Ambiente e Natura

Fatti una Cooperativa per competere nel mercato!

di Vincenzo Ambrosino
Pesce-grande-mangia-pesce-piccolo.-O-no

 

Con questo articolo voglio solo introdurre un problema che merita di essere approfondito in un dibattito serio, partecipato soprattutto consapevole di cosa sia un’isola e di cosa significhi prospettare politica economica in una piccola isola per garantire un reddito stabile a tutti gli isolani.
V.A.

Affermo che non si possono governare le isole minori, con le “leggi ruspa” quelle della cosiddetta  “libera concorrenza” imposte dall’Europa dei mercanti.  Con queste leggi non si potrà garantire il lavoro ai residenti!

Tutte le Isole Minori rappresentano,  territori “deboli” dal punto di vista ambientale ed economico-sociale: i disagi che le comunità insulari devono affrontare giornalmente e soprattutto nel periodo invernale per far fronte a situazioni che sulla terraferma sono di banale quotidianità, qui sono spesso difficili da affrontare.
Ma queste comunità sono, comunque, disposte a superarle pur di poter mantenere il privilegio per loro di vivere sulle isole, senza per questo rinunciare ai diritti civili e ai servizi pubblici essenziali di cui godono gli altri cittadini della regione; innanzitutto senza dover rinunciare al proprio diritto di lavorare.

Nelle piccole isole, le attività umane rimangono delimitate in confini ristretti che hanno da una parte le falesie con rocce friabili e cadenti e dall’altra il mare con i suoi moti ondosi. E a questa limitazione naturale della libertà di impresa si aggiungono strumenti legiferanti che determinano direttive, ordinanze e vincoli di ogni sorta.
In queste austere condizioni, su queste isole è nata una piccola economia autoctona, specializzatasi a convivere con le difficoltà, che ha garantito e garantisce da 30 anni la primaria offerta turistica dell’isola ma che con le “leggi ruspa” della libera concorrenza rischia del tutto di passare di mano.

Il periplo della nostra isola, per il 93% governato dal PAI, ha visto proliferare nel tempo attività varie – noleggio barche senza e con conducente, trasporto alle spiagge, gite turistiche, ormeggio natanti, ormeggio imbarcazioni con pontili galleggianti, affitto ombrelloni e lettini, attività di ristorazione ecc. – alcune delle quali vanno rinnovate di volta in volta, altre prorogate, altre conformate alle esigenze di sicurezza. Ma sono tutte attività economiche ancora, per la maggior parte, in mano ai Ponzesi.

L’anno scorso per concorrere al bando di gara – confezionato dall’amministrazione – per ottenere un’autorizzazione di attrezzature balneari, sono nate diverse cooperative le quali si sono tutte accaparrate le rispettive autorizzazioni.
Come è potuto succedere questo?
Semplice: alle cooperative si assegnava un punteggio che gli permetteva di avvantaggiarsi su altri concorrenti.

Quest’anno nel bando di gara, l’amministrazione ha deciso di inserire delle novità: l’autorizzazione avrà una validità di 3 anni, le cooperative avranno sempre un grande valore anche se il punteggio complessivo a loro assegnato è stato ridotto mentre al contrario è stato aumentato il punteggio all’offerta economica.

Notate bene: l’offerta economica comincia a diventare determinante per accaparrarsi un’autorizzazione ma poi, domani, anche una concessione.
Tutto legittimo: le gare pubbliche, trasparenti, che la democrazia liberale ci impone, creeranno la nuova società economica isolana!

Ma andiamo avanti nel nostro ragionamento: chi è rimasto a guardare l’anno scorso, non partecipando al bando, ha studiato il campo di partecipazione, ha cercato gli elementi giusti per costituire una cooperativa che gli consentisse di presentare “nelle buste una buona offerta tecnica ma soprattutto una adeguata proposta economica”.

Infatti quest’anno per  concorrere per i lettini e gli ombrelloni nelle nostre piccole spiagge e scogliere libere, si sono aggiunte, a quelle già esistenti, altre cooperative: quindi la competizione sarà più agguerrita e giocata con armi sempre più adeguate allo scopo!

La legge del mercato regolerà la vita economica anche nelle piccole isole, chi è più forte e attrezzato vincerà gli altri saranno selezionati e tagliati fuori?

L’amministratore di una piccola isola – con le limitazioni fisiche e giuridiche che prima abbiamo descritto – a mio avviso si dovrebbe porre il problema della distribuzione del lavoro, della sicurezza della vita, della salvaguardia dell’immagine dell’isola, per cui prospettare un’organizzazione economica commerciale adeguata a tutto questo.

L’amministratore dovrebbe chiedersi: queste cooperative nascono per dare lavoro a chi non ce l’ha?
Sono cooperative che creano nuove competenze per nuove offerte turistiche? Sono cooperative che abbassano il livello di competizione economica in un ambiente già martoriato dall’individualismo commerciale?
Niente di tutto questo! Queste cooperative nascono a tavolino per essere più competitive sul mercato imposto dalle “leggi ruspa” e applicate dalle amministrazioni locali.

