Ambiente e Natura

Dall’assegnazione del faro di Capel Rosso qualche considerazione sul faro della Guardia

a cura della Redazione

faro della guardia a Ponza

 

L’articolo sul faro di Capel Rosso dell’isola del Giglio, con cui si apre la rassegna stampa di questa settimana, ci dà lo spunto per parlare di fari e, inevitabilmente, di volgere il pensiero al faro della Guardia.

Il faro di Capel Rosso è uno degli undici fari “messi sul mercato” (i primi di una lunga serie) attraverso il bando per la concessione a privati, società, associazioni, consorzi, per una durata massima di cinquant’anni, affinché ne curino il recupero, la valorizzazione e l’utilizzo per finalità turistico-ricettive ma anche per scopi culturali. Il tutto nel rispetto dell’identità territoriale e dell’ambiente.
Questo sito ha dato conto fin dagli inizi, cioè da quando si è cominciato a parlare del progetto Valore Fari, dei vari passaggi della complessa messa a punto del bando.
Con l’articolo “Valore Fari. Si è chiuso il primo bando di concessione per gli 11 fari messi a concorsopubblicato il 14 gennaio di quest’anno comunicavamo alcune notizie sulle offerte pervenute sui fari interessati.

sentiero verde il faro di capel Rosso

Faro di punta di Capel Rosso, isola del Giglio

Da quel momento la stampa ha cominciato a svelare cosa c’è dietro queste offerte. Quanto interesse, non solo culturale ma anche economico, suscitano questi luoghi suggestivi che fanno sognare, lo dimostrano le sette offerte pervenute per il faro di Capo d’Orso di Maiori e le sei per il faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia, strutture tra le più ambite.
Se prendiamo ad esempio il faro di Punta Imperatore, gli articoli apparsi sulla stampa appena sono cominciati a circolare i nomi degli offerenti (il guru della cucina italiana Gualtiero Marchesi, la multinazionale americana Nestlé, l’armatore Salvatore Lauro, alcuni magnati cinesi) ci danno l’idea di quanti soldi possano girare intorno al recupero e alla valorizzazione di un faro.
(leggi l’articolo del Mattino: Marchesi, la Nestlé, i cinesi sfidano il faro di Punta Imperatore di Ischia)

faro punta imperatore a Ischia
Faro di punta Imperatore, Forio d’Ischia

Sul faro d’Ischia non ci cono ancora notizie precise a chi venga assegnato; pare che lo chef Marchesi si sia ritirato, che la multinazionale Nestlé abbia smentito la sua partecipazione e che i restanti grossi nomi non siano interessati più di tanto. E’ probabile che, alla fine, se lo aggiudichi la locale fondazione Opera Pia Diacono Conte che, potendo contare comunque su grosse disponibilità finanziarie, ha anche presentato un progetto di fattibilità ritenuto sotto l’aspetto qualitativo il più interessante tra quelli proposti.
E questo non può farci che piacere, visto che tra i punti più qualificanti dell’offerta ci sono soluzioni di recupero, di manutenzione, di conservazione e monitoraggio del faro che assicurano anche la fruibilità pubblica della struttura, un contributo allo sviluppo locale sostenibile e alla destagionalizzazione della domanda turistica oltre che un’attività di networking (leggi l’ articolo pubblicato sul quotidiano on-line “ildispariquotidiano”).
Stiamo parlando di Ischia ma anche per gli altri fari di questo primo bando sono all’esame le offerte presentate e, man mano, nei prossimi giorni ne sapremo di più.

