Ambrosino Vincenzo

Privato è bello? Ovvero la “comunità ponzese” espressa in base al tornaconto

di Vincenzo Ambrosino

 

Certo parlare contro le privatizzazioni in un’isola come Ponza dove tutto è privatizzato è molto difficile. Concetti come “valorizzazione e protezione del bene Comune” diventano astratti, privi di senso perché non fanno parte della genetica culturale del ponzese.

Il ponzese dà all’amministrazione comunale una delega parziale e in effetti votando un Sindaco gli si dice: “Fai quello che vuoi ma non mettere le mani nel mio piatto!”
“Vuoi mettere gli ulivi secolari? Bene lo puoi fare ma bada bene dove li vai a piazzare! Se poi li metti davanti al mio nemico fai benissimo”
“Se ti vuoi riprendere Zannone a me sta bene, tanto non è mia per cui se la liberi da quei burocrati inetti, che governano l’Ente Parco del Circeo a me sta bene!”
“Lo Stato, la Regione, il Comune non hanno soldi per cui non intervengono? Bene intervenga il Privato per esempio per ricostruire e poi gestire la Villa di Zannone, il faro della Guardia, la costruzione cadente sul Monte Guardia, la Villa  delle Tortore, per riaprire Chiaia di Luna ecc.”

Infatti non c’è niente che scandalizzi il ponzese in termini di iniziative pubbliche purché queste non vadano ad incidere sulla proprietà, sull’economia che rimane privata, divisa, isolata, individualizzata.

In questo contesto culturale, anche le nostre ponderate, pensate dissertazioni sul destino della nostra Comunità, diventano opinioni che lasciano il tempo che trovano, rimangono vuote, non organizzano consenso e soprattutto alternative politiche: non c’è la possibilità di farlo.

Se qualcuno parla della attuale svolta liberista nella politica locale, i più intelligenti dicono: “Ma quale svolta se in politica la maggior parte dei ponzesi sono liberisti?”
Per esempio adesso in qualche modo ci accorgiamo di Acqualatina, ma per anni la maggior parte dei ponzesi ha votato Forza Italia e Fazzone che è stato il padre padrone di questo carrozzone!!” Che il pesce più grande mangi quello più piccolo non scandalizza nessuno: è selezione naturale.

Per cui parlare della Laziomar che fa il bello e il cattivo tempo è un esercizio inutile perché i ponzesi non sono Don Chisciotte e non lottano contro i mulini al vento, semmai chiedono qualche biglietto gratis o qualche agevolazione per ‘pendolare’ meglio tra Ponza e il continente.

E c’è dell’altro: il problema della qualità della vita nel lungo periodo invernale – che questa cultura individualista ha di fatto prodotto – è stato risolto dal 50% dei ponzesi  i quali hanno decretato che l’isola non fa parte più del loro progetto di vita (ecco l’incremento dell’esodo invernale).
Ponza per questi  è solo un territorio dove ci sono degli affetti passati e degli interessi economici estivi da conservare.

Per conservare questi interessi basta prendere appuntamenti al comune, con avvocati e tecnici, ritornare nell’isola per periodi limitati e circoscritti nel tempo. Questi ponzesi dicono: “io non faccio politica, io giudico l’amministrazione alla fine del mandato elettorale e vedo le cose fatte e le cose che  si propone di fare, per cui decido chi votare”. Questi ponzesi non hanno il problema della  sanità, della scuola, dei trasporti, del lavoro, della qualità della vita invernale.

Da quello che vado dicendo si comprende come anche le aspettative dei ponzesi, nei riguardi dell’isola, siano cambiate.

Il 50% che vive tutto l’anno sull’isola, implora un’amministrazione che possa aiutare e sostenere la residenza invernale (per esempio chiedendo all’amministrazione meno “Ponza estate” e più investimento per gli altri mesi); l’altro 50% dei ponzesi (residenti-continentali) chiedono di fare affari per cui  di godere di servizi migliori e non importa chi li vada a gestire.

Stiamo preparando le nuove elezioni amministrative dove probabilmente si presenteranno due liste quella di Vigorelli e quell’Altra  a meno che il Movimento Cinque Stelle – unica presenza politica sull’isola in questi ultimi anni – non si decida a costituire una terza lista; ai futuri protagonisti della vita politica isolana io dico che questo nuovo fenomeno che si è venuto a creare – prodotto dal fisiologico e costante esodo invernale – deve essere analizzato e interpretato: il 50% dell’elettorato ponzese è cambiato si è “continentalizzato!”  

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