Ambiente e Natura

Eravamo moderni e non lo sapevamo

di Sandro Vitiello

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L’ultimo numero di “Altraeconomia” tra i tanti interessanti articoli ci parla di un progetto olandese, in piedi da circa dieci anni, che cerca di coniugare uno stile di vita sobrio in un ambiente che venga maltrattato dalla presenza umana il meno possibile.
Il progetto si chiama “Earthships”; navi terrestri.

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Si parte scrivendo del modo di costruire le case e si prosegue sottolineando l’importanza del consumare il meno possibile le risorse della natura e restituire ad essa quelli che possono essere definiti gli scarti della vita quotidiana.
Addirittura l’articolo si sofferma a raccontare che i servizi igienici non prevedono l’uso dell’acqua.
Non si spreca nulla, neanche la cacca.

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L’articolo parla anche del grande valore sociale e solidale di questa comunità.
Si sta bene insieme e si condivide tutto quello che si può mettere a disposizione degli altri.
Ho abbastanza anni per poter dire dire che questo esperimento l’ho conosciuto in prima persona: era la Ponza di una cinquantina di anni fa.
Si costruivano le case usando le pietre che si estraevano dal taglio della roccia che avrebbe costituito le parte interna dell’abitazione.
Si facevano i tetti a cupola per mantenere fresca la casa in estate.

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Si raccoglieva l’acqua piovana che veniva usata per tutto; dai bisogni familiari all’irrigazione dell’orto.
Si usava la calce per imbiancare così la casa era ancora più fresca e pure disinfettata.
Dall’orto si ricavava tutto quanto non arrivava dal mare e manco la cacca si buttava.
Soprattutto non esisteva idea del superfluo.
Se qualcosa non serviva o ce n’era in abbondanza, poteva essere donata a un vicino o un parente che ne aveva bisogno.
I vestiti non passavano mai di moda finché erano in buone condizioni.
Erano regole molto semplici eppure efficaci.
Hanno permesso a tanti di noi di vivere in tempi che oggi definiremmo di povertà.

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E non ci accorgevamo di essere “poveri”.
Insomma eravamo moderni e non lo sapevamo.

1 Comment

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  1. vincenzo

    28 Giugno 2016 at 09:55

    Quella organizzazione sociale 60 anni fa esisteva dappertutto in Italia non solo nella nostra isola: non ci siamo inventati niente.

    Noi abbiamo conosciuto quell’altra isola e fino all’età di tredici anni l’abbiamo vissuta senza giudicarla, ma poi nasce la contestazione e noi l’abbiamo contestata quella società: società chiusa, patriarcale e matriarcale, verticistica.

    I servizi sociali erano inesistenti, le scuole fatiscenti, i padroni intimorivano, i sindaci erano medici per cui santoni, i preti “mettevano il fuoco in bocca”.

    L’isola fattoria, ecologica, la socialità di sussistenza non era una scelta intellettuale ma una conseguenza dello sviluppo economico dell’Italia e dell’isola in quel periodo.

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