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A buon intenditor… poche parole

di Martina Carannante

clessidra-tempo [1]

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Quando Michele e Carmine mi hanno fatto vedere per la prima volta il sito “Ponzesi per scelta” (leggi qui [2]) e mi hanno presentato i tre personaggi, subito ho notato il compito svolto dal ‘marinaio’: suggeritore di proverbi.
Detti, proverbi, modi di dire mi sono sempre piaciuti, sarà che sono cresciuta con i nonni che normalmente parlano per metafore..!
Il primo a presentare questo argomento è stato il non dimenticato Ernesto Prudente; Franco De Luca, non molto tempo fa, ha pubblicato un libricino che racchiudeva i modi di dire ponzesi contestualizzati in un racconto; lo stesso avvocato Sandolo, alla fine di un suo libro, riporta alcuni detti ponzesi; sul nostro sito ne abbiamo molti, ma non so se vi è riportato il mio preferito: ‘A scurdata toia è ‘a ricurdata mia!” – la tua dimenticanza è il mio ricordo.

Detta così sembra una minaccia, forse in origine lo era o molto probabilmente è solo la rimembranza sottolineata a parere dura. Quando ero piccola e facevo una marachella i miei mi dicevano: Marti’, po’ a’ casa faccimme i cunt’!
In realtà esso non è che un modo più dolce rispetto all’altro, la sostanza è la medesima.

A scurdata toia è ‘a ricurdata mia” – chissà quanti di voi, almeno una volta nella vita non l’hanno, almeno, pensato! Magari non in dialetto, però, il senso è chiaro. Chi in riferimento ad un torto subito, ad un rifiuto, ad un’opportunità mancata; contro un “ex” di ogni categoria; per gioco, sfida o avvertimento.

In questi giorni mi sono resa conto quanto sia utile ricordare questo vecchio detto ponzese, perché insieme a po’ tardà, ma nun po’ mancà“, prima o poi tutto torna… A buon intenditor, poche parole!