Ambiente e Natura

Contributo e suggerimenti sui recenti SIC proposti dalla Regione Lazio

di Elio Zecca
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Riceviamo in Redazione e pubblichiamo

Le note in oggetto – in file .pdf allegati alla fine di questo articolo – sono state inoltrate dall’Autore tramite PEC (posta certificata) alla Regione Lazio e al Comune di Ponza, in tre file distinti da riferire alle isole di Ponza, Palmarola e Zannone. Sempre in calce all’articolo i comunicati della Regione Lazio di cui si discute.
La Redazione

 

Oggetto: “Bozza misure di conservazione dei SIC IT6000015, 1T6000016 e 1T6000017
Contributi/suggerimenti” .

Introduzione: I fondali circostanti le isole di Palmarola, Zannone e Ponza conservano tutt’oggi degli habitat estremamente conservati e non sfruttati. Sono un ambiente marino sano e ricco di flora e fauna, così come pubblicato da un recente studio per conto dell’Università della Tuscia dai biologi Ardizzone e Belluscio i quali scrivono che lo stato della Posidonia oceanica dell’arcipelago Pontino è addirittura in espansione, per cui non si comprendono le restrizioni a favore dl una maggiore tutela che non ha praticamente senso.

Lo stato ottimale che si osserva è dovuto esclusivamente al buon senso e al rispetto dell’ambiente costiero e marino che gli abitanti delle predette isole hanno, da quando è nata la civiltà in questi luoghi, praticamente da sempre.
Anziché “appesantire come una zavorra” la vita dei residenti e dei numerosissimi turisti che ogni estate apprezzano i fondali circostanti le tre isole suddette, sarebbe opportuno stralciare o quanto meno “alleggerire” la bozza di misura di conservazione attuata dalla Regione Lazio.
È impensabile che alcuni funzionari (dirigenti) della Regione stessa, senza essersi mai recati in tali luoghi e senza aver constatato di persona lo stato ottimale dell’ecosistema marino possano distruggere – con delle misure restrittive, fuori luogo e deleterie per tutti coloro che lavorano, vivono o semplicemente visitano le bellezze ancora perfettamente conservate – centinaia di famiglie e un intero sistema economico che vi ruota attorno. Considerando che la crisi economica ha dimezzato il potere d’acquisto di ogni singola famiglia sull’isola, è suicida l’instaurazione di ulteriori vincoli che andrebbero ad aggiungersi alle decine già esistenti: PAI, ZPS, VINCOLO AMBIENTALE, PAESAGGISTICO, e i moltissimi divieti già esistenti nel settore pesca e turistico.

Sia ben chiaro, la popolazione non sarà spettatore inerme e silenzioso, ma bensì è lecito aspettarsi manifestazioni sotto gli Uffici Regionali competenti, con contestuale richiesta di risarcimento danni e mancato introito a tutti coloro che senza alcuno scrupolo e rispetto della cittadinanza isolana “caleranno dall’alto la zavorra delle misure di conservazione dei SlC”. Non è assolutamente una minaccia ma è la contropartita all’arroganza e alla presunzione di certi Enti preposti esclusivamente alla stesura delle misure di conservazione.

È ben chiaro che dietro questi vincoli vi sono migliaia di euro provenienti dall’Unione Europea (ormai disgregata e sull’orlo dello scioglimento) che ahimé mai verranno elargiti ai cittadini, ma come troppo spesso accade gestiti e elargiti a lobby oppure ad Amministratori spregiudicati.

Posso assicurare che anche su questo fronte il popolo ponzese vigilerà attentamente e non tentennerà minimamente ad esporre denunzia alle autorità competenti nonché alla Corte dei Conti per il risarcimento del danno causato da una eventuale mala gestione di denaro pubblico!

 

“Bozza misure di conservazione del SIC 1T6000017 contributi/suggerimenti”.

7.1.2 Divieti ed obblighi relativamente agli habitat:

1110 Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina

1120 Praterie di poseidonia (Posidonia oceanica)

1170 Scogliere

Lettera a) sostituire il termine “è vietato” con il termine “è consigliabile non ancorare ‘nei predetti habitat” .

Lettera b) sarebbe opportuno scrivere quanto segue: “E’ vietato realizzare all’interno dei SIC campi ormeggio che utilizzano sistemi di ancoraggio a “corpo morto” solamente se non autorizzati”.

Lettera c) E’ auspicabile che tali sistemi di ancoraggio che permetterebbero la sosta ai soliti “ricchi” siano totalmente cancellati in quanto orrendi e di notevole impatto visivo nonché costosissimi e inavvicinabili per i residenti e le famiglie che visitano l’isola .

Lettera d) Da cancellare interamente. Dove si è mai visto che un Dirigente possa suggerire ad un Comune (titolare e competente sull’area) la regolamentazione del flusso turistico!? Stiamo scherzando?! Già la crisi ha dimezzato le presenze turistiche, non vi è bisogno di alcuna limitazione, bensì di un Porto in grado di offrire riparo alle imbarcazioni. Le isole Ponziane sono abitate non è mica Montecristo dove gli unici a guadagnare sono i ricercatori!

Lettera e) Da cancellare interamente. La pesca insieme al turismo sono gli unici due settori preponderanti sull’isola, è veramente da incompetenti e da sprovveduti applicare ulteriori limitazioni alla pesca, considerando che già è gravemente “soffocata” dalle miriadi di leggi nazionali ed europee. Sarebbe opportuno elargire sgravi fiscali a coloro che usano mezzi da pesca non impattanti sull’ecosistema.

