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La posta dei lettori. Il dolore per il mare violato

riceviamo in redazione da Giovanna Rol e pubblichiamo

Postaa copia [1]

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Cara Martina,

ti mando queste due foto. Non occorrerebbero commenti, ma solo un necrologio.
Qualcosa però voglio dirti perché è troppo forte lo sdegno che provo di fronte a queste immagini. Lo so che nel mondo c’è ben di peggio, ma parliamo di Ponza, visto che qui stiamo. E visto che, soprattutto, la amiamo.

Frammenti di Pinna nobilis [2]

Ogni anno, e ad oggi gli anni sono 46, quando torno a Ponza, la guardo con trepidazione. Vedo le cose belle e quelle brutte. Le foto che ti ho mandato riguardano quelle brutte.
Le ho scattate a Frontone, sullo scoglio sotto Casa Giulia.
Qualcuno è andato sott’acqua e ha pescato una pinna. Anzi, una baby pinna. E il solito idiota l’ha stupidamente uccisa.
Il mio sdegno non ha bisogno di spiegazioni, ma desidero ricordare che questa è una specie protetta. Ma non è protetta dai cretini, purtroppo.

Quando nuoto intorno a questo scoglio cerco e conto le pinne visibili. Qualche anno fa, a giugno, ne avevo contate 19. A fine agosto ne rimanevano due. Quest’anno, a giugno, ne ho contate 9. A fine agosto quante ne rimarranno?

Frammenti di Pinna nobilis.2 [3]

A questo punto è urgente chiedersi che fare per evitare che continui lo scempio. Certamente non si può mettere una guardia ecologica alle calcagna di ogni bagnante munito di maschera.
Perché, però, non si pensa di mettere qualche avviso?
Mi vengono in mente i cartelloni che si trovano in montagna con le fotografie delle specie protette e rare, sia vegetali sia animali, che è proibito raccogliere o cacciare.
Questo penso che si potrebbe fare, tanto per iniziare e ricordare che ci sono dei limiti al nostro agire per il bene dell’ambiente. Perché è nostro dovere proteggerlo, non depredarlo stupidamente. Raccogliere e uccidere le pinne non ha niente a che fare con i bisogni fondamentali dell’uomo. Anche raccogliere i ricci: si può mangiare altro, credo, no?

Spero che anche altre persone si uniscano a questo appello, perché dobbiamo consegnare questa terra a chi verrà dopo di noi. Ai nostri nipoti. Spero tanto che possano vedere e gustare quello che abbiamo visto e gustato noi in questa isola meravigliosa. Isola che dona tantissimo, con generosità. Che è come una madre: amiamola anche noi. Rispettiamola.

Giovanna Rol

Pinna_nobilis_clean [4]

Pinna nobilis (Linnaeus 1758), comunemente nota come nacchera, pinna comune, cozza penna o stura, è il più grande bivalve presente nel Mar Mediterraneo. Può raggiungere un metro di lunghezza. La sua raccolta è vietata. In ogni caso, pur essendo edule, trattandosi di un mollusco filtratore, è estremamente rischioso mangiarlo in quanto accumula assorbendoli dal mare grandi quantità di inquinanti e patogeni. Per questo motivo è stato utilizzato come indicatore dell’inquinamento marino (anche nucleare presso la Maddalena) – Notizie da Wikipedia a cura della Redazione

Pinna_nobilis_con_Posidonia_oceanica [5]