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Miracolo a Latina

di Silverio Guarino
damiano-coletta [1]

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A Latina, c’è un nuovo Sindaco, espressione della volontà di liberi cittadini.

In realtà, non si è trattato di un miracolo, anche se Latina ha ben due santi protettori (S. Marco Evangelista e S. Maria Goretti), ma di una vera e propria concretizzazione di aspettative e speranze ormai abbandonate e dimenticate da tempo.

Dopo il commissariamento del comune, avvenuto nel maggio 2015 si è creato un movimento trasversale del popolo “indignato”, chiamato “LatinaBeneComune” (LBC) che gradualmente, con un vero laboratorio di politica e di programmazione, è riuscito nell’intento di riappropriarsi della città che era vittima e preda di politici di vecchio stampo, creature di partito, senza scrupoli.

Raccolta_firme_latina_bene_comune-2 [2]

Nulla è avvenuto per caso, ma per il costante e crescente impegno da parte di quei cittadini che, spontaneamente ed in modo sempre più entusiasta e contagioso, hanno creduto in questo cambiamento epocale.

Il nuovo Sindaco (che ha vinto il ballottaggio contro uno schieramento di partiti di destra con una percentuale del 75,02%), si chiama Damiano Coletta; uno di noi, e tutti noi ci riconosciamo in lui e lui in noi.

La notizia ha suscitato interesse e scalpore, in campo nazionale ed europeo, per la novità assoluta e per l’altrettanto assoluta disfatta dei partiti.
Tutto si è concretizzato per la spontanea aggregazione di persone per bene che hanno voluto liberarsi di un giogo incancrenito e putrefatto.

Damiano Coletta. Sindaco [3]

– Abbiamo cambiato il libro, non abbiamo girato pagina – così suona il più rappresentativo slogan della campagna elettorale.
Il commissario prefettizio, accogliendo il nuovo Sindaco ha detto: – Si sente nell’aria quel buon profumo di lenzuola lavate come una volta, non in lavatrice.

C’è stato anche un pizzico di “follia”, nello sperare che si potesse realizzare questo sogno, questa utopia.
“Tutti hanno un paio d’ali, ma solo chi sogna impara a volare” – Jim Morrison, Doors.

E sul nostro amato scoglio? Noi che abbiamo nel nostro cimitero la tomba ed il monumento di uno dei più grandi sostenitori dell’utopia, Sergio Garavini, che rivolto al mare e al cielo invita tutti ad “Abitare l’utopia”?

Abitare l'Utopia [4]