Ambiente e Natura

Le osservazioni del Comitato di Quartiere “Samip 2012” sul posizionamento del dissalatore provvisorio a Le Forna

inviato in Redazione da Aniello Aprea
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Queste sono le osservazioni del Comitato di Quartiere “Samip 2012” sul posizionamento del dissalatore provvisorio (SKID) a Le Forna località Cala dell’Acqua.

COMITATO DI QUARTIERE SAMIP 2012 LE FORNA di Ponza

All’Amministrazione Provinciale
LATINA
[email protected]

 

Oggetto: Conferenza di servizi del 10/2/2017 inerente il dissalatore a Ponza a Cala dell’Acqua

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“Conferenza di servizi per Acqualatina

Impianto di Dissalatore per l’isola di Ponza –

Modulo di Dissalatore Temporaneo sito o Cola Dell’ Acqua”

 

FATTO
1) – L’isola di Ponza ha una conformazione geografica Nord-Sud lunga 8 km. È costituita da due Centri Abitati distinti e separati; quello al lato Sud si chiama Ponza l’altro al lato Nord si chiama Le Forna. Tra i due centri abitati c’è discontinuità e l’unico collegamento è la strada provinciale SP314.

Le abitazioni sono distribuite quasi equamente, con una prevalenza per quelle di Ponza, che sono sorte 50 anni prima di quelle a Le Forna datate 1772.

2) – I depositi di acqua risalgono all’era romana, sono diversi e tutti in disuso. Oggi i depositi di acqua potabile sono così distribuiti: a Ponza-Centro a la Dragonara per 2.000 mc, a Via Roma per 850 mc; a Le Forna al Monte Schiavone per 1.200 mc.

Tra i serbatoi di Ponza e quelli di Le Forna ci sono 8 Km, e non c’è collegamento alcuno di tubazioni.

Detto questo non si capisce a cosa potrebbe servire un dissalatore a Le Forna. Quando la maggior parte delle utenze si trova a Ponza! Infatti nella prima stesura del progetto l’impianto era previsto a Ponza-Centro, dietro La Caletta.

Nella stagione estiva poi il rapporto delle utenze è 10 volte tanto a favore di Ponza. Perciò se un dissalatore si deve fare è proprio a Ponza che va posto e non a Le Forna. Sempre perché manca un collegamento idrico tra i due.

OPINIONE
3) – Analizziamo ora il progetto presentato:

Prevede due tubazioni a mare di 470 m e 400 m, la più lunga di adduzione a 230 m dalla costa. Ulteriori 1.000 m di tubazioni da e al serbatoio di Monte Schiavone ivi compreso una tratta di 150 m al centro della darsena per far scaricare la nave-cisterna.

È sbagliato l’allaccio della conduttura nuova con quella esistente sulla strada verso il serbatoio, va posta 60 m più indietro, dove attualmente trovasi l’allaccio. Anche la scritta – 18 m di profondità all’estremo del tubo di adduzione – non risponde a vero, in quanto la profondità è molto più grande. Inoltre le due tubazioni a mare intersecano un relitto subacqueo di una nave della guerra molto usato dai sommozzatori per le istruzioni.

Ancora la tubazione a mare per far scaricare la nave-cisterna al centro della darsena è in evidente contrasto con il progetto del porto tanto declamato al momento attuale.

4) – Ma quello che più preme far notare è che tutto il progetto non si identifica come temporaneo, bensì come definitivo. Tutte le tubazioni infatti, compreso quelle di mare, hanno la caratteristica del definitivo; anche le pompe sono compatibili con il progetto definitivo; anche il dissalatore può essere inteso come prodotto finale, basta incrementare la potenza senza smantellare il provvisorio, oltre al fatto che mentre si costruiscono le tubazioni, il tempo passa e allora è venuto il momento di impiantare il prodotto finale senza ricorrere più al provvisorio. A meno che non si decida di smantellare tutto il provvisorio tornando alla situazione quo ante in attesa di istallare il progetto finale.

LA LEGGE
5) – La Regione Lazio ai fini della designazione dei Siti marini di Importanza Comunitaria (SIC) con delibera di Giunta del 16 dicembre 2011 ha stabilito le Zone di Protezione Speciale (ZPS) nelle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) al Sito di Interesse Comunitario IT6000016 “Fondali circostanti l’Isola di Ponza” ha fissato come obiettivo di conservazione quello di garantire la conservazione degli habitat e delle specie di fauna e flora presenti. E in questo quadro l’acqua scaricata dal dissalatore (salamoia) annienterà tutto lo strato subacqueo, costituito dalle alghe e dai pesci, ivi compreso le praterie di posidonia (Posidonia oceanica) quivi presente.

6) – Circa la situazione urbanistica dell’area interessata vige il PRG approvato dalla GR il 03.05.1983 prot. 2251 che subordina l’edificazione all’approvazione di un piano particolareggiato, cosa che al momento non è successo. Un ulteriore impedimento è dettato sempre dalla Regione che con nota del 14.12.1994 Prot. 3551 sancisce che l’area della ex miniera SAMIP deve essere destinata a verde pubblico in base ad uno specifico piano di risanamento da predisporre a cura dello stesso Comune.

CONCLUSIONI
7) – Per quanto sopra detto si chiede il rigetto del Dissalatore proposto perché:

– è dannoso alle attività marine;

– non serve assolutamente a rifornire d’acqua tutta l’isola rimanendo scoperta la maggior parte di essa;

– è in contrasto con tutte le Leggi vigenti nel Comprensorio.

 

Ponza 5 Febbraio 2017

 

Il Presidente del Comitato

Ing. Aprea Aniello

Il documento originale in file.pdfconf. servizi 10 febb. 2017

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