Io sono stato uno dei primi a parlare dell’importanza del cooperativismo per superare l’estremo individualismo commerciale a Ponza, ma certamente questa, intrapresa dall’amministrazione non è la strada giusta: in questo modo trasformiamo un’idea di condivisione del lavoro, di spazi vitali e  di solidarietà tra lavoratori in uno strumento di concorrenza strumentale, di competizione  e occupazione di spazi economici e assolutamente non creiamo nuova occupazione.
Tutti i ponzesi a cominciare da quelli che hanno oggi la supremazia economica sugli altri devono riflettere che “la libera concorrenza senza regole, senza reinterpretazione isolana, può diventare anche per loro un’arma molto pericolosa”. I Ponzesi ma soprattutto l’Amministrazione isolana ha bisogno a mio avviso di riflettere che: incrementare la concorrenza e la competizioni su spazi limitati e fragili strutturalmente è un fatto controproducente per tutti.

Vincere oggi un bando di gara, non significa riaverlo domani. Ma a Ponza lo spazio demaniale è anche lavoro e il lavoro non è sempre profitto ma anche reddito di sopravvivenza.

Se non comprendiamo che dobbiamo distribuire la ricchezza che viene dal turismo in tutte le famiglie isolane noi faremo un brutto affare e incrementeremo l’esodo invernale e questa volta non per motivi di qualità della vita ma per motivi economici: produrremo emigranti economici!

Fra qualche anno ai nuovi bandi pubblici potranno forse partecipare compagnie esterne, verranno presentate  nuove cooperative ma dietro “ci potrà essere l’abisso”  e di fronte ad organizzazioni esterne con grossi capitali da investire, con grosse possibilità di influenzare il mercato e la politica, che speranze avranno più i ponzesi?
Alla fine anche la “libera concorrenza” favorirà la nuova colonizzazione e questo a mio modo di vedere deve essere scongiurato con un “Patto tra isolani”.

Come creare nuovamente un reddito stabile, come distribuire risorse economiche in tutte le famiglie  isolane dovrebbe essere il tema da affrontare e spero che sia il tema principale della campagna elettorale per le prossime amministrative.

Pesce grosso... ecc..

2 Comments

2 Comments

  1. Enzo Di Giovanni

    19 Aprile 2016 at 18:09

    Siamo d’accordo, Vincenzo.
    Dirò di più: l’azione del consociativismo dovrebbe essere tesa non alla concorrenza interna, ma come fronte comune contro il rischio di aggressioni esterne.
    È del tutto evidente infatti che una forma di protezionismo in realtà marginali ma appetibili come Ponza rappresenta spesso l’unica prospettiva a disposizione dei cittadini per garantirsi un futuro.
    Con quali armi?
    Attraverso l’unica competenza non trasferibile al mercato esterno: la conoscenza del territorio e delle sue peculiarità, il difficile equilibrio tra ambiente e sviluppo, la valorizzazione di culture e risorse.
    Ed in questa ottica compito fondamentale delle amministrazioni quello di favorire, anziché la competizione fine a se stessa, la ricerca di tali competenze e la formazione.
    Insomma creare nuove occasioni di lavoro anziché la dispersione e la frammentazione, in poche parole l’indebolimento, di quello esistente.
    Che poi è quello che il modello di turismo che si sta affermando sempre più nelle aree di pregio, un turismo più responsabile ed attento alle eccellenze del territorio, richiede.

  2. vincenzo

    15 Luglio 2016 at 11:27

    http://www.repubblica.it/economia/2016/07/14/news/l_ue_boccia_l_italia_le_concessioni_sulle_spiagge_vanno_messe_all_asta-144039576/

    “La proroga automatica e generalizzata fino al 31 dicembre 2020 per lo sfruttamento turistico di beni demaniali marittimi prevista dalla legge italiana “impedisce di effettuare una selezione imparziale e trasparente dei candidati”.

    Secondo questi burocrati con le aste si effettua una selezione imparziale e trasparente ma vi rendete conto?

    Grazie all’amico Silverio Lamonica ho scoperto la scrittrice e artista americana, Nancy Lytle che ha visitato la nostra isola e subito ha avuto la percezione precisa di che cos’è un’isola e in un passaggio dei suoi ricordi ponzesi scrive:

    – “Ponza è un’isola che si autolimita, dal momento che non è facile trovare vaste zone balneabili, bisogna percorrere sentieri ripidi o essere trasportati in barca” – disse guardandomi negli occhi e continuò: – “Così un gruppo di persone, relativamente contenuto, trascorre qui le vacanze, di solito mai americani.

    Queste limitate zone Balneabili sono diventate in questi anni – in regime PAI – limitatissime e la gente isolana deve comunque tentare di sopravvivere.

    Qui è questione di difendere il diritto sacrosanto delle comunità comunali di autogovernarsi. Non si può produrre il progresso partendo dalla difesa dei diritti delle macroeconomie e su questa base inventarsi principi che distruggono la vita reale, dei comuni, dove concretamente si va costruendo. I Comuni d’Europa sono la forza dell’Europa, sono le amministrazioni comunali, i Sindaci che devono pianificare uno sviluppo economico sostenibile.

    Con queste regole e leggi ruspa europee non andremo avanti e poi non si meraviglino i Renzi e tutti gli altri burattini presunti capi di Governo se poi la gente decide di uscire da questa Europa del c…o.

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