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Epicrisi 105. Passate le feste, quale futuro?

di Vincenzo (Enzo) Di Fazio

futuro [1].

Questi sono giorni che risentono ancora del clima delle feste e della “bontà” che in genere li accompagna. E l’aria che gira è quella che tende a tenere lontano i problemi… almeno fino a domani, giorno in cui si riaprono le scuole, si riprende a lavorare per chi è stato in ferie, si disfano gli alberi di Natale, si ripongono nelle scatole le statuine del presepe, si ritorna insomma alla solita vita.
Personalmente ho sempre vissuto i primi giorni dell’anno con un piede nelle feste ed uno nel futuro, non riuscendo a tenere la mente completamente lontana dal bisogno latente e sempre presente di cambiare qualcosa nello stile di vita, nelle abitudini, nei comportamenti.
Quest’anno, per esempio, mi sono ripromesso di leggere di più.

L’altro giorno, nel cercare un libro (All’isola di Ponza di Silverio Corvisieri) mi sono accorto di averne tanti e di averne letto solo una piccola parte. La lettura spesso dà le risposte a molte delle domande che la vita nel suo complicato divenire ci presenta ed è un peccato (dico a me stesso) non considerare i libri come degli eterni compagni di viaggio. Consapevole dell’età che avanza mi sono intristito ma mi sono anche ripromesso di leggere almeno un libro al mese.
Ho cominciato con “Il tradimento” di Federico Rampini, trovato a Natale sotto l’albero.Un saggio sull’impotenza dell’Occidente a governare i fenomeni shock del nostro tempo: la stagnazione economica, il terrorismo, le guerre civili e i conflitti religiosi, con globalizzazione e immigrazione messe sotto accusa.

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Per chi lavora, chiuso l’anno, ne comincia un altro e proprio nei primi giorni si procede nelle attività di programmazione per cogliere al meglio le opportunità che si intravedono o per porre in essere gli accorgimenti idonei a modificare le cose in cui si è sbagliato.
Tra i primi a farlo ci sono, ad esempio, i sindaci (vedi la rassegna stampa del 2 gennaio [3]).

Insomma nonostante il tempo scorra senza interruzioni, con l’inizio dell’anno e con i primi giorni che lo caratterizzano, ci proponiamo e ci prepariamo, come dice Pablo Neruda [4] nella poesia proposta da Sandro, a vivere il tempo a venire in un altro modo.

Ma le cose cambiano anche indipendentemente dalla nostra volontà; i bambini crescono, i capelli diventano bianchi, compaiono le prime rughe, alcune vite se ne vanno (e in questo primo scorcio del mese ci hanno lasciato in tanti: Filomena, Santina, Anna [5], Andrea [6], Gabriella [7])
verso-il-cielo [8]
Fatta questa premessa mi accorgo che l’epicrisi settimanale diventa sempre più un’occasione di riflessione e di introspezione.
In parte è merito degli argomenti che vengono trattati sul sito, ma tanto dei sentimenti da cui alcuni di essi sono attraversati. Vengono certe volte fuori sprazzi di vita che ci meravigliano e che alimentano il valore della speranza tanto più necessaria quanto più intorno a noi aumenta la violenza.

E’ il caso proprio di questa settimana con il video Palle di Natale [9] che, preparato dagli adolescenti del Progetto Giovani della pediatria oncologica dell’Istituto dei tumori di Milano, ci fa meditare e ci proietta al di là dei confini dell’isola nel mondo della sofferenza affrontata con la terapia del canto e del sorriso con un pizzico di ironia.
Dice un passo della canzone al ritmo di rap:
Passami il tubo della flebo per fare gli addobbi, le lucine non servono bastano i tuoi occhi, che illuminati di speranze illuminano le stanze e nei globuli bianchi vedono la neve a fiocchi, dunque ragazzo scarta il nastro di cerotti e bende altrimenti il Natale poi chi ce lo difende”.
Quanta forza e quanto coraggio in questi ragazzi!
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Altre volte c’è la sensibilità di chi scrive a palesarsi e a farci pensare alle ferite del mondo, alle stagioni che cambiano, a certi valori che non ci sono più, come quelli di cui erano depositari i vecchi saggi.
Ce lo ricorda Sandro in maniera delicata ma preoccupata con i suoi scritti (Questi giorni… 1 [11] e 2 [12]).

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Ponza ha vissuto questa prima settimana di gennaio alla sua maniera, tra il letargo della stagione invernale, scosso dalle belle iniziative del Nuovo Teatro Ponzese [14] con “O scarfalietto” e della Priezza [15]con la V^ edizione del presepe vivente, e la sfrontata incontaminata bellezza della sua natura.
Per quanto riguarda la natura ce ne dà conto Silveria Aroma con l’articolo Una primaverile giornata d’inverno. [16]
Scrive Silveria:
I colori sono più eterogenei che mai quest’anno. Si ritrovano insieme un autunno non ancora passato, un inverno che lascia poche tracce sul terreno e una primavera birbante che compare, qua e là, con pennellate improvvise di fucsia, di bianco, di arancio, di giallo e di viola.
Martina, in uno scambio di messaggi su WhtsApp, appena l’altro ieri scriveva: Ponza è in piena primavera, pure le viti sono “schioppate”.