Nel frattempo sembra che la prima proposta andata concretamente in porto sia quella riguardante il faro di Capel Rosso all’isola del Giglio come riportato dal Corriere on-line del 16 maggio.
Analizzarne alcuni punti, pur con i limiti delle notizie riportate dalla stampa, può servire a capire meglio quali prospettive possono aprirsi per il nostro faro visto che prima o dopo verrà il suo turno per essere offerto in concessione.
Un articolo del Tempo di qualche giorno fa Il bel paese è sempre in vendita. A Pezzi riportava che a giugno ci sarà un nuovo bando di cui farà parte anche il faro della Guardia.

faro della Guardia vista aerea

Vista aerea del faro della Guardia

Dubitiamo che in questo prossimo bando sia già inserito il nostro faro atteso che l’offerta deve essere accompagnata da una serie di informazioni e di schede tecniche con le indicazioni progettuali e le modalità di intervento che presuppongono una serie di rilievi e di elaborazioni che, pare, non siano stati ancora effettuati. Ma…  non si sa mai.
Ciò che vogliamo qui dire, prendendo spunto dall’esempio del faro di Capel Rosso e dalle offerte presentate per i fari finora considerati è che tutti questi fari hanno una via di accesso più o meno praticabile. Per Capel Rosso, ad esempio, così scrive, nel presentarlo, l’Agenzia del Demanio:
“Il Faro sorge in un avamposto di grande bellezza che troviamo all’estremo sud dell’isola del Giglio, a Punta Capel Rosso, luogo di silenzi e di storie antiche da cui prende il nome. Un sentiero lastricato e scalini intagliati nella roccia conducono al Faro, rosse le tinte dell’edificio e le striature della roccia, che in questa cornice suggestiva si uniscono ai colori brillanti della macchia mediterranea incontaminata”.
Isola del Giglio - faro di punta di Capel Rosso

Faro di Capel Rosso, isola del Giglio

Punta Imperatore e Capo d’Orso sono facilmente accessibili, così la maggior parte degli altri fari finora proposti.
La situazione del faro della Guardia la conosciamo tutti. E’ impensabile, a meno di un “miracolo”, che venga ripristinata la strada che collega il faro al centro abitato. E’ invece certamente possibile l’accesso via mare con la messa in sicurezza del suggestivo sentiero che si inerpica sul crinale del faraglione.
la strada per il faro sella guardia a Ponza

La strada che porta al faro della Guardia

Ponza lo sbarcatotio al faro ella Guardia

Sbarcatoio sotto il faraglione della Guardia

Un limite questo che sicuramente frenerà molti potenziali offerenti a meno che non si pensi di raggiungerlo per via aerea, ma ciò contrasterebbe con le stringenti norme del bando che obbligano al rispetto del paesaggio, del contesto storico-architettonico della struttura e della possibile fruibilità pubblica.

Il faro di Capel Rosso è stato assegnato alle sorelle Veronica, Viola e Gilda Mura, imprenditrici fiorentine, che hanno offerto un canone annuo di 75.000 euro per un periodo di concessione di 19 anni; prevedono di poterlo ristrutturare entro un anno sostenendo una spesa di 700mila euro.
Ne ricaveranno un B&B esclusivo con 4 stanze che saranno, probabilmente, cedute, come riporta l’articolo, al prezzo di 600 euro a notte. Un posto quindi non accessibile a tutti dal punto di vista turistico ma fruibile da tanta gente comune, sotto l’aspetto culturale, visto che assieme al B&B nasceranno un laboratorio biomarino, un centro per disabili, una biblioteca, un planetario, un’aula didattica, una struttura con corsi per scolaresche.

Giglio. Faro di Capel Rosso. Giglio

Faro di Capel Rosso, isola del Giglio

Un punto di forza del progetto Valore Fari – l’abbiamo sempre detto – è che qualsiasi iniziativa privata, pur nella logica e nel perseguimento del tornaconto economico, deve prevedere sempre la possibilità della fruibilità e dell’accessibilità pubblica. E, nell’ambito dell’offerta, ai fini della valutazione finale  i punti qualitativi pesano in misura maggiore rispetto a quelli quantitativi.
Se i bandi futuri replicheranno le caratteristiche di questo primo bando, per il faro della Guardia non abbiamo da temere l’esclusività privatistica e, paradossalmente, il suo “isolamento” addirittura può darci una mano a preservare, in alcune possibili funzioni, la destinazione di bene pubblico.

 

 

 

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