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Maria Di Fazio ci ha lasciati

la Redazione
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Apprendiamo della scomparsa di Maria Di Fazio, storica figura di Ponza, imprenditrice e madre di famiglia.

Il suo negozio di alimentari “giù alle banchine”, gestito insieme alla madre Assuntina si connotava per le due figure, lei ciarliera e avvolgente e la madre silenziosa e schiva, entrambe grandi lavoratrici che attiravano i clienti come in una rete.

Moglie di ‘Ninotto’ Mazzella (che lei chiamava col suo vero nome “Silvio”) e madre di Andrea e Peppino, il secondo morto giovane, in circostanze drammatiche.

Dalla sua casa all’angolo interno della lunga balconata del Municipio – e affaccio anche sul retro, “dietro al Comandante” – era una presenza costante che registrava arrivi partenze e aveva una parola di riconoscimento per tutti.

Ci mancherà, Maria.

Al figlio e ai parenti tutti, le condoglianze di Ponzaracconta.

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terzaelemLa terza elementare del 1937 della maestra Lucarelli: 1 Maria Di Fazio, 4 Luisa Regine, 5 Peppina D’Atri, 10 Salvatore Tagliamonte 

L’ultima volta che l’ho vista, a settembre, mi è sembrata piccola e fragile: si stava infilando in macchina, l’ho chiamata per salutarla, mi ha risposto con una voce incerta diversa dalla solita: forte, squillante, imperiosa, allegra.

Maria l’ho conosciuta quando era bambina, attraverso i racconti di mia madre: erano coetanee, grandi amiche, Maria era ovviamente la capobanda e, a distanza di decenni, mia madre raccontava i suoi scherzi, le sue battute piegata in due dalle risate. Nelle foto d’epoca che circolano Maria è quella che si riconosce immediatamente, gli occhi verdi immensi, le trecce; è la presenza che permette di datare la foto. Nei tanti anni trascorsi nella salumeria giù alle banchine è stata per tutti Maria Soja: si entrava nel negozio affollatissimo accolti dal classico “Che ti serve, a Maria Soja?”, dopodiché mezz’ora di fila per prendere una bottiglia di latte, altra mezz’ora per pagarla ma andava bene così perchè, nel tempo passato lì dentro, Maria era effettivamente un poco nostra e ognuno di noi era un poco suo.

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Sarà triste, adesso, andare a Ponza, alzare gli occhi verso l’orologio e vedere la porticina di legno chiusa: dietro c’era un mondo ricco e allegro, affollato dalle fotografie dei suoi cari, il vassoio con le caramelle a centro tavola, i mille pizzi e ricami e  al centro lei, con la sua energia, la sua allegria, i passaggi fulminei dalle risate alle lacrime, inevitabili quando il discorso cadeva sul marito o su Peppino. Oppure passare per dietro il Comandante e sapere che lei non c’è più, china sulle sue piantine, indaffarata tra cucina e cortile. Sarà impossibile, almeno per me, pensarla silenziosa e immobile.

Quante cose mi ha raccontato… qualche volta ho trascritto le sue parole, ricamandoci un poco sopra.

La mia partecipazione affettuosa e sincera al dolore del figlio, della sorella, dei familiari tutti. (Rita Bosso)