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6000…! Seimila articoli pubblicati!

la Redazione
6000 clouds

 

Così “ridendo e scherzando” siamo arrivati ai seimila articoli pubblicati in poco più di cinque anni di attività (leggi qui). Ed è una cosa mai accaduta nella storia di Ponza.

L’occasione è propizia per interrogarci sui motivi di una così lunga tenuta, merito in gran parte dei Lettori; in parte minore, ma essenziale, dei Redattori.
Cominciamo da questi ultimi…

6000 clouds. Posts
I Redattori
Ciascuno di noi ha espresso una sua idea, qui di seguito riportata integralmente (…il nome dell’estensore non è importante).

Chiarissima è la percezione di aver raggiunto un risultato importante:
Considero questi 6000 articoli una grande opportunità per redattori, collaboratori, lettori, ponzesi e non, di incontrare da vicino i pensieri e le emozioni di tutti, ritrovandoci sempre più uniti, nelle notizie belle e in quelle brutte, nelle delusioni e nella rabbia, ma soprattutto nella speranza di un futuro migliore per la nostra isola”.

“Quando penso ai 6000 articoli raggiunti associo questo nuovo traguardo alla vetta di una montagna. È la sensazione che provo ogniqualvolta quel numeretto iniziale cresce di un’unità.
C’è tanta fatica dietro questi numeri come quella fisica che muove una cordata. Oggi stiamo scalando la catena delle Ande e ci stiamo preparando ad affrontare l’Himalaya e l’Everest.
Un unico cruccio: all’impresa non hanno partecipato abbastanza i giovani. Per il futuro dovrebbero intervenirvi di più…”.

6000 blu

Il richiamo ai giovani è presente in altre testimonianze, anche nel ruolo di destinatari e continuatori dell’opera…
“È il passo di un cammino, di una scommessa che si proietta nel tempo: contribuire a rendere vivo e vigoroso un sito in cui potranno infondere l’animo e il pensiero quelli a cui passeremo il testimone”.

Sul crinale di un cambiamento profondo della società, gli ultimi ponzesi stanno cercando di salvare la memoria dei loro padri e dell’isola amata. Come pazienti certosini annotano, ricordano, ricostruiscono un mondo che sta rapidamente scomparendo, fiduciosi che questo lavoro spontaneo e accorato possa essere utile alle generazioni future”.

6000. Base

Un consuntivo è espresso anche da qualcun altro:
“Ponzaracconta con i suoi 6000 articoli raccoglie tanta parte soprattutto della vita quotidiana del ’900 ponzese. Fatti, persone, stili di vita, attività e modi di svolgerle. Non la grande storia (anche quella, a volte), ma tante piccole storie che sono la nostra storia.
Con orgoglio, perseveranza, determinazione, e con l’aiuto di tanti amici, continuiamo ad archiviare nella nostra biblioteca virtuale un bagaglio che potrà aiutare le giovani generazioni ad una maggior consapevolezza per non soggiacere supinamente alla globalizzazione imperante che inevitabilmente porterebbe la nostra isola a trasformarsi in uno dei tanti anonimi villaggi vacanze, con conseguenze negative economiche e sociali…
Solo la memoria ci potrà salvare!”.

6000 heart

Per qualcuno è stato un inizio, il primo passo di una grande avventura:
“Sono passati quattro anni anni dalla pubblicazione del mio primo articolo, e da allora ne ho prodotti un bel po’.
Tanti amici hanno collaborato con noi e se siamo arrivati a 6000 è un po’ merito di tutti, di chi lavora giorno e notte, di chi scrive e pubblica e di chi ci legge con costanza, ma anche saltuariamente. Credo proprio di essere cresciuta grazie a voi.
Abbiamo festeggiato il nostro primo lustro, oggi festeggiamo un’altra bella meta; tutto sommato qualcosa di buono credo proprio che l’abbiamo fatta! Sono onorata di far parte di questo progetto. Prossimo obiettivo? Il raddoppio!”.

6000. Barbed wire

Una vena ironica e giocosa è stata sempre presente nei nostri scritti…
Maledetti bastardi sono ancora vivo” – urlò  al vento Papillon mentre scappava dalla sua isola-prigione. Questo potremmo dire a certi profeti di sventura.
Ponzaracconta festeggia i suoi 6000 pezzi sapendo di essere un punto di riferimento importante per i ponzesi.
Per tutti i ponzesi!”.

“Sono sempre i migliori che se ne vanno …. infatti noi di Ponzaracconta stiamo ancora qua”.

