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Il Parco Nazionale del Circeo, un dibattito sempre aperto su una delle zone più interessanti del Lazio

di Paolo Iannuccelli
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Parco Nazionale del Circeo, un dibattito sempre aperto su una delle zone più interessanti del Lazio. Sul nostro sito è stato evidenziato spesso l’abbandono in cui giace l’isola di Zannone, sotto la giurisdizione dell’Ente Parco, al centro di polemiche continue.
Senza entrare nel merito delle diatribe in atto, le considerazioni vanno fatte essenzialmente sul potenziale che i comuni di Latina, Sabaudia, San Felice, Terracina e Ponza non sono mai riusciti a sfruttare pienamente sul piano turistico.

Il Parco rappresenta una grande risorsa ma è in cattive condizioni, l’ho notato recentemente durante una passeggiata ecologica in località Cerasella, uno dei posti più belli.

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Bei tempi quando il direttore era il mitico Enrico Ortese; adesso è la peggiore politica a farla da padrona in un contesto surreale. Tutti parlano e sparlano senza avere conoscenza dell’argomento che trattano, non hanno alcun tipo di specializzazione e formazione, non hanno mai viaggiato, conoscono poco o nulla del tesoro che amministrano, di una vera e propria miniera come il Parco del Circeo.

Ho sempre definito la splendida provincia pontina un posto “semiclandestino”, in modo ironico e provocatorio. Sono davvero in pochi a conoscere un territorio fiabesco. La conflittualità in servizio permanente effettivo tra i vari amministratori comunali, tra i politici che siedono in posti che contano, gazzettieri senza spina dorsale, ha penalizzato il Parco, un posto da favola ridotto male, senza speranza.
Il merito dei parchi nazionali italiani e della rete di aree protette è aver salvato dalla scomparsa molte specie di animali, ora i vacanzieri cercano proprio quei luoghi. Pensate, invece, al boom di presenze registrato nelle oasi naturalistiche di Ninfa e Pantanello, grazie all’incessante e professionale lavoro della Fondazione Roffredo Caetani, presieduta da Pier Giacomo Sottoriva, uomo di grandi qualità. Pensate alla crescita del pil nel Salento, Cilento, Ogliastra, Egadi, Matera, Salerno, posti organizzati in modo moderno in piena crescita.

Un rammarico vedere una provincia dove il turismo dura solo tre mesi, un delitto. Ajmone Finestra, mio insegnante di educazione fisica, appena eletto sindaco di Latina, mi disse: “Paolo, più della metà dei nostri concittadini non conosce il borgo di Fogliano, il lago e tutto quel lo circonda”. Aveva ragione.

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Valorizziamo la vasta realtà dei parchi e delle riserve naturali: 24 parchi naturali, 30 aree marine protette, un santuario dei mammiferi marini protetti (nel Mar Ligure), 2 parchi sommersi, 133 parchi regionali inseriti nell’elenco delle aree protette, un parco interregionale e altri 23 parchi regionali non inseriti nell’elenco.
Circa il 20% del territorio nazionale che così è sottratto alla caccia, al consumo del suolo, alla speculazione edilizia. Cinquant’anni fa si sfiorava a fatica lo 0,7%. Occorrono, però, risorse economiche. I parchi nazionali sono tra gli enti pubblici non economici.
Io sono schierato con tutte le norme che contrastano la corruzione, ma c’è un baratro tra un appalto da un milione di euro e uno da 15mila euro per la manutenzione di un sentiero. Eppure le procedure sono le stesse: una enorme perdita di tempo. L’altro problema è la scarsità di mezzi a disposizione delle aree marine protette: sono 27 e si dividono meno di 5 milioni di euro.

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