7.1.3. Divieti o obblighi relativamente alle specie 1349 Tursiops truncatus (tursiope)

Lettera b) Da cancellare interamente. Non vi è alcun nesso scientifico tra la velocità superiore ai 6 nodi di una imbarcazione e lo speronamento dei cetacei, quindi inapplicabile. Chiunque conosce un po’ il comportamento dei tursiopi sa benissimo che amano giocare sotto la prua delle imbarcazioni soprattutto ad alta velocità, senza correre alcun rischio. E’ evidente l’incompetenza di colui che ha redatto tale voce .

7.2 Interventi ed azioni da incentivare

  1. Non serve alcuna realizzazione di dissuasori e barriere antistrascico per la protezione delle praterie di fanerogame marine (1120) in quanto l’Art. 13 Reg. (CE) 1967/2006 afferma: “A partire dal 1° giugno 2010, è entrato in vigore il divieto di pesca a strascico entro le 3 miglia nautiche dalla costa o all’interno dell’isobata di 50 metri quando tale profondità è raggiunta a una distanza inferiore dalla costa. Detto ciò non ha alcun senso scrivere questo punto 1; anche qui si denota la scarsa conoscenza della legislazione in materia di pesca.
  1. Prenotazione a numero chiuso di una boa? Non siamo mica all’iscrizione per la facoltà di Medicina che è proprio a numero chiuso. L’Ente gestore del Sito dovrà invece incentivare l’arrivo delle imbarcazioni non di certo limitarle (con conseguenze negative in termini di ricaduta economica)
  1. Da cancellare interamente. Gli studi per incrementare lo stato delle conoscenze delle popolazioni di tursiopi nell’arcipelago delle Ponziane, servono soltanto ad elargire denaro a qualche biologo tagliato fuori dal mondo del lavoro. Suggerisco di donare dette somme ai terremotati di Amatrice ed Accumoli che sicuramente ne hanno più bisogno .

 

Conclusioni. E’ importante capire che sulle isole ci sono esseri umani che vivono e lavorano 365 giorni, non è certo con la protezione forsennata ed illogica che si crea sviluppo ma bensì con il buon senso applicato alle regole .

Con osservanza

Consulente del Lavoro
Zecca Elio Gabriello

Ponza, 03/09/2016

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Documenti allegati (file .pdf):
sic-it6000015
sic-it6000016
sic-it6000017

misure-di-conservazione-dei-sic-marini-regione-lazio
lettera-regione-lazio

pec-inviata-da-me-alla-regione-lazio-e-al-comune
ricevuta-consegna-pec-al-comune
ricevuta-consegna-pec-alla-regione

 

Nota della Redazione
Come commento sulle proposte SIC sul sito è comparso in data 1° settembre 2016 anche l’articolo di Franco Ferraiuolo dal titolo: “Osservazioni sulla proposta della Regione Lazio circa le misure di conservazione dei SIC marini riguardanti le isole di Ponza, Palmarola e Zannone” (leggi qui)

2 Comments

2 Comments

  1. vincenzo

    9 Settembre 2016 at 11:58

    Mi sembra che dalle varie osservazioni presentate, anche precedentemente, che tutti gli isolani siano d’accordo: Ponza ha della gente che vive tutto l’anno ai quali bisogna dare conto.

    I ponzesi con le loro attività hanno conservato senza tante regole il territorio marino e terrestre compatibilmente con le esigenze della loro sopravvivenza economica.

    Queste ulteriori, assolutamente didattiche e teoriche restrizioni, vanno a ingabbiare dei siti che devono essere protette da nuove attività non certo da quelle frequentate dai ponzesi.
    E quali sono le attività frequentate da 200 anni dai ponzesi: l’agricoltura, la pesca e il turismo.

    Per non incorrere in pericoli di inquinamento che non sono riscontrabili oggi, potranno essere vietate gli eventuali incrementi di queste attività che potrebbero, incidere sulla salvaguardia dei siti ma non quelle che difatti esistono – che è stato dimostrato – hanno conservato questi siti.

    Vanno vietate le attività industriali, le trivellazioni petrolifere, il transito di navi petroliere, di crociera, di sommergibili, le esercitazioni militari, vanno arginate le ondate turistiche concentrate in brevi periodi. Queste sono attività futuribili che vanno assolutamente vietate.

    La piccola pesca può essere regolamentata, non solo negli interessi degli equilibri biologici di questi siti ma anche negli interessi dei pescatori locali che “ruotando” le zone di pesca potrebbero avere profitti migliori.

    Si conserva quello che c’è e la conservazione di quello che c’è è compatibile con tutte le attività sviluppate dai ponzesi residenti.

    E qui riparlo dei residenti che sono stati, sono e saranno il fondamentale baluardo alla conservazione degli habitat isolani. Bisogna dare atto ai ponzesi che hanno conservato il loro ecosistema se i ricercatori hanno potuto trovare questi siti integri e ancora sani dal punto di vista biologico ed ecologico siti fotografati e descritti nelle proposte di istituzione dei Siti di Conservazione Speciale.
    Questa Conservazione Speciale c’è già; si vogliono prendere ulteriormente precauzioni?.. ma queste debbono assolutamente rispettare i veri artefici – nel tempo – di questa conservazione che sono appunto i ponzesi residenti.

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