“…a qualcuno Ponzaracconta piace perché aggrega e dà fastidio, altri lo detestano perché… aggrega e dà fastidio!
Ma non siamo mica qui per piacere o non piacere! Anzi, non siamo mica noi…
Rassegnatevi: Ponzaracconta si rappresenta da sola, e continuerà a farlo perché, per dirla con Pessoa, raccontarsi è la confessione che la vita non basta”.
6000. All right

Chi ci legge… chi ci scrive…
Il pubblico dei fruitori e contributori di Ponzaracconta è quanto mai vasto e composito.
Ci piace sempre ricordare una frase sentita più volte in questi anni: “Quando torno a casa, una delle prime cose che faccio è accendere il computer per vedere che c’è di nuovo, di che si parla, sull’isola…”.
E in effetti è questa l’essenza della sensazione di “costituire un riferimento”… Di qui sentir di voler dire la propria opinione, o proporre una propria versione dei fatti, il passo è breve…

Ci sono lettori/collaboratori isolani e fuori da Ponza (la maggior parte); ci sono quelli che cercano l’attualità o un’altra chiave di lettura delle notizie. Molti sono i nostalgici, ma molti anche i curiosi della ‘varia umanità’ che l’isola sa esprimere; storie di emigrazione e del passato appena trascorso, ma quasi dimenticato; quelli che ci vorrebbero più ‘buoni’ e condiscendenti e quelli che ci spronano ad una maggiore aggressività; quelli che amano i buoni racconti e quelli che li saltano in blocco

Certo a tutti non si può piacere..! Comunque la scelta maturata da questa amministrazione di essere in una posizione avversa nei confronti del sito, riteniamo sia “contro natura” e costituisca una perdita netta per tutti; anche se in qualche modo “obbligata” data la natura ‘muscolare’ del suo capo, di contrapposizione e non di collaborazione.
Ma poi… “mai dire mai!”. 

6000. Sprinkle stars

In fondo, e a coronamento, di questo consuntivo e tentativo di analisi, sarebbe troppo autocelebrativo chiedere ai nostri Lettori/Contributori di fare altrettanto, di lasciare cioè una loro testimonianza?

7 Comments

7 Comments

  1. Giggino 'i Sang' 'i Retunne

    5 Marzo 2016 at 13:47

    ‘I quanta cazz’i chiacchiere..! Iate a fatica’!
    Giggino S.R.

  2. susy scarpati

    5 Marzo 2016 at 17:14

    A Ponza ci sono due modi di vivere… entrambi belli, importanti e intensi: quello estivo e quello invernale.
    D’estate uso internet soprattutto per lavoro ma un quarto d’ora al giorno lo dedico all’apertura di social network e siti che visito abitualmente… tra cui Ponzaracconta.
    D’inverno la cosa è diversa… la mattina mi alzo, apro le porte che ci sia freddo, pioggia, vento o tempesta… metto su il caffè, faccio prendere aria al letto prima di rifarlo… mi preparo, accendo tv e pc… mi verso il caffè e il primo sito che apro è Ponzaracconta… poi l’Ansa… poi Lamma meteo, Fb… ecc.
    Da quando Gennaro Di Fazio mi parlò del progetto e lo portò a mia conoscenza, non c’è giorno che io non apra questa pagina… tranne se non c’è adsl!
    E’ un sito importante per i Ponzesi, anche se non condivido sempre la linea editoriale e i contenuti… ed è giusto che sia così.
    A tutti le mie congratulazioni!

  3. Sandro Romano

    6 Marzo 2016 at 09:57

    Come capire l’importanza di una cosa? Basta provare ad immaginare di non avercela. Oggi credo che anche il più distratto degli isolani, e nella categoria ci infilo anche i Ventotenesi, sentirebbe la mancanza di un “evento culturale quotidiano” qual è il sito Ponzaracconta.
    Non c’è social network, chat telefonica o giornale on-line che possa sostituire l’opportunità e l’utilità del nostro sito. Lo afferma chi non appartiene alla Redazione, ma che, come fanno centinaia e centinaia di lettori, giornalmente lo visita e lo utilizza anche quale preziosa fonte documentale.
    Per una comunità isolana come la nostra che solo parzialmente è concentrata nel territorio di origine, il sito è la piazza, il bar, la riunione in chiesa è l’unico immediato contatto con un’identità fatta di mare, sole, verde, sale, profumi, storie, amori, affetti e tanti tanti ricordi belli e brutti. Quel filo che accomuna delusioni e speranze, la memoria di ciò che siamo stati, la delusione di quello che avremmo voluto essere e la speranza in quello che saranno le nuove generazioni isolane.
    Certamente, potrebbe essere qualcosa di più. E’ normale, come ogni cosa umana, tutto può essere migliorato e perfezionato, ma certi suggerimenti vanno indirizzati e condivisi per accrescere e migliorare non per muovere strumentali polemiche miranti solo a paralizzare, mortificare e distruggere quanto di buono si fa e, nel caso, dare uno spazio alla voce degli isolani.
    Le critiche fanno più rumore degli apprezzamenti, questo è vero, ma nel caso di Ponzaracconta le poche isolate critiche oltre a emettere rumorosi ragli fuori stagione, hanno un fattore che le accomuna tutte. Infatti non sono dirette ai contenuti, come potrebbe sembrare a prima vista, ma al sito in quanto espressione di tutti.
    Oggi che l’isola e gli isolani, sia residenti che non, stanno attraversando un momento storico di eccezionale delicatezza, avere un luogo di informazione e confronto svincolato da condizionamenti significa avere una possibilità in più per demolire qualsiasi manovra diretta ed indiretta mossa contro gli interessi e la dignità della nostra Comunità. Questo, però, dà non poco fastidio a chi vorrebbe chiudere isolani e tradizioni ponzesi in una sorta di riserva indiana quale fonte di ricchezza di arroganti “padroni frastieri”.
    Alessandro Romano detto Sandro

