Ambiente e Natura

Una corrispondenza sui mezzi di navigazione tra Elio Altomare e Franco Schiano

riportata e commentata da Vincenzo Ambrosino
Aliscafi. Monte Gargano

 

…con l’autorizzazione di F. Schiano, cui abbiamo chiesto il nulla osta alla pubblicazione
La Redazione

 

“Carissimo Franco,
sperando di trovarti in ottima forma ti scrivo dopo aver lungamente fermato la mia mano per commentare tante miserevoli considerazioni fatte per l’avvento della nuova avventura Laziomar; ciò che più mi ha spinto è il ricordo delle lunghe conversazioni serali con il ns. comune amico Peppe Tricoli ‘il barone’ che per tale squallore mediatico seguito da altrettanto squallore operativo si sarebbe veramente incazzato una volta per tutte.
Oggi vedo un regresso nel trasporto che procede a grandi passi e ciò che mi duole è che chi è preposto a tale scempio non se ne rende nemmeno conto… e spero sia cosi… Dire che l’aliscafo è imprescindibile è noto ma negarlo o metterlo in concorrenza con un monocarena od altro è da neofita del trasporto marittimo.
Continueremo questa conversazione quanto prima, poiché sono molto innervosito per ciò che succede da voi e oltrepasserei facilmente i limiti.
Ti abbraccio,
Elio.”

Aliscafi. Alnilan

Tutti i ponzesi che hanno la mia età hanno conosciuto Elio Altomare, il comandante degli aliscafi della Caremar. Con lui alla guida, quegli aliscafi viaggiavano quasi sempre e sempre in sicurezza perché lui conosceva le possibilità di quei mezzi veloci e aveva la competenza, la serietà e la bravura per farli navigare.

Elio Altomare era un comandante che aveva passione per il suo mestiere per cui era sereno e quando scendeva a terra la sera condivideva la vita isolana con i ponzesi, anzi molto spesso la animava suonando e cantando con la chitarra o con una pianola.

Oggi Elio – mi sembra che sia a godersi la sua pensione nell’isola di Procida – pensa con nostalgia ai bei tempi andati e con rammarico osserva da lontano la fine che hanno fatto i collegamenti marittimi per le isole. Non nasconde di comprendere l’umiliazione dei marinai ponzesi che stanno perdendo tutti i loro benefici sindacali e forse commisera anche i suoi colleghi comandanti, che non hanno più la libera scelta della navigazione ma devono adeguarsi alle disposizioni imposte dagli armatori privati.
Uomini come Elio Altomare decidevano di partire, si assumevano la responsabilità di assicurare il servizio e lo facevano senza rischiare perché erano comandanti che si assicuravano personalmente dello stato di salute dell’imbarcazione avendo un controllo diretto sui marinai che era basato sul rispetto e il riconoscimento delle loro competenze specifiche.

C’era a quei tempi molta motivazione; essere comandanti era importante come essere marinai al servizio di comandanti di alto livello.
E così il servizio era assicurato con la soddisfazione di tutti gli operatori e ai ponzesi non viaggianti, venivano fatte dai marinai piccole e grandi cortesie con il consenso e il tacito assenso del comandante perché si riconoscevano ai cittadini le enormi difficoltà di vivere in una isola.

Oggi bisogna pagare tutto ma come si vede non basta pagare per avere servizi adeguati e cortesia, non dico umana, ma civile.

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