Attualità

Da Ventotene a Casamicciola: quanto è lontana l’Europa! (1)

di Giuseppe Mazzella di Rurillo
Cartolina di Ventotene anni 40 copia

 

L’ Europa a Ventotene

Erano anni che non si parlava più di ideali e ideologie. Da 25 anni a questa parte cioè dalla caduta del muro di Berlino (1989) e del crollo dell’Unione Sovietica (1991) non si è parlato altro che di “crollo delle ideologie”, fine della “guerra fredda”, “seconda globalizzazione”, “vittoria del capitalismo”.

Da noi in Italia il crollo delle ideologie è stato più potente che in altre parti d’Europa perché abbiamo avuto nel 1992 la vicenda di “tangentopoli” e cioè la cancellazione di tutti i partiti di governo da parte dell’azione della magistratura perché tutti i dirigenti di quei partiti avevano occupato lo Stato con una corruzione diventata sistematica.

In un batter d’occhio sono stati cancellati il PSI, la DC, il PSDI, il PLI, il PRI cioè i cinque partiti “governativi” che per circa 50 anni avevano dato governi alla Repubblica oltre a svolgere un ruolo determinante per la stesura della Carta Costituzionale.

Il PCI cambiava nome – due volte – fino a cambiare completamente sostanza ed a disperdersi aggregandosi in un indistinto partito senza sostantivo con il solo aggettivo “democratico” insieme a postdemocristiani. Il MSI, fuori dall’arco costituzionale perché postfascista, diventava “Alleanza Nazionale” e veniva “sdoganato” fino ad entrare nel governo.

Silvio Berlusconi, il grande imprenditore della comunicazione, “scendeva in campo” e faceva un partito-azienda chiamandolo semplicemente “Forza Italia” volendo acquisire tutti i voti dell’ ex-DC e degli ex-laici alleandosi con i post-fascisti e chiamando “comunisti” (ma erano tutti scomparsi!) tutti coloro che osavano richiamarsi ad idee e comportamenti elementari per un serio “liberale” o un serio “socialdemocratico”. Da allora in Italia sono nati partiti e partitini ma nessuno ha avuto più il nome antico richiamandosi ad una ideologia.

Francobollo dedicato a Spinelli

Gli anni ’90 hanno determinato secondo lo storico inglese Eric Hobsbawm la fine del secolo. Chiama il ’900 il “secolo breve” perché lo fa terminare con il crollo dell’URSS così come aveva chiamato l’800 il “secolo lungo” perché lo fa finire nel 1917 con la rivoluzione russa.

Per 25 anni le ideologie del ’900 sono state abbandonate e chi ha tentato di richiamarsi a quelle pur necessarie “care utopie” è stato dileggiato o ridicolizzato o indicato come un residuato bellico da mettere in armadio o in soffitta o da “rottamare” in un clima dove giganteggiava ovunque il “neoliberismo” con l’esasperazione dell’individualismo o dell’egoismo nel nome di un dio nuovo-unico e non trino ed universalizzato – chiamato “ il Mercato”. Mercato di tutto, anche dei valori, con la sola legge ferrea della domanda e dell’offerta.

Poi succede che il Mercato non può regolare tutto. Che si determinano le più grandi disuguaglianze della Storia tra ricchi e poveri, tra Paesi ricchi e Paesi poveri, che il mondo arabo diventa violento e riscopre il Corano dopo che per trent’anni si è aggrappato al marxismo dei “due blocchi” del mondo.

Succede che la lunga costruzione di una Unità degli Stati d’Europa si inceppa perché non può esserci una Federazione senza unità Politica e partire da una Unione economica prima ancora che politica è cosa mai vista nella Storia Moderna di una enorme complessità.

La cosa non solo è complessa. Per qualche Stato non è conveniente e così gli inglesi o britannici, che in tutta la loro Storia hanno posto il commercio e gli affari al primo posto ma dai quali hanno saputo trarre anche maturità culturale e sociale, con un referendum popolare chiamato “Brexit” chiedono di uscire dall’Unione Europea avviata nel 1957 da sei Paesi a Roma e perfezionata nel 1992 alla quale loro stessi avevano chiesto di aderire nel 1963 ed alla quale sono stati ammessi soltanto 10 anni dopo.

Ed allora in questo contesto continentale qualche Utopia o forse la più grande delle Utopie emerge dal mare dell’indifferenza come un’isola vulcanica da un maremoto e le ceneri di una Vita Umana diventano un Monumento sul quale apporre una rosa e una bandiera del colore del mare.

summit-ventotene-04

Così i tre capi di governo dei Paesi più importanti tra i sei che dettero vita nel 1957 al primo trattato europeo – il francese, il tedesco e l’italiano – si recano in un laico pellegrinaggio nell’isoletta di Ventotene di circa 2 Kmq. dove vivono nelle lunghe giornate invernali poco più di 200 persone – vecchi e qualche bambino – in un giorno di fine agosto in cui l’isoletta è piena di turisti per visitare la tomba o meglio la nicchia che custodisce da 30 anni le ceneri di Altiero Spinelli (1907-1986), il più Grande protagonista e sognatore degli Stati Uniti d’Europa e l’autore principale del “Manifesto per un’Europa libera e unita” scritto nel 1941 insieme ad Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi, confinati politici del fascismo a Ventotene che allora contava circa 3mila abitanti con “tre popolazioni” come scrive Filomena Gargiulo: i 700 ventotenesi, i 600 ergastolani del carcere sull’isolotto attiguo di Santo Stefano, e 2000 o poco meno fra confinati e militari di guardia dello Stato e del fascismo.

Il presidente francese Francois Hollande è “socialista” ed appartiene ad un partito del ’900 e la cancelliera tedesca Angela Merkel è “cristiana democratica” ed anch’essa appartiene ad un partito del ’900; il presidente del consiglio italiano Matteo Renzi è il più giovane (41 anni) ed appartiene ad un partito che si dice “democratico” senza radici nel ’900 tanto che fino a poco tempo fa Renzi voleva “rottamare” tutta la dirigenza politica novecentesca.

Il paradosso è che proprio l’italiano – per sua definizione il meno ideologico – deve richiamare l’orgoglio di aver dato i natali al Grande Europeista che ha voluto rimanere per sempre in un piccolo cimitero insieme ai contadini ed ai pescatori .

E’ proprio l’Italia oggi il più grande scrigno di un Grande Progetto e di una Utopia necessaria.

altiero spinelli

Spinelli oggi ripeterebbe le parole che pronunciò nel 1943, quando lasciando l’isoletta, evocò i doni che gli aveva elargito: “il piacere di pensare pulito, l’ebbrezza della creazione politica, il fremito dell’apparire delle cose impossibili”.

Casamicciola, 23 agosto 2016 

 

Immagine di copertina: cartolina di Ventotene anni ’40

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