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Epicrisi 79. Dell’inquietudine

di Rosanna Conte
Lonely_night.1 [1]

 

Settimana tranquilla e pacata, questa, specie se confrontata a quella appena passata.

Qualsiasi tranquillità, però, è sempre attraversata da qualche sia pur minima perturbazione, come il mare che, anche quando è calmo – calma piatta – mantiene il movimento sotto l’apparente superficie. La calma assoluta non esiste, non potrebbe, sarebbe assenza di vita.

Cosa è successo in questa settimana stando alle pagine di Ponzaracconta?

Tra lunedì e mercoledì le notizie riportate hanno seguito un andamento abbastanza tranquillizzante, poi sono cominciati a penetrare i primi semi d’inquietudine che sono diventati sempre più forti man mano che ci si avviava alla fine della settimana

Dieci nostri ragazzini, grazie all’azione della Polisportiva, avevano partecipato al progetto Educamp [2] del Coni abbastanza simpatico e formativo, centrato sui valori della socializzazione, dell’integrazione e del benessere psico-fisico.

La nostra Martina era riuscita a vincere la gara tra due guide organizzata dalla trasmissione radiofonica Metropolis [3], che martedì scorso opponeva Stromboli a Ponza, e il fatto che avesse vinto contro una vera guida era consolante: voler conoscere perché si ama e non perché serve a guadagnare, è un buon indirizzo di vita e fa ben sperare per la gioventù locale.

L’annuncio dell’arrivo delle reliquie di san Pio [4] sembrava quasi benedire questo andamento pacifico della vita collettiva.

Ma da questo momento comincia ad entrare l’inquietudine prendendo l’avvio da una vicenda la cui ricostruzione è fatta da Franco De Luca e che riguarda le cause della diversa distribuzione della vegetazione su Zannone [5].

Certo, sono fatti vecchi di due secoli, ma le conseguenze si vedono ancora oggi e sono indelebili.

La zona meridionale scoscesa, così diversa da quella boscosa settentrionale, è l’esito dell’azione di due persone: nei primissimi anni dell’800 c’è un Camillo Conte che l’incendia pensando di trarre vantaggi personali e c’è un Nicola Mazzella che s’impegna al recupero della zona incendiata ma non pensa a terrazzare il terreno. Insomma la duplice faccia di Zannone è dovuta all’interesse privato a danno del pubblico e all’incompetenza, due mali duri a morire e che sembrano incombere ancora oggi sulla nostra isola.

La dose è rincarata da Martina che tira fuori il proverbio ‘A scurdata toia è ‘a ricurdata mia!

Ancora in atmosfera di ordinaria tranquillità Martina ce lo vuole presentare come innocuo, non minaccioso; ma per la verità questo proverbio proprio pacifico non è perché ci dice che sotto l’apparente accettazione di un’azione negativa ricevuta si nasconde spesso la volontà di una re-azione altrettanto negativa dilazionata nel tempo.

Insomma, in un cuore che sembra rassegnato, brucia la brace della vendetta. E Martina suggerisce questa consapevolezza nel titolo: A buon intenditor… poche parole [6].

A rasserenare per un po’ gli animi c’è la mostra-concorso PonzArt – Arte d’aMare [7] organizzata dall’associazione Tanaliberatutti, visto che il tema proposto è il mare, l’elemento naturale che è parte di noi isolani, illustrato con foto, dipinti e disegni e accompagnato dalla libagione del vino di Casale del Giglio.

Anche un personaggio come Nina [8] rasserena: semplicità, cordialità, certezza delle fede e del ritorno annuale per san Silverio. Si inserisce tranquillamente nel contesto isolano concorrendo a rafforzarne il sentimento religioso.

Inquietudine.4 [9]

Ma nuovamente qualche filo di inquietudine filtra dall’incontro al Veliero dove sindaco e assessori hanno illustrato l’iter progettuale fin qui percorso per il porto delle Forna [10]lasciando parecchi punti interrogativi in sospeso. Si sente aleggiare l’idea che questo cammino non sia così lineare come descritto e quindi la realizzazione del porto è avvertita molto più lontana del previsto.

Il comunicato del Meetup 5 Stelle giunto a fine settimana – Interrogato il porto, il porto non risponde… [11]  – sembra a tutti gli effetti una conferma di quanto percepito al Veliero. Anzi, l’inquietudine si amplifica quando il discorso del progetto porto è inserito nella gestione del recupero complessivo di tutta la zona interessata, diventando gravida di forti interrogativi sul destino delle Forna e di Ponza.

Anche il programma di Ponza d’Autore [12], giunto all’ottava edizione, non si sottrae alla chiave di lettura di questa settimana perché affronta il tema della ricchezza che con l’inquietudine va a braccetto sia per chi ce l’ha e potrebbe perderla sia per chi non ce l’ha e la ricerca.

Viandante.2 [13]

L’aspirazione della giovane Annalisa Vitiello a dare accessibilità alla necropoli del Bagno Vecchio [14] provoca un sussulto in ognuno di noi…
Benedetta ragazza! E’ vero che l’abbandono erode anche quest’altro sito archeologico, aperto alle intemperie e all’avanzata degli arbusti invasivi, ma un po’ di calma ci vuole.
Anche se sarebbe sufficiente ripulire un sentiero e mettere in sicurezza qualche passaggio, bisogna poi arrivarci! Una cosa alla volta, altrimenti si corre il rischio di inflazionare e sminuire la capacità di recupero degli interventi.

E’ inquietante non di meno anche la fioritura dei garofani bianchi invece che rossi: Sandro, non è che invece di Un piccolo e incomprensibile miracolo di  San Silverio [15]  si tratta un dispetto del santo perché sei stato troppo tempo lontano da Ponza?

Consolante ho trovato l‘articolo su Magazine IschiaNews & Eventi [16], che ci porta in un contesto poco comune dove Nino Di Costanzo, chef ischitano, trasforma il cibo in un prodotto multi-sensoriale. Gusto, olfatto e vista concorrono al godimento del cibo–arte che lo chef offre in piatti di ceramica adeguati per forma, disegno e colori al contenuto. L’arte, figlia dell’inquietudine, non sempre produce serenità, ma ci possiamo scommettere che una cena al danì maison di Ischia contribuirebbe alla nostra pacificazione con noi stessi e col mondo..

E sarebbe bello restare su quest’atmosfera, ma fa capolino La grande abbuffata [17] organizzata da Giggino, metafora dell’insaziabile ingordigia umana.
L’inquietudine, a questo punto, diventa pervasiva. Non è solo l’ingordigia isolana che si staglia davanti a noi, ma è anche la sua sconfitta, perché l’ingordigia furastiera la fagocita e resta dominante.
Il pezzo di Sang’ ‘i Retunne di questa settimana non lascia certamente sonni tranquilli.

Inquietudine.3 [18]