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Epicrisi 86. Più scuro della mezzanotte non può essere

di Sandro Vitiello

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A volte abbiamo la sensazione di essere come tutti gli altri ma basta poco per ricordarci che non è così.

In un paese normale l’acqua potabile non dovrebbe mancare alla vita di tutti i giorni.
A Ponza capita spesso. Mica nei giorni di tempesta quando le navi cisterna non possono attraccare? Nooo! Quando gli capita o quando gli gira!
Eppure meno di un anno fa qualcuno ci aveva promesso che eravamo usciti dal terzo mondo sahariano e invece… isola siamo e isolati rimarremmo.

In diversi scritti riportati sulla Rassegna Stampa [1] questo problema emerge con forza.

Manca l'acqua [2]

Luisa Guarino ci ricorda anche che un uso più oculato dell’acqua [3] sicuramente sarebbe opportuno sulla nostra isola.
Semplicemente riabituandoci a certe buone pratiche di vita quotidiana che appartenevano al mondo ponzese di una cinquantina di anni fa.

Considerando che ormai la stagione estiva ponzese è fatta di flussi ormai confermati da anni, rimane difficile pensare che non si prevedeva tanta gente.
Vincenzo Ambrosino ci offre spunti di riflessione pensando al turismo ponzese [4] fatto solo di quaranta giorni.
Mentre a Cala Caparra, dove finisce l’isola, direbbero: “Quaranta? Beati voi, qui siamo ormai a venti giorni e poi basta”.

Si parla e si scrive con leggerezza di cibo e di buone scritture [5] come è giusto che sia nel mese dedicato al riposo, secondo il calendario dei nostri tempi .

Sandro Russo ci parla della cucina bretone [6] e a me torna in mente una folle estate dell’82 quando, partiti da Milano in compagnia di un’amica di quelle zone, abbiamo fatto un lunghissimo giro da Parigi a Lorient passando per Saint Malò e degustando quanto di meglio capitava sulla nostra strada.

Plateau de fruits de mer [7]

Notte di san Lorenzo in un paesino sperduto dalle parti di Langonnet.
Incontrare un conoscente di vecchia data della nostra amica bretone e passare la notte a bere sidro: l’alba ci trovò un po’ alterati.

Torniamo a noi.
Sicuramente Ventotene è stata al centro del mondo – o almeno dell’Europa – in questa settimana appena passata.

Ne abbiamo fatto qualche considerazione attraverso gli scritti di Giuseppe Mazzella di Rurillo e di Silverio Lamonica.
Se a Ventotene c’è stato quell’evento [8] bisogna ringraziare anche quanti hanno conservato e rinnovato la memoria di Altiero Spinelli [9], Ernesto Rossi, Ursula Hirschmann e Eugenio Colorni che hanno dato spessore alla loro utopia sopra quegli scogli .

Francobollo dedicato a Spinelli [10]

Anche la nostra Ponza conserva tanta memoria. Ne parla Lamonica che ha partecipato all’incontro di presentazione del progetto del museo [11].

Alcune isole – come Ventotene anche Ponza – sono state Accademia di una nuova Italia negli anni del confino e tante case hanno ospitato gli uomini che hanno costruito poi l’Italia democratica.
Qualche anno fa come Ponzaracconta ci eravamo fatti promotori di un progetto che segnalasse quelle abitazioni. Purtroppo non è andato a buon fine. Non certo per nostre mancanze.

Non si erano ancora esauriti sui giornali i commenti per dell’evento di Ventotene, che l’interesse umano, nazionale e internazionale, si è spostato sul dramma del terremoto [12] che ha dimostrato una enorme partecipazione civile di un paese d’abitudine distratto

Restate in piedi... [13]

Gente che va, gente che viene.
E’ nato Francesco Taddia [14], nipote della nostra direttrice Luisa Guarino.
Ai genitori ed ai nonni gli auguri di Ponzaracconta.

Se n’è andata anche una grande amica di Ponza: Daniela Dessì [15]. Grande soprano ci ha lasciato ancora giovane. Era di casa a Villa Manzini a Cala Feola, ospite dell’avvocato Zanni.

thumbnail_IMG_3230 [16]

Che dire poi?

Rita Bosso intervista gli autori di un progetto ambizioso di recupero e gestione del faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia (leggi qui) [17] e (qui) [18].

Purtroppo le tante buone intenzioni hanno cozzato contro i soldi di chi ha offerto di più.
Ai nostri volenterosi cugini ischitani “chi di dovere” ha detto “bravo in tutto e per tutto” ma poi alla fine ha preso in considerazione i soldi di una società specializzata nella gestione commerciale dei fari.
Mi passa un brivido lungo la schiena pensando a quello che potrà succedere al nostro faro della Guardia.

Chiudiamo con un pò di leggerezza che male non fa.

Enzo di Fazio ci racconta il ragazzino che è stato, a Zannone [19], bravo a raccogliere patelle grosse dagli scogli sotto il mare.
Della sua bravura venne a conoscenza pure la “padrona di casa”: la marchesa Casati.

Anna Fallarino [20]

Non sappiamo se sia stato bene o male ma al giovine Enzo toccò pure di vedere la marchesa in tutta la sua bellezza.
Credo che ne valesse la pena, a prescindere.

Buon fine Agosto.

 

P.S. – Sono stato tre settimane a Ponza e me le sono proprio godute. Non ho fatto niente di che. Non ho preso mai una barchetta, ho fatto solo due bagni e per il resto del tempo ho camminato a lungo, chiacchierato tanto e mangiato pure. Ho riso, mi sono incazzato, ho fatto la sagra del pesce con Aniello ‘i ‘Gnazio, Giancarlo ‘u Barbier, Pallone, i nipoti ‘i Cascettone, Girotto, Filippo ‘u ‘Taliano, Monia Sciarra, un signore forestiero che ha sposato la sorella di Luigi ‘u Iatt, mia figlia, Ingrid Shartz e tanti altri di cui non ricordo il nome.

Foto di gruppo [21]

Un successo oltremisura: abbiamo finito tutto!
Insomma, ne valeva la pena.

P.S. 2 – Quanti di voi hanno mangiato la parmigiana fatta con le “palette” (foglie della pianta dei fichidindia)?
Gradevole.