Ambiente e Natura

Uomini di mare

di Domenico Musco
Uomini di mare.1

 

Quando leggo su Ponzaracconta la serie di scomparse di amici che si credeva immortali, vengo assalito da una profonda tristezza: quasi fossi davanti ad un film che scorre troppo velocemente, rivedo in tante sequenze diverse gli episodi trascorsi con queste persone ormai scomparse. Sembra impossibile non avere più il piacere di vederle per strada, accennare un saluto, o scambiare con loro due parole.

La grande tristezza deriva dal fatto che quei pezzi di vita sono ormai scomparsi, svaniti in un attimo.La reazione più spontanea e quella di chiudersi nel proprio dolore e cercare di guardare oltre.Ma la verità è che si vuol rivivere e condividere i ricordi con gli altri, in modo da rendere vive le loro idee e farle rimanere nella storia della nostra isola a futura memoria.

Onorino e Guido sono entrati secondo me nell’Olimpo dei grandi pescatori ponzesi: chi li ha conosciuti sul campo sa che sono stati dei grandi uomini di mare.

Di Onorino e della sua paranza si è detto tanto ma non credo si sia scritto molto; vorrei ricordarlo con alcuni episodi di mare per far apprezzare a chi non sa quali fossero le sue caratteristiche marinare.

Onorino era il capitano della paranza di Assante di Gaeta e lavorava prevalentemente nelle acque delle isole Ponziane. Era molto invidiato dai colleghi del continente perché quando lui mandava il suo pescato a Gaeta faceva sempre un figurone.

Molto spesso le paranze di Terracina lo seguivano per scoprire quali fossero le zone più pescose… ma lui furbescamente li portava fuori rotta e faceva passare la rete a strascico in canali di sabbia tra tante rocce appuntite in modo che gli inseguitori, che non conoscevano il fondo marino come lo conosceva lui, andavano a finire con la rete sulle rocce, la rete si rompeva e loro restavano a mani vuote.

Onorino conosceva talmente bene il fondale marino che un giorno mi confidò che in caso di nebbia e con la bussola fuori uso lui avrebbe saputo, con il solo ecoscandaglio, come arrivare ovunque. Per chi capisce di mare questa è sicuramente una meta irraggiungibile.

Falò sul mare

Di Guido, sia come uomo che come politico si è detto tanto, ma per quanto riguarda il mare vorrei segnalare questo episodio, per far capire le sue grandi capacità di comandante.

Ci portò un giorno a fare un’ immersione a 6-8 miglia a ponente di Palmarola.   Come segnali portava una casa di Le Forna, ‘allineata’ su un punto particolare di Palmarola. Detta così pare semplice ma se da due punti passa una retta, vi posso assicurare che da quella distanza dalla costa era praticamente impossibile trovare il cappello di quella secca, situata a 40 metri, e bastava spostarsi di dieci metri che subito il fondale arriva a più di 100 metri. Guido, senza neanche guardare l’ecoscandaglio, al primo colpo lanciò la cima con la zavorra e centrò il cappello.

Con fare sornione e quel sorrisetto furbo mi disse che se uno aveva fatto il corallaro, sapere dove stessero gli scogli sul fondo era l’ABC della pesca.

Ero talmente meravigliato che Guido mi sembrava un marziano: pur non essendo l’ultimo arrivato in fatto di pesca, con ecoscandaglio e GPS devo sempre perdere almeno 20 minuti prima di riuscire a trovare un cappello di una secca a 500 metri dalla costa…

Con l’occasione Guido ci raccontò di quella volta a 10 miglia fuori Palmarola quando non trovava più i pedagni (i galleggianti di segnalazione) delle sue reti.
Sicuramente una rete a pesci spada ci era andata a finire sopra ed erano stati tagliati; il fondale era di 600 metri con le sue reti a merluzzo sul fondo.

Ma Guido non si dette per vinto: con un rampino con 1500 metri di corda cominciò ad arare il fondo, sperando di agganciare le reti per poterle recuperare.

Senza entrare in tecnicismi, posso solo dire, se mi si consente il paragone, che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un pescatore riesca a recuperare le reti a circa venti km fuori Palmarola, senza un punto preciso di riferimento… ma Guido dopo due giorni di lavoro riuscì a recuperarle!
Schivo com’era subito aggiunse: M’ha aiutato San Silverio!

Ciao Onorino, Ciao Guido, grazie per esserci stati!

Uomini di mare

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