Ambiente e Natura

Quando le ramazze volavano sulla Ravia…

di Rita Bosso
Chagall. Over the town

 .

La notizia della morte di Renato me li ha riportato alla memoria uno ad uno, gli scopatori del Porto… Cicciariello con sigaro, paglietta ed eloquio da filosofo, Giovanni, tuta e basco blu, camminata strascicata, Martiell’ (Urgentino) sempre scalzo, dai piedi quasi palmati e lo spago alla vita e tra i più recenti, Aniell’ Martiell’…

Lo ammetto, ho un ricordo chagalliano degli spazzini di Ponza, la ramazza era a seconda dei casi bastone da passeggio, dama danzante, oggetto volante.

marc-chagall-the-promenade-1917
Il corso di Ponza, senza il pericolo della automobili, controllabile dalle mamme con una sola occhiata, è stato il teatro di infanzie libere e felici e gli scopatori partecipavano di quella magia, rendevano bello e pulito il nostro regno, lo sgombravano da tutte le insidie che si annidavano nelle vie cittadine, lo custodivano in inverno.

Noi, polletti d’allevamento cittadini, finalmente razzolavamo beati, padroni; mio fratello conduceva a tutta velocità la sua Ferrari rossa fiammante sul circuito bar Tripoli / Minicuccio, il fruttivendolo e i passanti si scansavano o allargavano le gambe a ponte per far passare l’Ayrton di tre anni; a fine estate il bolide tornava ad aggirarsi con prudenza e tristezza tra le poltrone del soggiorno.
Le mie bambole non si rompevano, semplicemente volavano giù al Cantinone e lì cominciavano una nuova esistenza; anche i giocattoli respiravano, quando arrivavano a Ponza.

Quasi sessant’anni fa! Non smetterò mai di ringraziare Ponza, il corso, la Caletta per gli anni che ci hanno regalato.

1. Chagall. Sirène with pine from Nice and The Côte d'Azur 1967

E Renato, che c’entra?
A quei tempi forse nemmeno stava dint’a scopa. C’entra, perché solo a Ponza io ho conosciuto i nomi degli spazzini, ne ho fissato i volti, li ho visto volare a cavallo delle ramazze, ne ho atteso il passaggio ogni pomeriggio quando il fruscio della saggina decretava la fine della controra.

Chagall. Particolare di Lovers with half moon, 1926
La storia continua… oggi scopro che Renato era molto più della coppola, della panzetta sempre più prominente, dei tratti vagamente africani del suo volto.

Renato, come tanti altri, era riuscito a conciliare gli opposti, ad essere infinitamente più avanti della Chiesa, del PCI, di tutto quello che sarebbe venuto nei decenni successivi e che è già morto. Riusciva ad essere comunista e ricchione, a festeggiare in abito da sposa ben prima che si parlasse di unioni civili, decideva di collocare il suo capodanno il 19 marzo.

Chagall. La Mariée. 1950
Bestemmiava come un turco ed era devotissimo a san Giuseppe. Scelte non facili, testimoniata oggi nei ricordo di Silverio, di Teresa, di Franco e sintetizzate da Sandrone con un verso tratto da l’Avvelenata di Guccini: “frocio, comunista… ci mancava solo che fosse ebreo!”

Ecco, io ho visto la ramazze volare nei cieli di Ponza, tra la Ravia e il Lanternino, in alto, sempre più in alto, e vi assicuro che non ero ubriaca.

chagall_danseuse

Chagall. Le coq rouge dans la nuit. 1944

Nota
Tutte le immagini che illustrano l’articolo sono dipinti di Marc Chagall (1887, Vitebsk, Bielorussia – 1985, Saint-Paul de Vence, Francia). La seconda – La promenade; 1917 – e l’ultima – Coq rouge dans la nuit; 1944 – sono citate anche nell’articolo-saggio su musica e arte (leggi qui)

3 Comments

3 Comments

  1. Luisa Guarino

    19 Luglio 2016 at 19:09

    Poesia pura questo scritto di Rita, che trasforma, con la complicità di Chagall, figure tanto “terrestri” quasi in angeli, che volteggiano qua e là per l’isola. Anche io, come Rita, ho avuto la fortuna di conoscere quella piazza e quel corso, di guardare negli occhi e di parlare con quelle persone. E a proposito di controra ricordo anche un altro scopatore, di cui però non mi sovviene il nome, che operava proprio nelle prime ore del pomeriggio dietro il Comandante, mentre io lo ascoltavo e osservavo da sopra. Aveva una particolarità: durante il lavoro faceva una sorta di telecronaca ad alta voce, soprattutto mentre raccoglieva i resti di frutta e verdure. Diceva ad esempio: “Melanzane contro piselli: oggi vincono le melanzane tre a zero!”. La fantasia può trasfigurare qualsiasi cosa. Lo scopatore entra così nella letteratura: del resto non gli aveva già dato questa dignità Totò mettendolo fra i protagonisti di ‘A livella? Per quanto riguarda la piazza ricordo che quando eravamo piccoli, io e mio fratello appena arrivati a Ponza la attraversavamo correndo in lungo e in largo con le braccia aperte come ali, gridando “libertàààààààààààà”. Invece la bambola che cade mi fa pensare a un episodio simile, con una bambola precipitata e per un po’ di tempo perduta, del famoso libro “L’amica geniale” di Elena Ferrante. Oddio. Mi viene un dubbio: non è che sotto lo pseudonimo che da qualche anno sta facendo scervellare il mondo della cultura e della letteratura si nasconde Rita nostra?

  2. isidorofeola

    20 Luglio 2016 at 13:00

    Il netturbino… telecronista lo ricordo anche io molto bene; si chiamava Armando Salmaciccia. Originario di Pescara, giunse a Ponza con la milizia fascista. Conobbe e sposò M. Francesca Califano; era il consuocero di Amedeo Guarino della trattoria “L’Aragosta”.

  3. Gabriella Nardacci

    20 Luglio 2016 at 16:14

    Quando leggo un tuo pezzo, cara Rita, mi sento di “navigarci” bene. Riporti alla mia memoria personaggi simili conosciuti nel mio paese. Il “tuo” Renato è un personaggio quasi fiabesco direi, e penso sia stato molto amato dai bambini.
    I grandi hanno sempre il difetto di giudicare ciò che vedono senza arrivare a leggere il contenuto. I bambini trovano invece, in questi personaggi dissimili, un certo non so che di magico che li avvicina a loro e quasi ne diventano amici.
    La memoria romantica riesce a nobilitare personaggi poveri e a dare lustro a periodi in cui la semplicità alle volte era derisa e i mestieri come lo scopatore sembravano non avere tanta importanza…
    Fortunatamente riaffiorano ricordi come questo che tu hai riportato alla luce e ciò che era forse ritenuta la follia (comunista, ricchione e in abito da sposa…) non era altro che la grandezza d’animo di una persona semplice aperta al mondo e ai suoi contrasti.
    Pezzo musicale e poetico. Le immagini sono appropriate e ne consolidano l’idea…

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