  4. sciarra monia

    6 Marzo 2016 at 10:47

    Il professor Johnston diceva spesso che se non sapevi la storia, non sapevi nulla. Eri una foglia che non sapeva di essere parte di un albero” (Michael Crichton)
    La storia è scritta dai vincitori, quindi grazie per aver portato avanti questo sito nonostante le avversità e io con i miei sappiamo bene quanta fatica ci vuole per dire e raccontare le cose andando contro vento…
    Continuate così perché primma o poi chi si racconta le storielle da solo s’arravoglia “iss” stesso!

  5. Pasquale Scarpati

    6 Marzo 2016 at 12:09

    A Ponzaracconta
    Quando “navigo” (bello il termine marinaresco) sul sito, spulcio sempre qua e là, soffermandomi soprattutto su ciò che Tu ami scrivere.
    Devo dire che Ponzaracconta ha fatto sì che molti di noi, anche se sparsi un po’ dovunque, si siano ritrovati come intorno ad un tavolo.
    Come avviene in tutti i banchetti che durano nel tempo, c’è sempre qualcuno che o sazio o stanco delle portate, si è alzato, pare definitivamente, è uscito e non si è più visto; qualcun altro è uscito per rientrare poco dopo; altri si sono appena affacciati, hanno gustato un pochino poi hanno gentilmente salutato (chissà) e non si sono più visti; altri ancora sono entrati a far parte del convivio solo e soltanto quando è stata servita una pietanza di loro gradimento, poi sono anch’essi spariti.
    Tu, insieme ad altri, partecipi attivamente. Sono contento: ciò è bene ed opportuno. Io, quando il tempo mi lascia tempo e, quando, forse un po’ “scustumatamente”, avverto il profumo sottile di una pietanza piccante, apro la porta e mi avvicino al banchetto (…é notorio: un po’ di piccante fa sempre bene).
    Un po’ fuori dal contesto, mi siedo nell’angolino più lontano, quasi nella penombra e mi piace ascoltare. È un retaggio dell’insegnamento avuto; mi dicevano, infatti: “melius est audire quam loqui” ( è meglio ascoltare che parlare). Oggi forse è il contrario. Non so dirti, però, quale dei due modi sia il migliore perché se nel primo caso si diviene piuttosto taciturni nel secondo caso potrebbe succedere di parlare “a vanvera”.
    Non uso il verbo “leggere” perché, per me, è come se ascoltassi la voce di tutti voi. Sarebbe bello ed auspicabile, pertanto, che altri si aggregassero (visto che la porta è aperta a tutti) per contribuire, soprattutto concretamente, a migliorare le condizioni dell’Isola e dei suoi abitanti e a far rivivere – sommessamente però, mi raccomando! – i “bei tempi andati”.
    Ad maiora,
    Pasquale

  6. franco schiano

    6 Marzo 2016 at 12:52

    Non sempre sono d’accordo con la linea editoriale… Mai sono d’accordo su come si scrive il dialetto… Ma PONZA RACCONTA E’ UN PATRIMONIO PONZESE DA TUTELARE, CUSTODIRE E SVILUPPARE.

    GRAZIE DI ESSERCI

  7. Francesco De Luca

    7 Marzo 2016 at 07:51

    Seimila… e portati bene
    Ponzaracconta è una vetrina, con gioielli scelti in ambito anche internazionale, vestiti di moda in colore marino, CD popolari e musiche di nicchia, oggetti vari che sanno di isola;
    Ponzaracconta è un ripostiglio: giacciono attrezzi marinareschi , ammuffiti sacchi di semenze, mole, mortai, mattonelle rotte, merletti, barili;
    è un’officina dove si limano progetti, si incollano esperienze, si assemblano parole e note musicali;
    è una piazza dove c’è chi grida a sproposito, chi dialoga, chi osserva da Calacaparra alla Madonna;
    è una biblioteca con polverosi opuscoli di memorie, note di biologia, di botanica, storie di muri a reticolo, di arcate benedettine, accenni di poesie per la terra, di nostalgia per averla lasciata, di dispetto perché è arida e asociale;
    è un porto dove attraccano cronache di arrivi, di partenze, di mancati arrivi, di frettolose partenze;
    è un aeroporto dove si alzano in volo storie di uomini in continuo contrasto col vento e col mare, e con un destino che si vuole mutare;
    è un porta-foto: digitali, cartonate, dagherrotipi. Con volti, pose, atteggiamenti, umanità;
    non è un tempio perché non si prega;
    non è una taverna dove chi ‘sta sotto’ brinda a chi ‘sta ncoppo’;
    Ponzaracconta è lo specchio di Ponza e dei Ponzesi, dove prende voce anche chi non ha volto perché teme che gli venga sfigurato da gente vile.

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