il maialino come primo premio della riffa.
Per anni il presidente del comitato festeggiamenti è stato Onorino, altra personalità importante di Santa Maria e poi Rosario fino ad oggi, con il grande impegno di Silverio,  Lucia e tutta la sua famiglia, di Maria,  Giuseppe, Alessandro e Maurizio.
Vedere la mia contrada così viva e i miei compaesani così uniti ed attivi non mi fa che sperare in bene. Sicuramente sarà un successo, per merito loro, per quel che è stato e quel che sarà.

Buona festa di San Giuseppe!

nota: le foto notturne sono state messe gentilmente a disposizione da Alessandro Tagliamonte

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Qui sotto il programma della festa

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