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La via Crucis dello Skid. I dissalatori a Ponza (seconda parte)

a cura del Comitato “Rinascita per Ponza”
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Siccome le Associazioni e i Comitati non vengono invitati a partecipare alle Conferenze dei Servizi è importante leggere i verbali di quelle riunioni: per capire come ragionano i vari delegati nel risolvere le questioni dei cittadini.

Per la prima parte, leggi qui [2]

Conferenza dei Servizi Skid a Cala dell’Acqua 7 giugno 2016
“Interviene l’ing. Cima e l’ing. Saviano del gestore del Sistema Idrico che illustrano i contenuti del progetto redatto in comune anche con l’apporto dell’ Università La Sapienza di Roma per i vari aspetti ambientali dell’acustica e dell’impatto sul mare”. (…) “successivamente illustrano le soluzioni progettuali spiegando i punti di forza e i punti di debolezza. L’impianto funziona ad osmosi inversa e tratta il 40% dell’acqua addotta mentre il rimanente 60% viene restituita al mare senza modificare l’ambiente marino con l’immissione di sostanze tossiche od altro; le tubazioni di aspirazione saranno del diametro di 400 mm e quelle di scarico di 200 mm. Si aggiunge che tutte le progettazioni fatte e gli studi specifici sui vari impatti ambientali sia acustici che di abbattimento dei fumi, sono stati svolti in considerazione dell’eventuale utilizzo di energia necessaria circa 295 KWA.

Osservazione: anche per Cala dell’Acqua il progetto di Acqualatina è completo di relazioni e studi sull’impatto ambientale, inquinamento acustico e fumi e prevede ancora una volta dei generatori che devono produrre energia necessaria all’impianto circa 295 KWA.

Ma un intervento molto interessante lo fa il dottor Setaro in qualità di presidente del CdA dell’Elettrica Ponzese, il quale chiede che “venga protocollato la nota del 6 giugno 2016 (allegato d) con la quale la società stessa dichiara che nelle condizioni attuali tecniche della rete, pur avendo le idonee capacità generative per soddisfare le esigenze richieste considerando l’apporto della Centrale di “Cala dell’Acqua” non è in grado di garantire la potenza richiesta a causa da un lato della ridotta capacità di trasferimento vettoriabile sulla linea MT di “Le Forna”, dall’altro del limitato periodo di accensione a cui la centrale di “Peak Saving” è soggetta a seguito dell’autorizzazione da parte della Provincia di Latina”.

Osservazione: Il presidente CDA dell’Elettrica Ponzese producendo documentazione fa sapere che la Centrale di Cala dell’Acqua non ha i permessi per erogare l’energia disponibile al dissalatore perché ha un periodo limitato di accensione circa 300 ore all’anno “Peak Saving”. Ma arrivano in soccorso prima la dirigente provinciale Della Valle e poi il rappresentante di Acqualatina ing. Cima.

“A tal proposito interviene la dottoressa N. Della Valle (Dirigente del settore ecologia e ambiente della Provincia di Latina) che nello specifico della problematica, sollevata dalla Società Elettrica Ponzese, invita il rappresentante a verificare la questione, in quanto normativamente è possibile superare la limitazione di ore di funzionamento degli impianti a condizione che la società adegui i sistemi di abbattimento degli inquinamenti affinché le emissioni rispettino costantemente i vigenti limiti. La provincia è l’Ente titolata a rilasciare tali autorizzazioni e per quanto risulta ad oggi, alla Società è stato imposto il limite di 300 ore/anno (disciplina delle accensioni eccezionali) nelle more che adegui gli impianti, adeguamento già espressamente autorizzato.”

“Interviene l’ing. Cima che sottolinea che è ipotizzabile la collaborazione del gestore (Acqualatina) per realizzare gli interventi necessari al potenziamento della linea locale ed invita la Società Elettrica Ponzese a presentare un preventivo dettagliato di spesa necessario al fine di poter garantire un aumento del periodo di funzionamento della centrale.”

Osservazioni: Gli imprenditori possono mettersi tra di loro d’accordo quando hanno un reciproco vantaggio. Acqualatina in questo caso non costruirebbe i generatori (per i quali ha prodotto studi di impatto ambientale, fumi e rumori) per questo si è dichiarata disponibile ad aiutare la Società Elettrica Ponzese a potenziare l’erogazione energetica; ma qui ci sono fondi pubblici che devono essere rispettati e poi c’è un aspetto politico locale tassativo: c’è un patto tra l’Amministrazione Vigorelli e i cittadini di Le Forna  sancito nel  consiglio Comunale del 1° agosto 2013 “Mozione Le Forna” nel quale il Sindaco disse: “Con l’entrata in funzione della nuova centrale elettrica sul Monte Pagliaro (anno 2017-2018) anche il sito di Le Forna sarà poi definitivamente chiuso.”
Ma in questa Conferenza dei Servizi addirittura si tende di convincere il rappresentante della Soc. Elettrica Ponzese a produrre documentazioni per superare i limiti delle 300 ore e diventare una Centrale Elettrica permanente su Cala dell’Acqua …e nessuno ha niente da ridire!

“Il gestore (Acqualatina) successivamente si sofferma ad indicare i punti di presa dell’acqua e di rilascio a mare, facendo notare che i punti di presa d’acqua e di scarico d’acqua e di salamoia saranno realizzati in specifici punti, con realizzazione delle opere in modo temporaneo in attesa che si realizzi anche il progetto del porto.”