A ricordarci che siamo in inverno ci pensano, però, le allerte meteo, le basse temperature ed il freddo polare di queste ultime ore. C’è chi si aspettava una Ponza innevata e già s’era attrezzato con le macchine fotografiche per immortalare l’isola in una veste inconsueta, ma le immagini che restituiscono le webcam parlano esclusivamente di sole e colori.

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Palmarola come è apparsa a ponzawebcam
alle 17,09 del 7 gennaio 2017

Gli articoli della settimana non sono stati tanti, quei pochi comunque tutti interessanti a dimostrazione di come sotto il torpore della cenere di questo nostro tempo isolano la carbonella sia sempre accesa.

Non manca mai la storia:
– quella dei nostri santi che si arricchisce di nuovi particolari sulla figura di Santa Domitilla [18] grazie agli studi di Gino Usai;
– quella del confino politico che vede impegnata la nostra Rita, quale docente del Liceo Scientifico Volterra di Ciampino, a portar avanti in collaborazione con la Proloco Ponza, il progetto di alternanza scuola-lavoro ApPonza – La via del confino. [19] Anche qui stanno venendo fuori particolari, notizie nuove, fatti che non troviamo normalmente nei libri di storia;
– quella legata alle figure tipiche del Natale come festa universale, da Santa Claus alla Befana e alla Candelora. Ce ne parla Rosanna con l’articolo Tra Befana e Babbo Natale [20].

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C’è, poi, la tradizione:
quella delle nostre parti custodita nella memoria e ancora praticata grazie alla freschezza dei ricordi.
A Natale non possono mancare le zeppole, le classiche semplici frittelle fatte con acqua, farina e lievito o arricchite di pomodoro e formaggio come le descrive Silveria [22].
A casa mia si facevano quelle semplici; su alcune veniva spolverato lo zucchero e mangiate ancora calde mentre altre rimanevano “pure” per essere contaminate dal vincotto.

C’è ancora la Ponza turistica, quella dei simpatici reportage dei tanti turisti stranieri che rimangono affascinati dalle bellezze dell’isola e che Silverio [23], attraverso le sue ricerche, ci fa conoscere.

C’è, infine, l’attenzione, da sociologo qual è, di Franco De Luca, con l’articolo Ricordo e Sogno [24], verso l’indifferenza, l’egoismo e la scarsa sensibilità comunitaria dei ponzesi, malanni che corrodono il vivere quotidiano dell’isola ma che possono essere rimossi se la forza aggregante della solidarietà che ha fatto parte del nostro passato diventa la forza motrice del nostro presente.

regata [25]

Per chiudere uno sguardo alla Rassegna Stampa, ricca come non mai.
Mi limito a ricordare un paio di articoli che riguardano Ponza.
Il due gennaio Latina Oggi [24] presenta le dichiarazioni sintetiche dei primi cittadini sui loro sogni per il 2017. Ognuno li traccia a modo suo ma facendo i conti con le risorse finanziarie a disposizione e con la necessità di evitare gli sprechi. Tra gli obiettivi di molti l’attenzione verso l’ambiente e la cultura. Il nostro sindaco, sull’onda lunga delle grandi opere in corso (il porto a Cala dell’Acqua e il dissalatore) rilancia la propria ricandidatura con due nuovi grandi progetti: il ripascimento della spiaggia di Chiaia di Luna e il ritorno di Zannone alla piena disponibilità del Comune (i suoi sogni di sempre, ma non so se di tutti i ponzesi).
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Detti così sono accattivanti e rivoluzionari ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e a Ponza ce ne è anche tanto.
Il ripascimento che prevede la collocazione di una diga sul fondo con scogliera frangiflutti antistante la spiaggia probabilmente si tradurrebbe in un forte impatto ambientale con conseguenze ignote sull’ecosistema marino. Sarebbe il caso di valutare anche delle soluzioni alternative.
Per quanto riguarda Zannone il Parco Nazionale del Circeo [27] ha finalmente approntato il piano di valutazione ambientale. Tra le sue pagine troviamo un’attenzione anche verso la situazione dell’isolotto: è prevista la rimozione (finalmente!) dei rifiuti dopo il nulla-osta della procura di Cassino, il ritorno della vigilanza e la realizzazione di una foresteria nella casa del guardiano per ospitare personale di vigilanza e ricercatori, un’idea questa che sembra un po’ cozzare con l’idea del sindaco di Zannone nella piena disponibilità del Comune. Vedremo cosa accadrà.
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In questo futuro a divenire c’è anche il faro della Guardia con le novità sulle offerte pervenute che a giorni conosceremo.

Quindi un 2017  pieno di aspettative ma anche di incognite. Dobbiamo augurarci che si proceda nel rispetto del buon senso e nell’interesse primario dell’isola come patrimonio unico e prezioso da salvaguardare.
E la comunità ponzese non può non svolgere un ruolo da protagonista.