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Ugo, così la racconta – Conosco questo vento

di Francesco De Luca

acquerello mareggiata [1]

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All’inizio è soltanto un accenno di spuma vicino alla Ravia, e a Santa Maria le onde danno fastidio. Tutto qui. Per allontanarsi dalla spiaggia o per scendere a terra le onde danno fastidio.

Poi, col passare delle ore il vento rinforza e il mare si ingrossa.

Zi’ Ceccio li chiamò, a Silverio e a Ugo, e chiese loro un piacere. Di buon mattino aveva affittato un barchino ad una coppia di romani.“Faciteme ‘u piacere: iate a vedé si stanno cca attuorno e purtatele nterra, si no, chille, nun ce ‘a fanno”.

Conosceva l’abilità che avevano con le barche ma, soprattutto, loro erano due giovanottelli nel fiore degli anni.

Presero un canotto col moscone (fuoribordo della Piaggio) e decisero di esplorare la costa vicino al porto.

la barca [2]

Nell’uscire quel vento, che viene da est, li contrastava. Meglio dire li inebriava. Lo andavano a sfidare. Così apparve loro quell’uscita: un’impresa.

Ai faraglioni della Madonna niente, alla Parata nemmeno e così pure alla Scarrupata. Ritornarono indietro puntando su Frontone.

Gli spruzzi li bagnavano ma loro avevano un compito da onorare. Si sentivano impavidi. Tutte le barche correvano a rintanarsi nel porto e loro, soltanto loro, ne uscivano. Senza paura.

Zi’ Ceccio non è che li avesse prescelti… è che loro due passavano per caso sotto al Mamozio. Il vecchio si stava preoccupando sia per la sua barchetta sia per i due turisti. Di cui in ritardo valutò l’inesperienza. Il fatto è che, a chi affitta la barca per andare in una caletta solitaria non si accorge dei movimenti del vento. Si ha la testa per altro.

A Frontone niente. Puntarono per il Core. Ma, ‘ncopp’a chiana ianca, videro una barca tirata su, e due persone che gesticolavano. Si avvicinarono e capirono subito che erano loro. Cosa avevano fatto? Arrivati in quel posticino di paradiso avevano tirato a riva la barca e iniziato il bagno. Col crescere del levante però la barca sbatteva sulla roccia. Impauriti l’avevano tirata più su, questo rese ancor più difficile rimetterla a mare quando le onde cominciarono a frangere con più vigore.

Ugo fece un’autentica azione di bravura. Lasciò Silverio sulla barca e lui si tuffò, a mo’ di Tarzan, guadagnò la riva e, aiutato dai due, mise in acqua il canotto.

Non vi dico come giudicarono Ugo i due romani. Non a caso ho fatto riferimento a Tarzan perché tale apparve ai loro occhi.

Io conoscevo Ugo, il suo vigore giovanile e la sua propensione per le scene eroiche. Non volle che accendessero il motore perché faceva più figura portarli a traino, come salvati da sicura disgrazia.

Nel rientro il vento spingeva da poppa. Loro a torso nudo, spavaldi e boriosi, la coppia romana accovacciata e muta. Ma sicura.. Il mare? Il mare stava rabbuffando ancora di più, in sintonia con l’ascesa del sole nell’arco del cielo.

“Questo vento lo conosco bene, io ” – dice Ugo.

Mare%20verde [3]