Il Sindaco del Comune di Ponza Vigorelli espone “la sua contrarietà alla realizzazione di dette opere di presa/scarico in modalità “temporanea”; ipotizza bensì di realizzarla in maniera definitiva, per avere un riscontro di risparmio economico e indicando altresì bene i punti dove devono essere posti le prese di acqua e di scarico di acqua di salamoia, specificando a tal proposito che proprio lo scarico dello Skid deve avvenire fuori dell’area di attracco del porto turistico in fase progettuale per non creare interferenze con le future attività portuali e senza modificare l’ambiente marino con immissioni di sostanze tossiche o alte concentrazioni di salamoie.”

Osservazione: è la seconda volta, notiamo, che i tecnici e gli studiosi di Acqualatina vengono contraddetti  dal Sindaco; il Sindaco chiede che i tubi devono essere piazzati in modo definitivo e non provvisorio in mare e all’esterno e non all’interno dell’area portuale in programmazione.

L’ing. A. Vagnozzi rassicura che: “le soluzioni proposte saranno realizzate in modo da non creare problemi di interferenza assicurando l’habitat marino, anche in relazione ai vincoli ambientali dell’intero arcipelago pontino.”

La dott. Rocchi (Dipartimento Prevenzione Servizio Igiene Pubblica ASL): trova positiva tale progettazione che permetterà di non fornire più acqua al comune con navi cisterne, aumentando in tal modo la qualità della stessa acqua, sottolineando l’importanza che anche i serbatoi di accumulo di acqua potabile che si realizzeranno dovranno essere tali da garantire la permanenza degli standard di qualità dell’acqua.

L’ing. Vagnozzi  ribadisce che l’impianto mobile dovrà essere in esercizio solo fino al momento della messa in funzione di quello definitivo nell’area dell’ex cava e ha l’obiettivo di rendere l’isola autonoma nella fornitura dell’acqua nei mesi invernali e con supporto delle navi cisterne durante quelli estivi (anche al fine di non gravare sulla fornitura di acqua del sud pontino in caso di crisi idrica delle fonti di Mazzoccolo e Capodacqua), con il doppio vantaggio economico (dimezzamento del costo dell’acqua distribuita) e di impatto ambientale (la presenza delle navi cisterne nel porto comportano inquinamento acustico e del mare).
E’ sicuramente una opportunità che però va vagliata in considerazione degli impianti e delle opportunità derivanti, oltre che tenendo conto dei pareri espressi dagli enti competenti, in quanto la Regione Lazio a tal proposito non ha una legislazione ben precisa e specifica.
Infine comunica che l’Agenzia del Demanio, Direzione regionale del Lazio, con propria nota prot. 557/2016 (allegato e)  comunica che “la scrivente direzione deve esprimere approfonditi accertamenti circa la reale titolarità dei cespiti in funzione della località “Cala dell’Acqua” in quanto una parte dell’opera ricade in area appartenente al pubblico demanio marittimo e parte in aree appartenenti al patrimonio indisponibile…

Osservazione: ci viene un dubbio quando l’ing. Vagnozzi dice che lo Skid funzionerà fino a quando (fine 2018?) si costruirà quello definitivo nell’ex Cava; in questo caso siccome non si specifica, non comprendiamo se l’ex Cava è quella di bentonite di Cala dell’Acqua o quella di perlite di Capo Bianco.

 

Riassunto e conclusioni: Il Sindaco decide di far costruire nel 2013 il dissalatore a Capo Bianco perché lì nascerà la nuova Centrale Elettrica; passano due anni senza nulla di fatto.
Ma anche se il Sindaco non è al corrente, sembra che Acqualatina per Capo Bianco stia provvedendo agli espropri per realizzare il dissalatore definitivo.
Al di là degli espropri Acqualatina si inventa nel 2015 la costruzione di un impianto di dissalazione Skid e lo vuole piazzare in zona Caletta (porto). Sembra che alla Caletta il costo per sistemare uno Skid sia inferiore rispetto ad ogni altro sito. Il sindaco è contrario perché Acqualatina vuole alimentarlo con due generatori. A questo punto dice di costruire l’impianto Skid a Capo Bianco perché è coerente rispetto a quello definito; ma poi pensa a Cala dell’Acqua dove c’è la centrale elettrica di emergenza della Sep.
Con questa mossa si sta rendendo permanente una Centrale Elettrica – quella di Cala  dell’Acqua – provvisoria e da smantellare una volta entrata in funzione la nuova a Monte Pagliaro; addirittura leggendo i vari interventi del Sindaco il neo porto turistico dovrebbe adeguare i suoi progetti di rifornimento energetico – che sono innovativi e “verdi” – a quelli della Centrale Elettrica Ponzese.

Per adesso ci fermiamo qui visto che nuove Conferenze dei Servizi per il dissalatore a Ponza sono state indette.

 

In unico Allegato .pdf i segg. documenti:

Determinazione Segret. tecn-operativa ATO4. Presa d’atto del Progetto preliminare 09.01.2017. ATO4. Verbali Conferenze dei Servizi sul Dissalatore Provvisorio 12.01.2016 e 07.06.2016 [3]

 

La via Crucis dello Skid. I dissalatori a Ponza (seconda parte) – Fine